Strategie private - ...nella vita personale hanno spesso un approccio individualista, che non è più politico, ma...
Melchiorri Cristina Lunedi, 08/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010
Sono Rosa ho 55 anni e sono madre di due figlie adolescenti, Alessia di 15 anni e Anna Rita di 19 anni. Io e mio marito siamo stati probabilmente buoni genitori e io, soprattutto, ho cercato di essere con loro quella madre che avrei voluto per me: disponibile, aperta al confronto diretto, di sostegno al loro legittimo desiderio di farsi strada liberamente nel mondo, convinta come sono fin dai tempi della mia giovinezza femminista del diritto di ciascuno di noi di fare scelte ed errori.
Non una madre oppressiva, quindi, né ansiosa o castrante….
Invece le mie figlie cercano, anzi ostentano ogni giorno di essere il mio rovescio. La più giovane ha assunto il modello della ragazza emancipata, sicura di sé, che usa il sesso con disinvoltura, chattando su Facebook per “imbroccare”, quasi con indifferenza. Ma non è certamente questo il modello e i valori che ho cercato di trasmetterle!
La settimana scorsa, esasperata, le ho scritto una lettera, pensando che scrivere mi avrebbe permesso di arginare la rabbia e calibrare meglio le parole e che i miei messaggi di amore e di necessità di capire meglio il suo comportamento sarebbero stati più efficaci e forse meglio accolti. Mi illudevo che questo ci avrebbe portato a parlare, a essere più vicine.
Vuol sapere cosa mi ha detto mia figlia?” beata te che hai tempo da perdere a scrivere lettere…”
Rosa Santeramo-Viterbo
Cara Rosa, comprendo il tuo dispiacere e e credo che la difficoltà di rapporto con i figli adolescenti, e con le figlie, sia ben nota ai genitori di oggi e soprattutto a chi ha vissuto con consapevolezza il femminismo e riflettuto sul rapporto madre -figlia, su cosa significa l'emancipazione delle donne e ha voluto essere un buon modello da offrire alle proprie figlie.
Una delle difficoltà sta forse nei modelli dominanti di comportamento offerti alle adolescenti, che riprendono lo stereotipo della donna oggetto, con il canone prevalente di bellezza che il modello maschilista propaganda nei media, dove l'erotizzazione delle ragazze è sempre più precoce.
Le nostre figlie si devono confrontare con un mondo in cui la generazione delle cinquantenni si divide tra quelle che vivono da sole, si dedicano alla carriera e hanno rinunciato ai figli e quelle che hanno fatto i figli ma rinunciato ad altro. Le nostre figlie esprimono una forma più radicale di emancipazione, sono donne che hanno la certezza del diritto al sesso e alla contraccezione, ad essere pagate come gli uomini, a potersi occupare dei grandi temi collettivi, come la salvaguardia dell'ambiente e l'economia globale. Sono “femministe Facebook…” Nella vita personale hanno spesso un approccio individualista, che non è più politico.
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