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Famiglie a rischio povertà

Famiglie a rischio povertà

Russia - Gli standard di vita della popolazione e delle famiglie nella Russia di Medvedev

Cristina Carpinelli Lunedi, 07/06/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2010

Nella Russia di Medvedev, il livello dei consumi si è innalzato e gli standard di vita della popolazione non sono più quelli degli anni novanta. Ma a godere dei migliorati livelli di vita della popolazione è soprattutto il nuovo ceto medio, un gruppo sociale che si colloca tra una classe oligarchica molto ricca -i siloviki - e la grande massa della gente, che deve fare ancora i conti con la trappola della povertà.



Secondo una recente indagine compiuta per conto dell’Unicef dal “National Survey of Prosperity and Participation of the Population in Social Programs (NSPSP)” - indagine, peraltro, confortata dai dati forniti dal “Federal Russian State Statistics Office”, attraverso la pubblicazione “Famiglia in Russia”, 2008, disponibile solo in lingua russa -, le famiglie con figli minori a carico sono il gruppo socio-demografico più povero della popolazione russa. Esse si distinguono, infatti, per l’alto rischio di povertà. Attualmente, le famiglie con figli a carico costituiscono il 36,6% del numero totale delle famiglie russe, rappresentando, invece, il 57% del numero totale di quelle considerate povere.

I dati sulla struttura della povertà del NSPSP confermano che in Russia la povertà colpisce i bambini in modo radicale, e questo fatto è ancora più vero quando è preso in considerazione il fattore “rischio di povertà”. Sulla base di questo fattore, circa l’80% delle famiglie con figli a carico rientra nella categoria dei poveri, tenuto conto del solo reddito monetario.

Le famiglie con figli non sono affatto un gruppo omogeneo. In termini di caratteristiche e di cause di povertà, possono essere distinte due tipologie:

1) le famiglie “tradizionalmente” povere caratterizzate da un carico demografico “sfavorevole” (famiglie numerose e monogenitoriali);

2) le “nuove” famiglie povere con un carico demografico “favorevole” (famiglie complete con 1-2 figli), ma che sono vittime della trappola della povertà a causa della condizione lavorativa dei membri della famiglia abili al lavoro (bassi salari e/o disoccupazione).

Livelli elevati di “rischio della povertà” sono in genere tipici delle famiglie numerose. Tuttavia, il gruppo più vulnerabile è oggi rappresentato dalle famiglie incomplete (monogenitoriali) con la madre sola come capofamiglia. In questi casi, la comparsa di un secondo figlio può addirittura condurre questa tipologia socio demografica di famiglia verso una povertà devastante.

Nella scelta dei principali fattori responsabili dell’impoverimento di una famiglia, l’indagine NSPSP ne ha selezionati tre: 1) alto carico demografico; 2) disoccupazione dei membri abili al lavoro; 3) basso reddito individuale dei membri abili al lavoro. Il fattore demografico di povertà (fattore 1) è di solito calcolato come rapporto tra il numero dei figli minori e gli adulti abili al lavoro (di età compresa tra i 18 e i 59 anni per gli uomini e tra i 18 e i 54 anni per le donne). Se questo rapporto è superiore a 0.5 (vale a dire, più di un figlio per due genitori abili al lavoro), la famiglia, allora, è soggetta ad alto rischio di povertà. I dati del NSPSP mostrano che oltre il 50% delle famiglie russe con più di un figlio appartiene alla categoria con alto rischio di povertà. Il fattore correlato al reddito insufficiente degli adulti è stato identificato come segue: presenza in famiglia di uomini abili al lavoro (di età compresa tra i 18 e i 59 anni) e di donne abili al lavoro (di età compresa tra i 18 e i 54 anni) che non lavorano, non studiano e non percepiscono alcun tipo di pensione (fattore 2); presenza in famiglia di adulti abili al lavoro (di età uguale o superiore a 18 anni), il cui reddito individuale è inferiore al livello minimo di sussistenza (fattore 3).

Dall’analisi dei dati del NSPSP emerge che il fattore 3 prevale sugli altri. Essi indicano che è presente nel 55,2% delle famiglie russe con figli (mentre è riscontrabile solo nel 50,6% delle famiglie senza figli). Il fattore 2 (famiglie, i cui membri abili al lavoro hanno perso i contatti con il mercato del lavoro) è meno incidente (25,5% delle famiglie con figli e 9,5% delle famiglie senza figli). Infine, il fattore 1 (alto carico demografico) è riscontrabile nel 45,8% delle famiglie con figli, mentre è assente in quelle senza figli. Un alto carico demografico è presente in più del 50% delle famiglie povere con figli, anche se questo fattore non è quello più significativo per questa tipologia di famiglie. Adulti con redditi individuali inferiori al minimo di sussistenza sono presenti nel 71.6% delle famiglie povere con figli e nell’82,9% di quelle povere senza figli. Anche il fattore disoccupazione distingue particolarmente le famiglie povere con figli (34,1%) e senza figli (31%). I 3 fattori di povertà rilevati dall’indagine sono presenti, pur se a livelli molto più contenuti, anche nelle famiglie non considerate povere (Graf. 1).















Fattore rischio di povertà 1: rapporto tra i figli di età < ai 18 anni e i membri abili al lavoro (superiore a 0.5)

Fattore rischio di povertà 2: presenza in famiglia di membri abili al lavoro che non lavorano, non studiano e non ricevono alcun tipo di pensione

Fattore rischio di povertà 3: membri della famiglia o pensionati abili al lavoro che hanno redditi inferiori al minimo di sussistenza



Il livello di povertà e la sua durata peggiorano quando entrano in azione più fattori contemporaneamente. In quasi il 70% delle famiglie russe è presente almeno uno dei fattori di povertà rilevati dall’indagine. Sono presenti almeno due fattori di povertà nel 37,8% delle famiglie con figli e nel 5,3% di quelle senza figli. Solo in una piccola quota di famiglie (quelle con figli) si riscontra, invece, la massima concentrazione dei fattori di povertà (5,8%). Al contrario, nelle famiglie povere con figli, il dato combinato dei tre fattori di povertà raggiunge il 9,5%. La presenza di almeno un fattore di povertà è osservabile in quasi tutte le famiglie povere, a prescindere dal numero dei figli (95,3% delle famiglie povere con figli e 93,5% di quelle povere senza figli). Anche nelle famiglie non considerate povere, la presenza di almeno un fattore di povertà è abbastanza significativa: 73, 4% con figli; 47,5% senza figli (Graf. 2).















L’indagine NSPSP ha messo in relazione anche i tipi differenti di fattori di povertà. Ad esempio, il carico legato al numero dei figli minori da mantenere (carico demografico) e quello che, invece, non dipende da esso. Nelle famiglie russe prevale il carico familiare non legato al numero dei figli minori da mantenere. Solo nel 15,8% delle famiglie russe (con figli) è il carico demografico, legato al numero dei figli minori da mantenere, il fattore che genera povertà. Molto più determinante è il fattore correlato al mercato del lavoro (disoccupazione o salari inferiori al minimo di sussistenza degli adulti in famiglia): 37,1% famiglie con figli e 54,9% famiglie senza figli. Particolarmente significativa è anche la combinazione del fattore demografico di povertà (carico legato al numero dei figli minori da mantenere) con i fattori legati al mercato del lavoro: 30% delle famiglie con figli.

Tra le famiglie povere con figli, molto comune è la combinazione dei diversi fattori di povertà (44,3%). In questo caso, tuttavia, la povertà è soprattutto dovuta al basso reddito o alla disoccupazione dei membri adulti della famiglia. Infine, nelle famiglie povere senza figli, il fattore di povertà che incide più di tutti sulla condizione economica familiare è la situazione dei membri adulti abili al lavoro in relazione al mercato del lavoro - salari inferiori al minimo di sussistenza o disoccupazione: 93,5% (Graf. 3).















L’analisi dello status delle famiglie, utilizzando come indicatore il possesso di beni materiali non monetari, ha rilevato che dal punto di vista della povertà non vi è una stretta correlazione tra la povertà definita sulla base dell’accesso a beni monetari e sulla base dell’accesso a beni non monetari: molte famiglie, che non sono povere dal punto di vista del reddito monetario, lo sono, invece, in relazione alle condizioni abitative, o viceversa. Se la povertà è considerata sulla base dell’accesso delle famiglie ai beni materiali di carattere non-monetario, senza dubbio le famiglie con figli minori a carico sono da classificare tra la popolazione povera. In questo caso, quelle incomplete e quelle numerose risultano essere le più svantaggiate.

Le famiglie con figli rappresentano più del 50% del numero totale della popolazione povera in quasi tutte le regioni russe. Le città capitali (Mosca e San Pietroburgo) costituiscono un’eccezione, poiché qui è più facile trovare un lavoro. Nelle regioni prevalentemente orientate verso l’occupazione maschile, le famiglie incomplete sono le più esposte al rischio di cadere nella trappola della povertà. In tutte le regioni, le famiglie numerose e incomplete sono quelle più inclini ad essere povere, ma esse sono numericamente poche e, per questa ragione, sono le meno visibili.



(7 giugno 2010)

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