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Femen, femministe in topless

Femen, femministe in topless

Ucraina - Con manifestazioni a seno nudo nelle piazze di Kiev. È Femen, movimento di lotta per i diritti delle donne che combatte il sessismo, la prostituzione dilagante e il turismo sessuale

Cristina Carpinelli Lunedi, 19/12/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2011

Le chiamano “lolite”. Sono un gruppo di protesta ucraino (Femen) nato nel 2008, che lotta per la difesa dei diritti delle donne agendo sovente con manifestazioni-choc nelle piazze di Kiev. La fondatrice del movimento, Anna Hustol, dichiara che Femen è nato perché “la società ucraina è fondata sul maschio e le donne hanno ruoli soltanto passivi”.

Recentemente, queste attiviste ucraine hanno manifestato, inscenando finte sculacciate a loro inferte da giovani camuffati da professori, per denunciare le molestie sessuali subite dalle studentesse universitarie, e si sono travestite da prostitute per richiamare l’attenzione verso le politiche umilianti e maschiliste del governo. Una di queste, a seno scoperto, ha indossato una maschera che ritrae la faccia del premier Mykola Azarov. Il presidente Viktor Janukovic, durante la campagna elettorale per le presidenziali 2010, nel tentativo di screditare la sua avversaria, Julija Timoshenko, aveva dichiarato che “il posto di una donna è in cucina e non in politica”. Il neo-premier Azarov aveva giustificato la mancanza di donne nel suo governo con il fatto che “fare le riforme non è un affare di donne”, e che l’Ucraina aveva bisogno di “gente responsabile, disponibile a lavorare anche nei weekend e capace di dire un ‘no’ duro, se necessario, al proprio superiore”, provocando le proteste di Femen, che aveva invitato mogli e fidanzate ucraine ad intraprendere uno sciopero del sesso nei confronti dei propri partner, come nella commedia Lisistrata di Aristofane.

Nel gennaio 2011, il presidente ucraino Janukovic è finito nell’occhio del ciclone per un’infelice battuta a sfondo sessuale pronunciata durante il Forum Economico di Davos. Il presidente si è, infatti, lasciato scappare una dichiarazione politically uncorrect sul ruolo che le belle ragazze ucraine dovranno avere nell’attrarre turisti e investitori stranieri in occasione dei prossimi Europei di calcio, in programma in Polonia e Ucraina dal giugno 2012: “Venite a vedere con i vostri occhi quando i castagni a Kiev cominciano a fiorire. E quando nelle città ucraine le ragazze cominciano a spogliarsi: osservare queste bellezze è qualcosa di meraviglioso” ha dichiarato Janukovic. In Ucraina sono molte le associazioni umanitarie, che hanno lanciato l’allarme-prostituzione in occasione di Euro 2012. Il timore è che le organizzazioni malavitose possano utilizzare l’evento per favorire il turismo sessuale nel paese, e la frase di Janukovic sembra incentivare il mercato del sesso. Femen è stata tra i primi movimenti ad evidenziare il rischio che Euro 2012 possa trasformare le città ucraine in tante Bangkok.

Le battaglie delle attiviste del gruppo Femen sono, soprattutto, rivolte contro il turismo sessuale, le agenzie di matrimoni internazionali ed il sessismo, sfruttando il trend del nudo (o semi, nel loro caso); un metodo poco ortodosso, ma efficace. Sono note all’estero per le loro sfilate per le strade in topless, tacchi alti e collant rosa shocking e per i bagni in bikini nelle fontane. Il gruppo si finanzia grazie alla vendita di alcuni prodotti, come i dipinti che ritraggono i loro seni, e a molte donazioni. Inna Shevchenko, un’attivista portavoce del gruppo, afferma: “Inizialmente non avevamo intenzione di protestare in topless, ma ci siamo rese conto che dovevamo fare qualcosa di radicale per far sì che qualcuno ci aiutasse e per attrarre finanziamenti. Dovunque, dalla tv alle riviste, si vedono donne nude che vendono qualcosa. Ovviamente, noi pensiamo che non si debba mostrare il corpo per quello, ma per protestare e lottare”. Femen conta circa 40 attiviste volontarie disposte a manifestare semi nude, è composto da 300 membri ed ha 30mila sostenitori online. La quasi totalità delle attiviste del gruppo è costituita da giovani studentesse degli ultimi anni del liceo o delle università di Kiev (età media 22 anni) preoccupate dalla piega che il Paese sta prendendo, con le sue 12mila prostitute (in base ai dati forniti dal ministero ucraino dell’Interno), fra cui molte sono giovani donne (si tenga presente che in Ucraina la prostituzione è illegale). Da un recente sondaggio condotto dal Kiis (Istituto internazionale di sociologia di Kiev) è emerso che una su otto di queste prostitute (poco meno del 15%) è una studentessa dell’università o addirittura delle scuole superiori. Nella capitale la situazione è ancora più preoccupante: qui, secondo le stime di Femen, questa percentuale raggiunge il 60%, e il 70% delle studentesse è stata avvicinata da stranieri per prestazioni sessuali. Il reddito medio in Ucraina è di appena 300 euro l’anno, e la crisi economica ha portato disoccupazione e aumento dei prezzi a causa di un’inflazione al 20%, specialmente per alimentari e vestiti. Così le proposte sessuali di turisti e uomini d’affari risultano per le ragazze ucraine un’occasione per procacciarsi denaro.

Fenem è, attualmente, presente in cinque città dell’Ucraina, ed ha intenzione di manifestare anche all’estero. Una delle prossime tappe sarà Roma. Sono previste azioni contro Berlusconi (insieme a Cicciolina) e Papa Ratzinger. Ma Femen intende anche espandersi in tutta Europa, iniziando dalla Polonia, possibilmente in tempo per il campionato europeo di calcio del 2012. I risultati raggiunti dal gruppo ucraino, non senza sofferenze (molte attiviste sono state arrestate più volte), sono per il momento soddisfacenti. “Gli uomini vengono a Kiev in gruppi di 100 per due, tre giorni per andare in discoteca, rimorchiare ragazze e fare di loro ciò che vogliono”, testimonia ancora Inna Shevchenko. “Quando abbiamo cominciato a protestare nessuno parlava di prostituzione e turismo sessuale in Ucraina. Ma ora tutti i media qui e all’estero dicono che l’Ucraina non è un paese di prostitute ma di ragazze nude che combattono contro la prostituzione e il turismo sessuale”.

Pochi mesi fa, le attiviste del gruppo hanno contestato le opere, da loro giudicate volgari, del fotografo ucraino Sergej Bratkov, indossando soltanto intimo ed esibendo cartelli con la scritta: “L’Ucraina non è una vagina”. Ha detto Anna Hustol: “Gli stranieri maschi, in cerca d’avventure trasgressive, pensano che l’Ucraina sia un bordello formato gigante”. “Non saprebbero nominare un singolo monumento o luogo dell’Ucraina. Ma sono in grado di dirti che ci sono ragazze bellissime che non indossano praticamente nulla quando è estate, e che Kiev è il posto più facile dove trovare il cosiddetto amore”. Femen si batte per evitare che l’Ucraina diventi una meta del turismo sessuale alle porte d’Europa. O almeno, che non lo diventi più di quanto è ora, visto che sono già in molti a volare a Kiev in cerca di esperienze trasgressive.

Il motto delle Femen non lascia niente all’immaginazione: “Il nostro Dio è donna, la nostra missione è protestare, le nostre armi sono i seni nudi!”. Pare che tra i loro obiettivi, ci sia anche quello di diventare un partito per correre alle prossime elezioni ucraine. Le loro proteste si stanno sviluppando su diversi temi. Lo scorso anno, le attiviste di Femen hanno deciso di scendere in campo, vestendosi da infermiere con zaini pieni di siringhe per protestare davanti all’ambasciata turca, in modo da “curare la dipendenza sessuale”, come ha spiegato Anna Hustol. O diffondendo volantini che ricordano come l’Ucraina sia lo Stato europeo dove il fenomeno Aids è più diffuso. Un’altra protesta si è svolta quest’anno all’interno del cimitero di Kiev, per protestare contro la presunta politica di stabilità del presidente ucraino. Sfidando la colonnina di mercurio, le ragazze si sono sedute sulle tombe e sui gradini del cimitero. Naturalmente in topless. Ancora un’altra manifestazione si è svolta allo zoo di Kiev per protestare contro il maltrattamento degli animali. Le ragazze si sono date appuntamento allo zoo e, indossando delle maschere da animali e agitando cartelli con scritte ”Zoo ghetto” o ”Meglio se li uccidete”, hanno chiesto alle autorità ucraine di chiudere immediatamente il giardino zoologico e di trasferire gli animali in strutture idonee. Infine, un’altra iniziativa ha avuto luogo per protestare contro il provvedimento delle autorità in previsione dei prossimi Europei di calcio del 2012. Queste hanno, infatti, emanato delle norme, che obbligheranno i residenti locali, che vivono a meno di 1500 metri di distanza dagli stadi Olimpici ospitanti le partite di Euro 2012, a tenere comportamenti decorosi, data la visibilità a cui saranno esposti. Le norme impongono ai residenti di riordinare i loro balconi e vietano loro di apparire sui balconi indossando biancheria intima. I cartelloni di Femen hanno riportato le scritte quali: “I balconi alla gente” e “Sputare dal balcone”.



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