Login Registrati
Ferdinando, o Ferdinando

Ferdinando, o Ferdinando

Prorompente gioventù - Isa Danieli è magistrale interprete del capolavoro di Annibale Ruccello in scena a Torino e a maggio a Milano

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

Sembra più sbiadito il teatro che si è visto finora e meno promettente quello che si incontrerà dopo che si è stati abbagliati dal fulgore drammatico di Ferdinando. Autore di questo capolavoro beffardo, tragico e divertente è il napoletano Annibale Ruccello, che un incidente mortale ha sottratto venti anni fa alla cultura italiana. Lo scrittore aveva solo trentanove anni, aveva appena messo in scena questo dramma concepito su misura per Isa Danieli. Oggi, nel ventennale della scomparsa, l’attrice insieme a tre valenti interpreti lo riporta sotto i riflettori per la terza volta con la stessa regia di allora, curata dall’autore (produzione degli Ipocriti).
All’alzarsi del sipario si spande già un’atmosfera densa e pregnante. Siamo nel 1870, all’indomani dell’unità d’Italia, nella stanza di un’antica villa vesuviana, dove il calore e la luce del sole esterno e la gioia della vita sono respinti da pesanti persiane. Fra gli arredi e le cortine si attardano i segni di un’antica nobiltà in inesorabile disfacimento. Dentro un letto gremito di cuscini è affondata la protagonista, Donna Clotilde Lucanigro, una matura dama dall’umore aspro e pungente, carica di astio verso tutto e tutto, che ha deciso di non lasciare più le coltri di buon lino per protesta ai cambiamenti apportati dall’unità d’Italia. Per sostenersi si nutre della propria ipocondria, di mugugni e di pettegolezzo («una d’‘e poche cose ca veramente riesceno a te fa’ campa’»). Si sfoga sempre in napoletano, la sola lingua che ha nelle viscere e in bocca contro l’odiato italiano («’na lengua straniera, barbara, senza sapore e senza storia». Attorno a lei si aggira indaffarata, china in servile ubbidienza la cugina povera Gesualda, ingrigita, senza età e senza reazioni. L’arrivo di un giovane parente orfano dotato di una bellezza da cherubino e di una disinvoltura rispettosa e scanzonata, porta negli ambienti in odor di naftalina una folata che intacca la fossilizzazione. È immediata l’attrazione che Ferdinando, così si chiama l’adolescente, esercita sulle due donne e sul prete che visita quotidianamente la signora e ne sopporta cristianamente gli improperi. E qui cominciano gli scompigli. Le vicende storiche, evocate con distorsioni divertenti dalla baronessa, si intrecciano con quelle private sconvolte dal nuovo ospite della residenza ammuffita. Sono storie insospettate, dissimulate, tinte di ambiguità e ribollenti di passioni che si ingarbugliano in una fantastica progressione fino a esplodere prima di un epilogo screziato di giallo e del tutto inatteso.
Lo spettacolo è da vedere assolutamente, perché è il trionfo del teatro puro, il più autentico, quello che nel talento napoletano trova la più festosa accoglienza. Tutto è perfetto in questa esperienza teatrale: il testo, di una bellezza e di un divertimento che non si incontrano più, la scenografia che rende con precisione calligrafica l’ambiente gattopardesco, gonfio di orgoglio anacronistico, invaso da una penombra appesantita dal rancore, dall’ipocrisia e da vizi inconfessabili. Sono poi un prodigio le recitazioni dei quattro attori. Isa Danieli, magistrale in questo ruolo così ben ricamato e in aderenza al suo temperamento, esibisce con naturalezza impressionante capriccio, invidia, perfidia, una bizzarra sensualità e rari, impagabili bagliori di antiche tenerezze. Ma è una delizia anche la risposta degli altri attori, stretti intorno a lei in pieno affiatamento: Luisa Amatucci, la parente appassita, Lello Serao nel ruolo del prete, il giovane Adriano Mottola, il piccolo malandrino.
(1 maggio 2006)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®