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Famiglie a reddito fisso e rincari

Famiglie a reddito fisso e rincari

Donne e consumi - Sempre più urgenti provvedimenti, anche di carattere fiscale

Conti Viola Lunedi, 22/11/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2010

Da tempi immemorabili Adusbef e Federconsumatori denunciano quello che oggi è sotto gli occhi di tutti, e che la CGIL conferma con i dati allarmanti relativi alla caduta del potere di acquisto dei lavoratori dipendenti: le famiglie italiane, colpite da 9 anni di rincari, non riescono più ad arrivare alla fine del mese. “Il crollo verticale del potere di acquisto, infatti, dipende proprio dall’inarrestabile aumento dei prezzi che, dal 2002 ad oggi, ha registrato, per ogni famiglia a reddito fisso (ovvero lavoratori e pensionati) rincari di ben 10.270 Euro, ai quali vanno aggiunti 1.118 Euro previsti nel 2010 - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti -. Le accuse di una speculazione selvaggia e di dati Istat poco condivisibili, avanzate dal 2002 da Adusbef eFederconsumatori, hanno trovato conferma sia nelle autorevoli ricerche di Bankitalia e sia nella stessa ‘confessione’ da parte dell'ISTAT quando ha iniziato a dare un ulteriore dato sull'inflazione, relativo al cosiddetto carrello della spesa. Avevamo addirittura chiesto, già allora, una commissione che indagasse su cosa fosse avvenuto nel 2002 durante il cambio lira-euro per cui, in presenza di un aumento incredibile dei prezzi soprattutto dei beni di largo consumo, veniva registrato addirittura un calo del tasso di inflazione dal 2,7 al 2,5, mentre dai nostri osservatori e dai nostri calcoli (peraltro suffragati da altri autorevoli centri economici) il tasso medio avrebbe dovuto collocarsi al 5,6% e quello relativo ai prodotti di largo consumo all'8,9%. Le famiglie a reddito fisso hanno subito, quindi, una ‘rapina’, soprattutto con il pretesto dell'euro e l'effetto trascinamento, dal 2002 al 2008, di 137,4 miliardi in tutti i settori della vita produttiva: dai generi di largo consumo, a quelli di prima necessità, dai servizi bancari a quelli assicurativi, dalla benzina al gas, dai trasporti pubblici alle tariffe ferroviarie, ai rifiuti solidi urbani. Sono sempre più urgenti provvedimenti, anche di carattere fiscale, che restituiscano potere di acquisto alle famiglie a reddito fisso, quali lavoratori e pensionati, per almeno 1.200 Euro, chiedendo anche ai commercianti di diminuire i prezzi almeno del 15%”.



(22 novembre 2010)

 

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