Mafia - Una docu-fiction, dedicata al magistrato ucciso dalla mafia diciannove anni fa con la moglie Francesca Morvillo e la sua scorta
Mirella Mascellino Lunedi, 04/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2011
L'associazione Antiracket fiumefreddese “Carlo Alberto Dalla Chiesa” ha ideato e realizzato il cortometraggio Giovanni Falcone Il cuore e la mente. Una docu-fiction, dedicata al magistrato ucciso dalla mafia diciannove anni fa con la moglie Francesca Morvillo e la sua scorta, proiettata in prima nazionale a Palermo, nell'ambito della giornata dedicata al ricordo della strage di Capaci del 23 maggio 1992. Marinella Fiume, presidente dell'associazione, ne è l'ideatrice: “L’idea è nata quando mia sorella, la storica Giovanna Fiume, mi disse di avere un nastro con un’intervista fatta a Falcone nel 1989 che era rimasta con suo grande rammarico nel cassetto. In qualità di presidente dell’AFA (associazione fiumefreddese antiracket), pensai che fare rivivere la voce di Falcone era un dovere civico e che il contributo avuto dall’Assessorato regionale per le attività antipizzo e antiusura non poteva essere meglio impiegato seppur non fosse bastante a coprire tutte le spese. Ne parlai con i soci e con un amico, l’attore siculo americano Emanuele Gullotto, famoso per aver partecipato al film che suscitò scandalo per le scene truci, Passion di Mel Gibson. Nacque l’idea di fare un corto con la voce dello stesso Falcone. Egli mi fece conoscere il giovane regista ennese Marco Grisafi il quale mi portò nella sede dell’associazione un direttore della fotografia romano, ma ennese di adozione, di grande vaglia ed esperienza, Alessandro Caiuli, che nel suo lunghissimo curriculum annovera anche Il Padrino di Frank Coppola. Questi mi mise in contatto con Marcello Mazzarella, uno degli attori prediletti dal regista Pasquale Scimeca, che accettò con entusiasmo di girare il corto solo per un piccolo rimborso spese. Io feci l’adattamento dell’intervista. La stessa sceneggiatura è stata fatta principalmente da me e dallo stesso Mazzarella. Le location sono state scelte tra Fiumefreddo e Calatabiano, i luoghi in cui l’associazione opera: dalla spiaggia di Marina di Cottone, alla foce del fiume Fiumefreddo, col bel panorama dell’Etna innevato, al castello di San Marco sulla spiaggia di Marina di San Marco in territorio di Calatabiano, messo cortesemente a disposizione dai Signori Morabito”. Hanno aderito all’iniziativa gli studenti della Scuola Media “Verga” di Fiumefreddo e del Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre, le associazioni antiracket provinciali e regionali, la Prefettura di Catania. Tutti hanno lavorato e prestato la loro opera volontariamente, ognuno è stato entusiasta di collaborare in questa operazione di memoria civile. La storia è una metafora di percorso di liberazione dalla mafia del popolo siciliano. Il regista dichiara di essere orgoglioso di avere dato corpo attraverso le immagini alla figura di Giovanni Falcone che è un eroe siciliano. Marcello Mazzarella ci dice che lavorare al corto lo rimanda a quel periodo, quando ancora lavorava a Palermo. Dopo il 23 maggio del 1992 partì per la Francia: “Lì mi sono affermato, ma sono rimasto legato profondamente alle mie radici e soprattutto al fatto che c'è una Sicilia che non vuole la mafia e che si oppone ad essa. Dedicarmi a questo lavoro mi riporta alla mia partenza che coincide con l'inizio della mia carriera. Ho una consapevolezza chiara del mio lavoro e del fatto che noi siciliani siamo legati alle nostre radici e alla volontà che c'è in noi per un cambiamento radicale. C'è la speranza concreta che si possono percorrere strade diverse e opposte a quelle della mafia. Io lo dimostro col mio lavoro e adesso mi rende orgoglioso partecipare a questo corto in cui sento forte la figura dell'eroe Falcone”. Il cast completo è formato da Marcello Mazzarella, Emanuele Gullotto, coprotagonista, Alessandro Caiuli, direttore della fotografia, Giulio Azzarello fotografo di scena, Marco Grisafi, regista, Dario Spoto, aiuto regista. Notevole la colonna sonora scritta e interpretata dalla struggente voce della cantante catanese Agata Lo Certo e da Giuseppe Cucè.
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