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Evgenia Cirikova, la giovane paladina dell’ambiente

Evgenia Cirikova, la giovane paladina dell’ambiente

Russia - Evgenia Cirikova ha iniziato a combattere da ecologista per difendere la foresta di Khimki. Ha fondato ECMO e tra arresti e strani omicidi continua la battaglia che per ora ha ottenuto di eliminare i centri commerciali

Cristina Carpinelli Mercoledi, 04/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2012

Solo pochi anni fa nessuno sapeva chi fosse Evgenia Cirikova, una giovane russa di 34 anni che vive a Khimki, città situata nella regione di Mosca. Ma da quando la giunta comunale della città di Mosca ha deciso di abbattere la foresta, che si trova vicino alla sua abitazione, per costruire una autostrada di collegamento con San Pietroburgo, senza aprire alcun dialogo con i residenti e le associazioni ambientaliste, è diventata una delle più importanti attiviste del movimento ecologista in Russia. Ha incominciato ad interessarsi del destino della foresta con la nascita della sua seconda figlia. Infatti, sostiene la stessa Cirikova, “Improvvisamente, ebbi il tempo di guardarmi intorno e di realizzare che mentre stavo lavorando e pagando le tasse, qualcun altro stava usando i miei soldi per distruggere il mio habitat”.

Quella della Cirikova non è stata una battaglia facile. I burocrati hanno reagito alla sua protesta con indifferenza, mentre molti suoi concittadini si sono dimostrati piuttosto scettici: un progetto internazionale, che richiedeva ingenti investimenti di denaro (molti milioni di dollari!), non sarebbe certo stato ostacolato da una foresta. “L’amministrazione locale di Khimki non capiva che cosa volessi - afferma la Cirikova - e mi diceva: Se vuoi vivere in mezzo ai boschi puoi sempre trasferirti in Siberia”.



Già dall’inizio del conflitto, sorto per “custodire” la foresta, gli attivisti del gruppo ambientale ECMO (Difesa ambientale della regione di Mosca), la cui leader è la Cirikova, sono stati sottoposti ad abusi fisici. Dieci di questi militanti ecologisti sono stati addirittura uccisi da ignoti, mentre la stessa Cirikova ha ricevuto minacce di morte. Eppure, nessuno si è arreso, né tanto meno lei, la “capa”, che nel frattempo era stata pure accusata da alcuni osservatori politici di essere in cerca di notorietà. “Sono i burocrati che mi hanno trasformato in una leader dell’opposizione”, ribatteva Evgenia. Anche se ha tenuto a precisare che i suoi avversari non erano solo i burocrati con la loro “sonnolenta visione dell’ecologia”, ma pure il partner straniero del progetto, la società francese di costruzioni Vinci, coinvolto nello scempio ambientale, dato che proprio questa società aveva insistito perché la costruzione passasse attraverso la foresta, minacciando in caso contrario la richiesta di ingenti risarcimenti. Secondo il quotidiano economico Vedomosti, la multa per la rottura dell’accordo avrebbe potuto ammontare a circa 4 miliardi di rubli (98 milioni di euro).



La giovane leader ecologista non ha mai mostrato particolare interesse verso la politica: “Non pensavo fosse possibile cambiare qualcosa, la politica mi sembrava un tentativo senza senso”. In più, i numerosi contatti con i burocrati, che le ribadivano puntualmente come la sua battaglia fosse tempo perso dato che il progetto di costruzione dell’autostrada era un provvedimento assunto a livello federale, non aumentavano la sua fiducia verso il potere. Era stato Putin, in veste di primo ministro, ad approvare nel 2009 la costruzione dell’autostrada. Da quell’anno, la Cirikova ha iniziato subito la sua protesta chiedendo che fosse modificato il percorso tracciato per costruire l’autostrada. Non è iscritta a nessun partito politico, preferendo lavorare in modo indipendente come attivista, e accettando come sostenitori della sua causa tutti i russi che fossero motivati alla causa a prescindere dal loro credo politico. Ha iniziato a bombardare vari ministeri ed agenzie chiedendo conto del progetto, ricevendo “risposte idiote” del tipo: “Questa decisione è stata presa dal premier Putin in persona e, di conseguenza, è completamente legale”. A quel punto, la Cirikova ha deciso di rivolgersi ad un avvocato, ha cominciato a stampare dalla propria abitazione opuscoli “domestici” denunciando la volontà federale di distruggere la foresta, ha lasciato dappertutto il suo numero di telefono ed è riuscita a creare un gruppo a cui ha dato il nome di ECMO. Insieme a questo gruppo ha organizzato diversi rallies nel centro di Mosca, e per questo è stata anche più volte arrestata.



Nikolaj Petrov del “Carnegie Moscow Centre” sostiene che questa opposizione - come altre presenti adesso in Russia - è di nuovo tipo. È civile, orientata soprattutto a risolvere problemi concreti, e non ha come sbocco finale la creazione di un partito. Nel mese di giugno 2011 si è svolto un meeting di quattro giorni nella foresta di Khimki per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ragioni di questa campagna ambientalista. Hanno aderito all’iniziativa più di tremila persone. Il meeting è stato battezzato “Anti-Seliger” richiamando, in controtendenza, l’incontro annuale che il gruppo dei giovani pro-Putin (Nashi) tiene sul lago Seliger nella regione di Tver’. L’obiettivo del meeting, che d’ora in poi si sarebbe svolto ogni anno, è stato quello di formare nell’opinione pubblica una coscienza civile e stimolare la partecipazione popolare “per difendere dignità e diritti dei cittadini”. In un’intervista rilasciata a radio “Echo Moskvy” (10 agosto 2011), la Cirikova ha sostenuto: “Mi sembra che il nostro problema non sia Putin ma la gente. Dovremmo essere tutti più esigenti riguardo alle nostre vite, a cosa vediamo dalle nostre finestre e saper resistere sempre nel caso in cui i funzionari di governo ci offendano (…). Non è possibile alcun cambiamento di regime senza un cambiamento nella mentalità della gente. Se i cittadini non sono indifferenti al loro destino, se partecipano attivamente alla vita di comunità, anche il governo politico sarà assolutamente differente… [altrimenti] è inutile cambiare Putin con chiunque altro. Il cambiamento del sistema politico è possibile soltanto attraverso il cambiamento nella mentalità delle persone.



Nel corso delle recenti elezioni parlamentari del dicembre 2011, la Cirikova è stata fermata da agenti all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, mentre tornava da Bruxelles dove aveva avuto alcuni incontri con i membri del parlamento europeo e con la commissione europea per perorare la sua causa. Durante questi incontri, la Cirikova aveva affrontato anche il tema della repressione delle proteste pacifiche che si erano svolte a Mosca e San Pietroburgo per denunciare i brogli elettorali e per chiedere l’immediata scarcerazione dei militanti imprigionati. Dopo un’ora di fermo è stata rilasciata e le è stato restituito il passaporto.



Evgenia Cirikova aveva già avuto un precedente giudiziario con una condanna che le era stata inflitta il 4 agosto 2010, “avendo tenuto una manifestazione non autorizzata” e “per resistenza al pubblico ufficiale”. Nel febbraio 2011 le erano state, inoltre, irrogate alcune ammende amministrative. La protesta in difesa della foresta di Khimki si è per ora conclusa con la decisione di ridurre il percorso del tracciato autostradale da 600 metri (1,970 piedi) a 100 metri (328 piedi) e di proibire la costruzione di centri commerciali sui lati della carreggiata dell’autostrada.



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Per chi ne vuole sapere di più, è possibile visitare il sito ufficiale on line ecmo.ru (Difesa ambientale della regione di Mosca): http://www.ecmo.ru/ . Si può sottoscrivere la petizione contro la costruzione dell’autostrada, che ha già raccolto più di 132.986 firme (dal 10 marzo 2010 al 2 aprile 2012)

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