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Europa pari o dis-pari?

Europa pari o dis-pari?

Ferrara - Della Carta europea per la parità fra donne e uomini nella vita locale si è parlato nel seminario organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia

Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008

La Carta europea per la parità fra donne e uomini nella vita locale, redatta nell’ambito di un progetto 2005-2006 sostenuto dalla Commissione europea, è stata oggetto di uno specifico seminario organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Ferrara.
E’ destinata agli enti locali e regionali d’Europa che sono invitati a firmarla e a prendere pubblicamente posizione sul proprio territorio in merito alle tematiche della parità.
Si registrano, ancora troppo spesso, delle “dichiarazioni d’intenti” a discapito della mancanza di parità, sia in politica sia nelle professioni sia negli atti e nelle azioni dei governi locali.
Il seminario, pertanto, ha voluto focalizzare l’attenzione sulla esistenza degli strumenti e del loro mancato utilizzo e la necessità di mettere in atto strategie congiunte.
La Carta europea, se adottata, innanzitutto vincola a redigere un Piano d’azione per la parità che fissi le priorità, le azioni e le risorse necessarie alla sua realizzazione.
Inoltre, ogni ente firmatario s’impegna a collaborare con tutte le Istituzioni e Organizzazioni del territorio per promuovere concretamente l’instaurarsi di una vera uguaglianza, diritto fondamentale di tutti e di tutte.
L’articolazione della Carta è sviluppata in tre parti: i principi, la messa in pratica e relativi impegni, la responsabilità democratica.
Fanno parte dei principi il diritto fondamentale della parità, la partecipazione equilibrata degli uomini e delle donne nella società democratica, l’eliminazione degli stereotipi, le discriminazioni multiple.
La seconda parte della Carta è dedicata ad un punto molto significativo in quanto vincolante, “la messa in pratica” perchè obbliga temporalmente e quantitativamente i firmatari ad azioni dedicate e alla partecipazione al sistema di valutazione.
Alla terza parte si iscrive il “ruolo del datore di lavoro” cioè l’Ente che, sottoscrivendo la Carta, deve mettere in atto tutte le azioni antidiscriminatorie, dalla conciliazione alle condizioni di lavoro e di organizzazione, alla sicurezza e alla dignità lavorativa.
Di altrettanta importanza è il capitolo dedicato alla “fornitura di beni e servizi” perché, in caso di adozione della Carta, introdurrebbe un meccanismo davvero innovativo di controllo e di attuazione dei principi di parità e quindi di democrazia, verso ogni fornitore.
Anche la “ cura dei familiari a carico”, “l’inclusione sociale”, “la sicurezza e la protezione”, “gli abusi sessuali” trovano ampio spazio all’interno della Carta che non deve essere considerata un ordine del giorno ma necessita di ampie discussioni, analisi, condivisioni prima della sottoscrizione.
Va detto che alcuni dei comportamenti richiesti dalla Carta sono già adottati dagli Enti locali ma, nonostante questo, è necessario ribadire che l’uguaglianza è un diritto per tutti ed è trasversale e non è affatto raggiunta.
Ad oggi sono oltre 600 i sottoscrittori: sembrerà assurdo ma è necessaria ancora molta sensibilizzazione !


(20 novembre 2008)

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