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Eulalia e la tradizione maya

Eulalia e la tradizione maya

Guatemala - La felicità del primo stipendio. E’ Saq'onak, autogestione artigianale ed ecoturismo

Maria Antonietta Pugliese Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008

Eulalia Xol, capelli raccolti in una lunga treccia e huipil - camicetta tipica delle donne maya -, ci racconta come è nata Saq'onak- associazione di autogestione artigianale ed ecoturismo - di cui fanno parte 400 donne indigene, che vivono nelle aree rurali dei dipartimenti di Alta Verapaz, Huehuetenango, Quetzaltenango e Quiché. “Eravamo un gruppo di donne che non lavorava ma che si occupava della famiglia fino a quando attraverso la ONG italiana CISP, ci è stata data una possibilità per uscire dal nostro bisogno”. Queste donne, che ora hanno una cooperativa di produzione tessile artigianale, non avevano nessuna esperienza nella produzione, nel cucito e nel ricamo ma sono state formate e aiutate a mettere a frutto le conoscenze tradizionali riuscendo così anche a dare rilevanza alla cultura della propria terra. Saq'onak, di cui Eulalia Xol è presidente, produce ora coperte, copriletti, cuscini, tende, tovaglie, borse, güipiles, scialli utilizzando cotoni certificati e tinte vegetali, secondo la più antica tradizione maya. “Attraverso questo lavoro, che ci permette di guadagnare e di contribuire al mantenimento delle nostre famiglie, abbiamo anche acquistato una forte autostima nelle nostre capacità e siamo più rispettate anche dai nostri mariti” osserva Eulalia. L'atavico problema del machismo, che spesso nelle comunità indigene raggiunge eccessi assurdi, come capita nelle comunità chiuse e fortemente tradizionali, si trova così a doversi confrontare con la nuova realtà delle proprie compagne protagoniste della propria vita. E anche Eulalia ci racconta: “sono sposata e ho cinque figli. Non è facile occuparsi di tutto e trovarsi anche a dover negoziare con il proprio compagno il tempo. Ma quando ho deciso di unirmi a lui gli ho fatto fare la promessa accettare il mio lavoro e il mio impegno nell'Associazione. Così, quando prova a lamentarsi, glielo ricordo...Il mio primo stipendio è stato di 50 quetzales (circa 5 euro). Ricordo molto bene la sensazione di felicità quando l'ho avuto e la consapevolezza di poter badare a me stessa e alla mia comunità. Non rinuncerei mai a questo”. Una lezione di impegno e di dignità che arriva dall'altra parte del mondo.
Informazioni: www.saqonak.com

(23 ottobre 2008)

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