Sondaggio di aprile - Le nuove facce delle relazioni
Rosa M. Amorevole Lunedi, 04/05/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2009
La sociologia definisce come rete sociale un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari. Secondo gli studiosi, le dimensioni di una vera rete sociale sono limitate a circa 150 membri (numero di Dunbar): questo numero rappresenterebbe la dimensione massima di un ecovillaggio, e il numero potrebbe rappresentare una sorta di limite superiore all'abilità media degli esseri umani di riconoscere dei membri e tenere traccia degli avvenimenti emotivi di tutti i membri di un gruppo. In alternativa potrebbe essere dovuto a una questione economica, e al bisogno di individuare gli "scrocconi", in quanto gruppi più grandi tendono a facilitare il prosperare di ingannatori e bugiardi. Ad ogni modo, sembrerebbe che il capitale sociale venga massimizzato a queste dimensioni. La versione di Internet delle reti sociali è una delle forme più evolute di comunicazione in rete, ed è anche un tentativo di violare la "regola dei 150". La rete delle relazioni sociali che ciascuno di noi tesse ogni giorno, in maniera più o meno casuale, nei vari ambiti della nostra vita, si può così "materializzare", organizzare in una "mappa" consultabile, e arricchire di nuovi contatti. Il fenomeno delle social network nacque negli Stati Uniti e si è sviluppato attorno a tre grandi filoni tematici: l'ambito professionale, quello dell'amicizia e quello delle relazioni amorose. Per entrare a far parte di un social network online occorre costruire il proprio profilo personale, partendo da informazioni come il proprio indirizzo email fino ad arrivare agli interessi e alle passioni (utili per le aree "amicizia" e "amore"), alle esperienze di lavoro passate e relative referenze (informazioni necessarie per il profilo "lavoro"). A questo punto si invitano gli amici a far parte del proprio network, i quali a loro volta possono fare lo stesso, cosicché ci si trova ad allargare la cerchia di contatti con gli amici degli amici e così via, idealmente fino a comprendere tutta la popolazione del mondo, come prospettato nella teoria dei sei gradi di separazione del sociologo Stanley Milgram, secondo la quale chiunque può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. Tale teoria è stata proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy in un racconto breve intitolato Catene.
Che piaccia o meno i social network su internet sono divenuti una realtà, l’Università di Birmingham ha proposto addirittura un master. Del resto gli esperti non riescono ancor oggi a valutare tutte le implicazioni possibili nel prossimo futuro, anche se appaiono certi che il marketing del futuro passerà attraverso la rete dei loro contatti.
Le risposte al sondaggio del mese si spalmano sulle diverse opzioni e quelle in relazione alle domande aperte variano dal rifiuto per timore di eccessiva invadenza all’utilizzo strumentale per promuovere il proprio lavoro. Il 44%, pur non avendo ancora una convinzione certa in merito all’utilità (relazionale o professionale) dello strumento, dichiara di essersi registrato su facebook, diverse risposte sottolineano la necessità di tempo quotidiana necessaria per “vivere a pieno la community”, tempo al momento non disponibile. Altre risposte si focalizzano sulla necessità di mantenere vivi i rapporti diretti (telefono, incontri, ecc.). Secondo gli esperti del Creative Intelligence Team di Corbis, studiosi dei trend visuali e culturali in America, Europa, Medio Oriente, Africa ed Asia Pacifico, si evince che le donne sono sempre più attirate da Internet e dai siti di social networking per instaurare relazioni, incontrare nuove persone e tenersi in contatto con amici e parenti. Questo trend continuerà anche in futuro in maniera ancora più marcata poiché un numero sempre maggiore di donne si avvicinerà alla tecnologia come strumento sociale: entro il 2011 si prevede che il 72% delle donne sarà online in confronto con il 69% degli uomini. Dagli Stati Uniti un’indagine ci rivela che i diamanti non sono più i migliori amici delle donne: tre donne su quattro infatti preferiscono ricevere come regalo un dispositivo tecnologico, ad es. un nuovo televisore al plasma di ultima generazione; dovendo scegliere tra un paio di scarpe di marca e una nuova videocamera digitale, un sorprendente 86% opta senza dubbio per la seconda. Sembra che le americane considerino la tecnologia come parte integrante della loro vita e stiano superando gli uomini nell’acquisto di computer, videogiochi e DVD, arrivando ad affermarsi come la fascia di pubblico di riferimento a cui gli operatori del settore debbono indirizzarsi.
QUALCHE DEFINIZIONE:
FACEBOOK: (inizialmente noto col nome di Thefacebook) è un popolare sito di social network ad accesso gratuito. Il nome del sito si riferisce agli annuari (facebook) con le foto di ogni singolo membro che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti ed al personale della facoltà come mezzo per conoscere le persone del campus. Il sito conta attualmente oltre 175 milioni di utenti in tutto il mondo.
TWITTER : è una rete e un servizio di microblogging che permette agli utenti di mandare aggiornamenti (messaggi di testo, lunghi non più di 140 caratteri) via SMS, messaggeria istantanea, e-mail. I messaggi pubblicati hanno l'intenzione di informare sul proprio status ovvero come ci si sente oppure cosa si sta facendo in quel momento. Ad esempio: "Sto mangiando una mela".
MYSPACE: è una comunità virtuale creata nel 1998. Offre ai suoi utenti blog, profili personali, gruppi, foto, musica e video. I server sono a Santa Monica, California, e a New York. È attualmente il sesto sito più popolare al mondo, il quarto tra quelli in lingua inglese e il terzo negli Stati Uniti. Molto utilizzato dagli artisti per pubblicizzare le proprie opere al di fuori dei circuiti tradizionali di business.
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