Domenica, 29/10/2023 - Lo spagnolo Preciado, classe 1970, si può definire uno degli ultimi intellettuali dei giorni nostri dotato di un certo eclettismo perché i suoi interessi spaziano dalla scrittura alla filosofia, trovando applicazione nella biopolitica, nella sessualità, addirittura nella pornografia, per poi allargarsi all’architettura ed alla teoria ‘queer’.
La sua preparazione universitaria si è svolta tra la nativa Spagna, la Francia e gli States. Fra i suoi maestri Ágnes Heller, tra le più importanti esponenti della «Scuola di Budapest», una corrente filosofica del marxismo, a sua volta allieva e giovane collaboratrice di György Lukács, e di Jacques Derrida, uno dei massimi pensatori della seconda metà del Novecento, insomma un retroterra culturale di tutto rispetto.
Nel 2014 Preciado ha annunciato pubblicamente di aver intrapreso un percorso di transizione, quindi, da gennaio 2015, adotta il nome Paul mantenendo Beatriz come secondo nome.
Ecco perché tra i suoi méntori, a Preciado piace annoverare anche Virginia Woolf, come si legge nelle note di regia della scheda del suo film presentato alla Festa:
“Nel 1928 Virginia Woolf aveva pubblicato “Orlando”, il primo romanzo in cui il protagonista cambia sesso diventando donna nel corso della storia (...). Ho letto per la prima volta il libro di Virginia Woolf da adolescente, molto prima di sapere che la transizione di genere fosse possibile. Il personaggio inventato da lei mi ha permesso di immaginare la mia vita, di desiderare ed incarnare il cambiamento. Non a caso questo libro è cruciale per me”.
E così, oggi, Paul B. Preciado le indirizza una lettera per immagini, grazie ad una sperimentazione del linguaggio cinematografico giocata su di una riflessione audace e libera sulla natura della vita ‘transgender’: con essa, idealmente, dice a Virginia che il suo personaggio è divenuto realtà ed il mondo ora è pieno di ‘tanti Orlando’.
Preciado, presentando il suo “ORLANDO, ma biographie politique”, che segna il suo esordio alla regia ed è stato presentato al Festival di Berlino 2023, vincendo 4 premi, è stato accompagnato sul ‘red carpet’ romano da una partecipata marcia civile con il coordinamento del MIT - Movimento Identità Trans ed in collaborazione con varie associazioni.
“ (...) ho capito - ha dichiarato il neo-regista al pubblico presente alla Festa - che il film era possibile perché tutti quelli che venivano sul set dicevano – Io sono Orlando e voglio dirti il perché (...).
In realtà, non ho mai pensato di fare un film, al contrario ho sempre avuto una sorta di diffidenza nei confronti del cinema come tecnologia in grado di rappresentare le minoranze. Poi si è presentata l’opportunità. Si stava già pensando a qualcun altro che potesse fare un film sulla mia vita. Ma ho voluto davvero evitare questo tipo di visione binaria per raccontare non soltanto la mia storia, ma la storia di altre persone ‘transgender’. Quindi, a questo punto, ho deciso che io avrei potuto far un film (...)”.
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