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Fantasia, ribellione e temi ‘di genere’ nei cortometraggi del FIJR 2013

Fantasia, ribellione e temi ‘di genere’ nei cortometraggi del FIJR 2013

Tra le iniziative cinematografiche più vitali di Spagna, il Festival Internacional de Jóvenes Realizadores, conquista Granada e l’Andalusia

Lunedi, 11/11/2013 - È giunto al prestigioso traguardo della XX edizione il Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada (Spagna) che, come di consueto, ha dato spazio alla creatività, alla fantasia, al potere immaginifico di giovani registi provenienti da tutto il mondo.

Con il patrocinio della Giunta Municipale e di quella Provinciale di Granada, quest’anno il Festival è stato particolarmente policentrico: infatti, oltre alla sede principale, nello splendido Teatro Isabel la Católica, le location sono state molteplici: Palacio de los Condes de Gabia, Sala la Expositiva, Parque de Las Ciencias de Granada, Sala Afrodisia e Escuela Remiendo Teatro.

Sotto la direzione artistica e tecnica di Emilio Egea, le attività parallele (master class, incontri con gli autori) hanno creato il giusto contorno per il piatto forte del Festival, le opere in concorso.

Si è potuto assistere a piccoli capolavori, sia nella sezione Animación che in quella dedicata alla Acción Real: in entrambe, i selezionatori hanno ben miscelato opere centrate su temi relativi alla condizione umana in questo scorcio di millennio e su problematiche sociali e politiche di grande rilevanza. Fra queste, vale la pena citare due cortometraggi dedicati a temi femminili importanti: l’opera prima di Celia Rico, dal titolo “Luisa no está en casa”, già selezionato nella sezione Orizzonti alla 69esima Mostra del Cinema di Venenzia (2012) e vincitore a Granada del Premio al Mejor Cortometraje Nacional - per la capacità di sintetizzare la vita intera di una persona con nitidezza, ottimismo ed incitazione alla ribellione - che racconta la storia di una donna sottomessa per anni al marito machista e dedita ai compiti domestici, che un giorno, a causa di un’avaria della lavatrice, costretta a fare il bucato in una lavanderia a gettone, (ri)scoprirà finalmente il mondo; di grande impatto anche “The curse”, di Fyzal Boulifa, una produzione Marocco-Regno Unito, ambientata in terra africana, dove una giovane donna araba, Fatine, vittima di una società chiusa e conservatrice che non risparmia neppure i bambini ed appare ancora ben lungi dall’emancipazione femminile, sogna di fuggire il più lontano possibile ma intanto deve subire vessazioni e soprusi.

Fra le opere a tematica sociale ricordiamo “Miniyamba” di Luc Perez e “Tunnel” dell’iraniana Maryam Kashkoolinia, dedicati, rispettivamente, al dramma dell’immigrazione e a quello dei palestinesi di Gaza. Entrambi ricorrono ad atmosfere cupe in grado di restituire l’angoscia delle persone che devono lottare per la sopravvivenza propria e dei propri cari. Magnifiche le immagini in particolare del primo, grazie sia agli squarci di colore che scuotono l’azione, sia alla scelta di sceneggiatura di immaginare nel ruolo del migrante protagonista un musicista che è un incrocio tra il bluesman Robert Johnson e il maliano Ali Farka Touré.

Tra i corti della sezione Animaciȯn, ci piace segnalare “Edmond era un asino” di Franck Dion e “Feral” di Daniel Sousa, due preziose opere che – utilizzando un tratto delicato e surreale – si ispirano alla grande letteratura fantastica per descrivere lo stigma che inesorabilmente colpisce chi, per scelta o per indole, desideri seguire un proprio percorso di crescita personale al di fuori delle convenzioni sociali dominanti.

Tra i corti d’azione, il mitteleuropeo “Blackstory”, di Christoph e Stefan Brunner, condividono una un noir dalla struttura classica che fa il verso a “Pulp fiction”.

Tra ironia sottile e gusto del paradosso si muovono invece “Un lugar mejor”, di Marisa Crespo e Moisés Romera, e “Frank-Etienne vers la béatitude”, di Constance Meyer: mentre il primo ritrae un gruppo di ragazzi africani alla ricerca di un posto migliore rispetto a dove si trovano (che non è in Africa…), il secondo si avvale della formidabile presenza scenica di Gérard Depardieu che, in coppia con una scatenata Marina Foïs, danno vita ad un avvincente incontro-scontro tra solitudini.

Infine, dopo “Misterio”, della spagnola Chema García Ibarra, che con un tocco di leggera follia mostra quali danni può produrre la superstizione, una nota di speranza è data da “Mi amigo Nietzsche”, di Fáuston da Silva (Brasile), in cui il percorso incongruo di un libro dalla discarica di una megalopoli del terzo mondo alle mani di un ragazzo povero ma brillante indica la via per il riscatto degli ultimi.

Insomma, il Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada si conferma una straordinaria occasione per scoprire giovani talenti cinematografici, in grado di utilizzare una amplissima gamma di strumenti narrativi per raccontare la realtà che siamo chiamati a vivere.



El palmarés de la vigésima edición del Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada queda como sigue:



• Premio Mejor Cortometraje Internacional de Animación (dotado con 2.000 euros)



El Jurado de la 20º edición del Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada, formado por, ÓSCAR DE JULIÁN, LAURENT POUVARET y ÓSCAR J. VARGAS, decide hacer mención especial del Certamen de Animación a “PALMIPEDARIUM”, de Jeremy Clapin.



Otorga el premio al Mejor Cortometraje de animación (dotado con 2.000€), por su visión extremadamente original de las relaciones de pareja y por la calidad de su animación a “HEAD OVER HEELS”, de Timothy Reckart.



• Premio VAL DEL OMAR Mejor Cortometraje Internacional de Acción Real (dotado con 3.000 euros)



El Jurado de la 20º edición del Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada, formado por ALMUDENA SÁNCHEZ, ÓSCAR DE JULIÁN y TARIK BOUBKER, decide hacer mención especial del Certamen de Acción Real a “MORITZ UND DER WALDSCHARAT”, de Bryn Chainey.



Otorga el premio Val del Omar al Mejor Cortometraje de Acción Real (dotado con 3.000€), por su expresividad visual, por su sólida propuesta formal, por su desgarrador posicionamiento frente a la situación actual y porque atrapa al espectador, a “THE MASS OF MEN”, de Gabriel Gauchet.



• PREMIO 48HFP



El Jurado del 48 HORAS FILM PROJECT, formado por José Manuel Urquizo, Javier Linares y Emilio Egea, otorga el segundo premio del certamen a “GEEK LOVE”, del equipo Colina Roja, y el primer premio del certamen a “UN BUEN COMIENZO PARA MÍ”, del equipo 35 milímetros.



• PREMIO FIJR/ RTVA GRANADINO



El Jurado de la 20º edición del Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada, formado por FÁTIMA RUIZ, DARA CABRERA Y TACHO GONZÁLEZ, decide otorgar el premio FIRJ/RTVA al mejor corto granadino (dotado con 500€) por su apreciable manejo de la técnica para lograr un lirismo sencillo y elegante a “ORIGAMI”, de David Pavón



• PREMIO NACIONAL



El Jurado de la 20º edición del Festival Internacional de Jóvenes Realizadores de Granada, formado por ALMUDENA SÁNCHEZ, ÓSCAR DE JULIÁN, TARIK BOUBKER, LAURENT POUVARET Y ÓSCAR J. VARGAS, decide hacer mención especial del Certamen Nacional a “BENDITO SIMULACRO”, de Eduardo Moreno y Óscar Clemente, y a “BITSELLER”, de Juanma Sánchez.



Otorga el premio al Mejor Cortometraje Nacional (dotado con 1500€), por sintetizar cinematográficamente toda la vida de una persona en un relato lleno de viveza, optimismo e incitación a la rebelión a “LUISA NO ESTÁ EN CASA”, de Celia Rico.

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