Intervista a Ermanno Detti - La letteratura contemporanea per ragazzi non vuole "né commuovere, né distinguere i buoni dai cattivi" perchè l'obiettivo è solo vendere tanto, inseguendo il successo commerciale di Harry Potter
Marilena Menicucci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007
Avventuraragazzi è la collana di libri per ragazzi appena nata da Editori Riuniti. Ad ottobre sono usciti i primi tre volumi: La nave fantasma di Emilio Salgari, Piccoli vagabondi di Gianni Rodari e La mano nera di Ermanno Detti.
Dopo averli letti tutti d’un fiato, rapita come una ragazzina (intreccio della trama, imprevedibilità degli accadimenti, suspence, precisione linguistica, ricostruzione storica, freschezza dei sentimenti, vittoria dell’amicizia e della solidarietà, protagoniste femminili positive…) ho chiesto di commentare l’avvenimento ad Ermanno Detti, curatore della collana e scrittore di tanti romanzi per ragazzi e di saggi sulla lettura.
Qual è la principale caratteristica di questa collana?
Con questa collana Editori Riuniti presenta ai ragazzi romanzi di carattere avventuroso, scritti da autori italiani di epoche diverse. Se la nostra proposta verrà accettata e compresa solo in un secondo momento passeremo agli autori stranieri.
Perché questa preferenza per gli scrittori italiani?
Gli autori italiani, secondo me, sul genere avventuroso possono dire qualcosa di molto valido nella letteratura per ragazzi. Abbiamo una lunga tradizione letteraria, basta ricordare Emilio Salgari, Salvator Gotta, Luigi Motta, Mino Milani e tanti altri, che hanno scritto bellissimi romanzi; lo stesso Rodari, al suo primo romanzo, Piccoli vagabondi, ha creato un genere avventuroso originale, che abbiamo sentito il bisogno di riproporre ai ragazzi italiani.
Le illustrazioni dei tre volumi pubblicati sono molto diverse, quale criterio di scelta è stato seguito?
Abbiamo voluto mantenere le illustrazioni d’epoca, così appena il ragazzo apre il libro acquista consapevolezza dell’epoca del romanzo: La nave fantasma di Salgari ripropone la grafica di fine ottocento, Piccoli vagabondi di Rodari quella del secondo dopoguerra (la copertina riproduce la locandina del film Sciuscià) e La mano nera, che racconta un’avventura contemporanea, è stato illustrato con i disegni sfuggenti di un’artista d’oggi.
In futuro quali romanzi usciranno?
Vogliamo presentare altri volumi fedeli alla scansione temporale dei primi tre. Sono in preparazione altri due romanzi di Salgari, un romanzo avventuroso di genere giallo, intitolato Ladri e guardie e per gli anni cinquanta proporremo un libro di Gianna Anguissola, un suo capolavoro sconosciuto che è anche una sorpresa per l’editoria italiana.
Perché insistere con un autore tanto conosciuto come Emilio Salgari?
I racconti di Salgari da noi selezionati sono tra quelli sconosciuti o dimenticati. Egli, infatti, ne ha scritti moltissimi, circa 150, poco noti e poco valorizzati, ma molto belli e ricchi di fascino.
I primi tre volumi sono molto diversi tra loro: La nave fantasma sembra il racconto di un sogno, Piccoli vagabondi è una storia dentro la Storia e La mano nera può essere letto come la sintesi dei primi due. Che cosa pui dirci sulle specifiche diversità?
(29 gennaio 2007)
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