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Femminilità e femminismi

Femminilità e femminismi

Idee -

Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2007

Parlare di donne oggi significa fare i conti con la tutela della nostra femminilità. Un patrimonio da non svalutare ma da arricchire di valori tutti specifici e intrinseci alla nostra condizione di mogli, figlie, amanti, cittadine, madri e, perché no, elettrici. Leggendo gran parte della letteratura al femminile noto che, col passare degli anni, le autrici più avvedute stanno recuperando un senso di sé che il femminismo ante litteram aveva paradossalmente obnubilato, riducendo ai minimi termini quella ricchezza interiore che solo la cultura e la sensibilità di una donna equilibrata e felice di esserlo sa mettere al giusto posto. Dico questo perché se per società non violenta intendiamo una condizione in cui ciascuno, uomini e donne, debba avere abbastanza potere reale da determinare le decisioni riguardanti la propria vita in maniera compatibile con il riconoscimento dell’Altro, sì che si abbia la possibilità di realizzare la miglior vita di cui si è capaci, è chiaro che di strada occorre farne. E parecchia. Le femministe, pure nella loro varietà, spendendosi in prima persona per trasformare la propria vita e condizione, da oppressa e inferiore a padrona di sé e libera, non si sono poste l’obiettivo di sostituire una condizione di potere con un’altra, né di negare riconoscimento all’altro sesso. Eppure questa terza via pare difficile da trovare. Le donne al potere si mascolinizzano, parlano per slogan di potere, perdono il loro specifico femminile. E’ invece ora di formarsi una coscienza serena e lucida di cosa significhi portare il femminile nella società in tutto il suo ventaglio di applicazioni professionali. Oggi le donne debbono ritrovare un sano equilibrio dei loro desideri, ricollocando le gioie del loro sesso laddove si sono perse le radici di un’autentica identità femminile. Sarà difficile, certo, ma dopo una rivoluzione arriva sempre il tempo di guardarsi indietro e di rimettere a posto i pezzi della propria storia. Il personale è politico, la scissura cartesiana tra corpo e mente un autentico delirio; decisiva la sfera della sessualità motore di ogni relazione, si pensa col cuore e si deve lottare per una felicità sobria e condivisa. E chi non ha cura di se stesso non riesce ad avere cura degli altri. C’est la vie.

(3 luglio 2007)

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