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Federica Gnomo Twins come Bridget Jones!

Federica Gnomo Twins come Bridget Jones!

La protagonista Federica è una donna di oggi, una distratta nervosa, stile Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding (1995), tosta, una “non” in molte cose, incasinata, che fa cazzate, che passa dall’euforia alla disperazione, che si va a

Domenica, 11/05/2014 - L’imprevedibilità nel prevedibile



Federica Gnomo Twins come Bridget Jones!



Ironia e anticonvenzionalità – tinto di femminismo – aprono il romanzo di Federica Gnomo Twins, Il ragazzo alla pari, Ombrerosa, 2013.

I fatti: Federica, quarantenne tecnicamente single dopo aver sorpreso a letto il marito con una amica ed essersi separata, decide di partire per il mare, la Sardegna, con i figli, ma le occorre un aiuto, una protezione una ragazza alla pari che parli un po’ d’italiano ma soprattutto una lingua straniera, per aiutarmi con i bambini (p. 9). All’annuncio risponde invece un ragazzo, Tom, di ventitré anni, dalla voce profonda, alto, biondo, spalle larghe (p. 14).

La protagonista Federica è una donna di oggi, una distratta nervosa, stile Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding (1995), tosta, una “non” in molte cose, incasinata, che fa cazzate, che passa dall’euforia alla disperazione, che si va a cercare i guai che poi sconta. Si sente una fallita, combattuta tra saggezza e pazzia (Mi pento quasi subito della mia decisione, ma non ho il coraggio di richiamare e annullare tutti gli accordi – p. 12), tra convenzioni antiche ed esigenze moderne, tra lo scartare un uomo per “abitudine” ed il desiderio istintivo invece di accettarlo, contravvenendo al pensiero comune; tra la convinzione che un ragazzo infonde sicurezza e il desiderio di mandare all’aria il luogo comune che è meglio avere un uomo in casa, nel tentativo di dimostrare che, come l’ex marito se la spassa con una ventenne, anche lei può partire con un ventenne in nome della parità. Infatti, come attraverso il personaggio di Bridget vengono tratteggiate con ironia le manie e le stranezze della vita degli anni novanta, attraverso il personaggio di Federica cono analizzate le ribellioni e le contraddizioni di oggi.

Federica è attratta dal suo tato, sentimentalmente e non solo, ma è insicura, dubbiosa, dominata dalla paura, di non piacere, di essere inadeguata, di non essere all’altezza di questo colpo di fulmine, si vergogna: vocaboli ed espressioni come agitarsi, paura, non avere fiducia in se stessi, ansia, incapacità a rilassarsi, contorcersi, innervosirsi, scombussolarsi, rabbia ecc. si moltiplicano nel corso della lettura. Federica si illude, fantastica, cerca l’uomo dei suoi sogni, il principe azzurro come Emma Bovary. Soffre del Complesso di Cenerentola: sogna un cavaliere biondo sul suo cavallo bianco (p. 25).

Il romanzo è scritto in prima persona, tutto dalla parte della protagonista: con grande abilità ed ironia esilarante, senza veli, senza falsi pudori, Federica Gnomo sviscera tutte le sfumature dell’attrazione fisica e mentale della protagonista, della la forza dell’eros di una donna matura. E questa è la novità del libro: nel ribaltamento delle posizioni - Federica per la prima volta bacia per prima un uomo; Tom le sta facendo vedere la vita da altri punti di vista - che oggi non fanno comunque più scandalo, non solo nel mondo dello spettacolo: Io non ho mai fatto distinzioni d’età. Siamo persone in cerca d’amore e i sentimenti non hanno età, o sesso. Mi conosci da tanto tempo e sai che amo un uomo molto più anziano di me, e non vedo la differenza con il fatto che tu possa innamorarti di uno molto più giovane di te (p. 50).

Ma ho parlato di cauto e sfumato femminismo perché Federica Gnomo sa mettersi anche dalla parte di Tom, vittima del fratello gemello ma forte del suo sentimento: Io, donna matura, persa nel sogno di un nuovo amore, bacio un ragazzo perso nella ricerca di sé. In fuga da tutto quello che ha di più caro. E forse il nostro segreto è tutto qui. In questo prendere e dare con disperazione, lasciandoci tutto il dolore alle spalle. La sofferenza per un rapporto sbagliato. L’amore donato e rifiutato. Il futuro negato. Questo forse ci ha unito. Questo riconoscersi uguali ci ha guidato (p. 136).

Ecco allora il significato dell’altra faccia del titolo e cioè che il sentimento quello che conta: Usciamo al tramonto di un giorno qualsiasi che è diventato speciale. Lui lo rende così, io lo rendo così. Siamo pari. Ci amiamo. Alla pari…(p. 145).



Fausta Genziana Le Piane

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