Sondaggio di maggio - Cos’è oggi la famiglia? Una fotografia che evidenzia una realtà decisamente articolata. Quanti problemi soprattutto dal punto di vista di…
Rosa M. Amorevole Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2007
Cos’è oggi la famiglia? Le numerose analisi disponibili ci permettono di ottenere una fotografia che evidenzia una realtà decisamente articolata. Ricordare qualche dato ci permetterà di comprendere il contesto nel quale vanno collocate le risposte al sondaggio del mese.
La popolazione, secondo l’ISTAT, invecchia: da un lato diminuisce la classe tra gli 0 ed i 14 anni e dall’altro aumenta quella con 65 e più anni, l’indice di dipendenza (popolazione 0-14 anni e con 65 anni ed oltre su popolazione 14-64) aumenta, soprattutto per effetto dell’elevato numero di anziani.
La famiglia è sempre più piccola: diminuisce il peso delle realtà con 5 componenti e quello delle coppie con figli, aumentano le persone sole e le coppie senza figli (da 3,9 a 4,9 milioni). Le nuove forme familiari rappresentano il 23% del totale delle famiglie: single non vedovi, coppie non coniugate o ricostruite in cui i partner vengono da precedenti unioni o matrimoni.
Dall’indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali del Parlamento, emerge un incremento dei single (+25,9%) e delle coppie senza figli. Poche sono infatti le nascite, anche se le italiane vorrebbero più figli: è nell’insufficiente sostegno economico, nel sistema fiscale che non favorisce chi ha figli, nell’inesistenza delle politiche di conciliazione e nella scarsa presenza di asili e strutture socio-educative, si afferma, che vanno ricercate le responsabilità.
Del resto in Italia, dopo il primo figlio, in molte sono costrette ad abbandonare il lavoro o a passare ad una attività meno redditizia. Fenomeno di tendenza opposta a quanto succede in Francia (terra in cui il tasso di natalità è cresciuto), dove l’81% delle donne tra i 25 ed i 49 anni risulta occupata. E proprio grazie al lavoro, sostiene l’indagine, si sono create le condizioni favorevoli per fare figli!
In Italia, la fonte è sempre l’ ISTAT, ci si sposa sempre di meno e più avanti nell’età (32 anni per i maschi, più di 29 per le femmine). Il 52,7% dei maschi tra i 25 ed i 34 anni vive con almeno un genitore, contro il 36,1% delle femmine della stessa classe di età.
I nuclei monogenitoriali per l’84% hanno la donna come genitore di riferimento e le persone di 65 anni ed oltre che vivono sole sono per il 64% donne.
L’Italia ha il primato del tempo dedicato dalle donne al lavoro familiare e, al contempo, il più altro differenziale tra il tempo dedicato alla famiglia dalle donne e quello dedicato dagli uomini.
Di fronte a tale contesto di riferimento dunque, per il 41% delle lettrici e dei lettori che hanno risposto al quesito del mese, i maggiori problemi sono riscontrabili sul fronte dei nuovi diritti e del welfare, per il 32% il tema rimane la condivisione del lavoro di cura. Per il 14% prevale il tema della responsabilità educativa e dell’accoglienza, per il 9% quello della violenza e della fragilità, per il 5% quello dei mutamenti e delle nuove culture.
Dal nostro sondaggio la definizione di famiglia assume prevalentemente la connotazione di gruppo di persone legate da affetto e responsabilità, con o senza figli, che promuove il benessere dei propri componente, che sviluppa mutuo aiuto tra i componenti; un microcosmo nel quale si sperimentano diritti, doveri, conflitti, responsabilità, gioie e dolori. Il cuore pulsante di un società e in termini economici una unità produttiva (con ruolo attivo) e non solo una macchina da consumo (ruolo passivo).
E per chi avverte maggiormente il peso della mancanza di servizi: il più medievale degli ammortizzatori sociali.
Di fronte ai cambiamenti delle famiglie, alla politica si richiede di comprendere i mutamenti della società, di ascoltare e rispondere ai nuovi bisogni con leggi specifiche, servizi adeguati, agevolazioni fiscali, microcredito, la promozione vera della conciliazione tra tempi di cura e di lavoro, la reale condivisione del lavoro di cura tra donne e uomini. Non solo qualche asilo quà e là e soprattutto poche chiacchiere e più fatti.
Nei confronti dell’immigrazione, prevalentemente le risposte affermano che la presenza di culture diverse non debba né possa rappresentare la scusa per disattendere ai diritti umani: regole uguali dello Stato per tutti i cittadini, che devono essere rispettate; tutela della diversità culturale e religione se non contrastano/negano i diritti umani e i nostri regolamenti di convivenza civile.
(7 giugno 2007)
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