Far viaggiare le idee

Viaggio è sinonimo di spostamento, che a sua volta evoca l’idea di libertà. Perchè se ci si può muovere, si è liberi. Il viaggio è legato al muoversi del corpo nello spazio: ci si sposta da un luogo ad un altro per studio, per diletto o per lavoro. Ma questo era indispensabile un tempo, quando ‘l’andare altrove’ richiedeva la fisicità dell’azione. Le moderne tecnologie hanno rivoluzionato l’assioma. Oggi il viaggio può avvenire anche nell’immobilità fisica: è sufficiente accendere un computer e accedere alle sconfinate potenzialità che la rete ci mette a disposizione. Lezioni universitarie, quattro chiacchiere con gli amici in Argentina, un intervento in videoconferenza in Giappone: tutto si può fare rimanendo comodamente a casa. Persino la telemedicina, se fosse maggiormente diffusa, eviterebbe quelle noiose anticamere dal medico.

Il viaggio nell’immobilità può essere anche quello interiore, che ci concediamo o che ci imponiamo nei momenti di crisi o quando abbiamo necessità di riflettere, riordinare o assaporare. È una pausa nella nostra più recondita intimità con cui vogliamo esaminare, ricollocare pensieri e percezioni. C’è poi il viaggio comunemente inteso come vacanza, cioè assenza dai soliti luoghi o contesti, alla ricerca di riposo e distrazione. Abbiamo scandagliato alcune modalità del viaggiare nel focus di questo numero molto speciale, che ha una nuova veste grafica e qualche pagina in più. Un giornale è il veicolo attraverso cui viaggiano le idee, a loro volta bagaglio e ricchezza indispensabile per il viaggio, quello della vita.

Con questo ‘noidonne’ rinnovato - che mettiamo a disposizione delle lettrici e dei lettori aspettandoci notazioni e suggerimenti - continua un viaggio: è un’altra tappa del lungo percorso iniziato oltre 65 anni fa. C’è un valore aggiunto, oggi, da sottolineare, perchè il momento è assai difficile per il diritto all’informazione in Italia. La legge ‘bavaglio’ e il clima sfavorevole alla diffusione culturale, l’incertezza dei contributi pubblici e i tagli all’editoria, l’impossibilità di aumentare la diffusione e l’impenetrabilità del mercato pubblicitario rappresentano difficoltà pesanti per piccoli editori, come noi, il cui scopo non è realizzare business ma fare cultura. Nel nostro caso specifico l’obiettivo è promuovere una cultura di genere, indispensabile in un paese sempre più misogino. Il viaggio continua insieme alle amiche e amici alle/ai quali chiediamo un impegno particolare nella diffusione e nella promozione degli abbonamenti. È sufficiente che ciascuna e ciascuno chieda ad una/un vicina/o, ad una/o conoscente di abbonarsi: raddoppieremmo le vendite e la forza del nostro messaggio, autenticamente politico.

Il viaggio delle idee sulle tematiche delle donne può continuare anche senza il contributo di questo giornale. Lo sappiamo. Ma sappiamo anche che ogni volta che le donne hanno perso qualcosa tutta la società è diventata più fragile.



(5 luglio 2010)