Beijing 2008 - La Consigliera di Parità dà l'”in bocca al lupo” alla ginnasta che con 43 medaglie ha segnato la storia dello sport Teatino
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2008
Tutto sembra essere pronto per il grande evento: la 29° edizione dei Giochi Olimpici, che porterà gli atleti di tutto il mondo a Pechino, vede la presenza di Fabrizia D'Ottavio.
Fabrizia D'Ottavio ha la ginnastica ritmica nel sangue.
L'atleta ha segnato la storia dello sport Teatino e, dalle Olimpiadi di Atene 2004 agli Europei di Torino 2008, ci ha regalato ben 43 medaglie e tante emozioni. I risultati sono frutto di lavoro costante, di maturità fisica, psichica ed intellettuale.
Componente della squadra nazionale di ginnastica ritmica può proporsi come modello di eccellenza per lo sport femminile.
“La sua presenza dell'universo dello sport abruzzese– dice Giovina Tomassi- è una realtà ricorrente e, grazie a lei, tramonta il modello sportivo coniugato solo al maschile.
Ci si potrebbe interrogare sul perchè si continua a offrire fama e popolarità a personaggi sportivi solo e sempre esclusivamente uomini.
L'evento Olimpico di Pechino anche da questo punto di vista spinge ad una attenta riflessione sul significato dello sport come luogo di pari opportunità.
Le pari opportunità, ben garantite dalle norme, sono lontane da un concreto raggiungimento, ma la nostra provincia può proporsi come modello di eccellenza per lo sport femminile”.
“Il segreto dello sport non si basa solo sulla forza dei muscoli-aggiunge-ma vive su una preparazione costante ed appassionata e Fabrizia D'Ottavio dedica otto o nove ore al giorno, tutti I giorni, ad faticosissimo allenamento per tenere in assoluto equilibrio il suo fisico, la sua personalità e la sua dimensione di essere donna.”
L'evento olimpico, attraverso la presenza della nostra brava ginnasta, ci dà l'occasione per riaffermare l'importanza del vero valore dello sport e ricordarci che alle atlete è chiesto molto più che agli uomini non solo in termini di impegno, ma anche di rinunce della propria vita personale.
La consigliera di parità sottolinea la scarsa visibilità e la poca attenzione che si dedicano ad una disciplina che richiede una durezza di allenamento molto superiore a sport più popolari ed acclamati. La disparità di visione tra uomini o donne nello sport è lo specchio di una disparità esistente anche in altri settori.
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