Intervista a Alessandro Ramazza - Il presidente di Obiettivo Lavoro SpA, la più grande Agenzia per il lavoro a capitale interamente italiano, fatturato 2006 di oltre 410 milioni di Euro e 410.000 lavoratori avviati in missione dal 1998
Ferraguti Isa Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007
Obiettivo Lavoro nasce nel 1997 come cooperativa, e viene trasformata in S.p.A. nel 2003, su iniziativa delle principali forze dell’economia sociale in Italia: da Legacoop a Compagnia delle Opere, al sistema delle Banche Popolari, a Confcooperative e alle ACLI. Obiettivo Lavoro è anche una società con tratti fortemente femminili: infatti più del 67 % dei dipen-denti diretti è costituito da donne, con un’età media fra i 28 e i 35 anni.
Il 2007 è l'anno europeo delle Pari Opportunità. Cosa significa questo per voi?
Vorrei dare qualche dato: uno studio del World Economic Forum ha confrontato, in 53 paesi, il trattamento fra uomini e donne, la retribuzione, l’accesso al lavoro, la partecipazio-ne alla politica, l’istruzione, la qualità della vita. Ebbene, in questa graduatoria l’Italia occu-pa solo il 40° posto. Inoltre, il tasso di occupazione femminile nell’Europa a 15 è del 56 % (15 punti in meno di quello maschile) ma in Italia è solo del 45,2%. C’è molta strada da fare sul cammino delle pari opportunità. In questo contesto, Obiettivo Lavoro è impegnata a recuperare questa arretratezza e ha individuato l’assunzione di responsabilità sul tema delle pari opportunità come elemento costitutivo della propria identità, delle strategie, dei com-portamenti concreti sia nei confronti dei dipendenti diretti, sia verso i lavoratori sommini-strati.
Come si pone Obiettivo Lavoro rispetto a questi temi?
Intanto la nostra Agenzia, unica in Italia e probabilmente in Europa, ha strutturato un im-pianto di Responsabilità Sociale di Impresa che prevede la Mission, la Carta dei Valori, il Codice Etico, la Certificazione Etica SA8000, e sta lavorando al proprio Bilancio di Re-sponsabilità Sociale. La Mission di Obiettivo Lavoro si apre con l’impegno a rendere effetti-va “la centralità della persona in un quadro di pari opportunità per le donne e gli uomini”.
Abbiamo assunto volontariamente questi impegni e pensiamo che realizzarli concretamente giorno per giorno sia un tratto distintivo della nostra società, una scelta strategica che ci guida nel nostro agire verso i lavoratori e le lavoratrici ma anche nella relazione con i clien-ti, ai quali chiediamo di misurare il nostro operato anche sulla base di questi parametri di qualità sociale.
Cosa fate concretamente?
Agiamo in tre direzioni. Sul piano interno, cerchiamo di orientare l’organizzazione e i com-portamenti alla valorizzazione delle differenze. Per fare un esempio: abbiamo deciso, come segno concreto di supporto alla maternità e paternità, di erogare l'importo di 500 Euro ai dipendenti che, nel corso dell'anno 2006, siano diventati madri o padri. È un provvedimen-to del tutto originale nel panorama del settore e si presenta con un triplo valore: simbolico, economico e di equiparazione di maternità e paternità, a ribadire che le pari opportunità vengono considerate e tutelate nella loro piena sostanza.
Un esempio del nostro comportamento nei confronti dei lavoratori somministrati riguarda le lavoratrici che provengono dall’estero: infermiere professionali, fisioterapiste, tecniche radiologhe. Stiamo allargando inoltre la nostra attività di ricerca e selezione a tutte le figure impegnate nelle attività di assistenza e anche a figure specializzate e laureate in settori come l’informatica e la ristorazione. Obiettivo Lavoro, in questo campo, ha sviluppato un model-lo trasparente che consente la tracciabilità dell’intero percorso a partire dalla ricerca, che viene fatta esclusivamente in collaborazione con Enti e Istituzioni pubbliche, alla prima se-lezione, che avviene nel Paese di origine alla presenza del cliente, fino all’arrivo in Italia.
A questo punto sviluppiamo un percorso di accoglienza, della durata complessiva di un mese, per consentire alla lavoratrice un inserimento progressivo nella nuova situazione in condizioni di “sicurezza psicologica”. Ad ognuna delle lavoratrici che provengono dall’Estero assicuriamo vitto ed alloggio, in un contesto che possa riconoscere come pro-prio. A ciò aggiungiamo una attività di formazione tale da consentire il miglior inserimento nel nuovo luogo di lavoro. Infine, cerchiamo di agire sulle imprese clienti per far compren-dere ed accettare il valore e la qualità di un profilo professionale femminile, per superare vincoli e pregiudizi rappresentati da un’organizzazione aziendale pensata “al maschile”. E facciamo questo con l’apporto decisivo sia delle dipendenti donne che svolgono attività commerciale, sia delle nostre selezionatrici, che intervengono a più riprese durante la fase di erogazione del servizio all’impresa cliente.
(15 marzo 2007)
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