ESSERE UMANE - Le grandi fotografe raccontano il mondo: ultimi giorni
A Forlì fino al 31 gennaio 2022 la mostra fotografica: oltre 250 immagini documentano la specificità della presenza femminile nell'evoluzione del linguaggio fotografico mondiale
Domenica, 23/01/2022 - Ancora pochi giorni per vedere “Essere Umane - Le grandi fotografe raccontano il mondo”, una più che unica mostra fotografica curata da Walter Guadagnini, ed ospitata ai Musei di San Domenico di Forlì come evento di apertura del Festival del Buon Vivere.
Un evento essenziale nel suo genere, perché riesce ad offrire un panorama della Fotografia di Donna coprente un arco temporale che va dagli anni Venti del Secol Breve a, praticamente, i giorni nostri.
Un’analisi sincronica e diacronica basata su oltre 250 fotografie in parete: molte le immagini leggendarie che ‘da sempre’ costellano la nostra vita culturale, forse senza nemmeno rendercene conto.
C’è la Storia, in quelle foto, e le storie, piccole o grandi che siano, che le han dato vita: il catalogo, di Silvana Editoriale, contestualizza ed illustra su ‘scripta’ che...‘manent’ su carta, tutti quei bellissimi ed unici momenti immortalati per sempre dallo strumento fotografico. E' curato da Guadagnini con contributi di Raffaella Perna e Monica Poggi ad evidenziare la specificità della presenza femminile nell’evoluzione del linguaggio fotografico mondiale a partire dal terzo decennio del Novecento, periodo in cui, con l’affermazione delle riviste illustrate, la pratica fotografica ebbe una diffusione ed un’incidenza sulla conoscenza del mondo mai raggiunte in precedenza.
In particolare vengono messe in risalto quelle figure che han raccontato e continuano a raccontare il mondo e le sue storie, come si diceva, sia attraverso la classica forma del ‘reportage’, sia attraverso i grandi progetti di documentazione e la rilettura, in chiave artistica, delle tante questioni aperte nella società moderna e contemporanea: sono i grandi temi della crisi economica, della tragedia della guerra e del momento della ricostruzione, dei fondamentali rivolgimenti sociali e di costume del proprio tempo, l’affermazione della società dei consumi nella lotta contro le discriminazioni e la presa di coscienza delle Donne nelle questioni di genere. Tre, dunque, le sezioni temporali che compongono la mostra. La prima va dagli anni Trenta agli anni Cinquanta.
In essa vengono affrontati temi decisivi quali la grande crisi economica statunitense degli anni Trenta, la tragedia della seconda guerra mondiale e la successiva ricostruzione, avvenimenti testimoniati dal lavoro di quelle che son forse le più mitiche, le pioniere dell’arte fotografica ‘al femminile’, come le americane Dorothea Lange, Margareth Bourke - White, una tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo a cui fino al 27 febbraio è dedicata una mostra a Trastevere, poi Berenice Abbott, Lee Miller, Lisette Model e Ruth Orkin, anche lei ora celebrata in una bella mostra a Bassano del Grappa fino a maggio 2022 (cfr. https://www.noidonne.org/articoli/ruth-orkin-leggenda-della-fotografia-18371.php), ed ancora le ‘europee’ come la friulana artista e politica internazionale Tina Modotti (compagna di Edward Weston, sodale della Lange, amica di Diego Rivera e Frida Kahlo), Giséle Freund, Inge Morath e, su tutte, Gerda Taro (Gerta Pohorylle, tedesca di origine ebreo-polacche), le cui foto son sempre in bilico tra una 'mise-en-scène' bellissima, tra estetica e prospettiva ed un realismo che sfiora i punti di vista dell’occhio cine-‘ariostesco’ di Orson Welles, ‘un ippogrifo sulla luna al femminile’ che di sicuro tende a confondersi con lo sguardo maschio del suo ‘alter ego’ amoroso - professionale, quello di Robert Capa, insieme i più grandi ‘fotoreporters’ di guerra, mai più eguagliati, i Capa-Taro. La seconda sezione, quella che va dagli anni Sessanta agli Ottanta, si focalizza sui grandi mutamenti sociali e di costume, la guerra del Vietnam, l’affermazione della società dei consumi, la mafia e le questioni di genere, a caratterizzare il periodo narrato. In taluni casi, le artiste non si sono limitate ad essere testimoni, ma pure protagoniste attive di tali rivolgimenti. Tra le presenze, si citano Susan Meiselas, Eve Arnold, Annie Leibovitz, Diane Arbus, Lisetta Carmi, Letizia Battaglia, Carla Cerati, Dayanita Singh, Graciela Iturbide, Paola Mattioli, Claudia Andujar. La terza sezione riguarda gli ultimi anni del Ventesimo secolo, verso il Ventunesimo.
L’’excursus’ visivo sottolinea l’emergere e l’affermarsi di tutte quelle culture extra-occidentali che acquistano nel tempo un ruolo di primo fino ad allora sconosciuto – ruolo mantenuto ad oggi - portando con sé anche una serie di questioni relative all'impegno femminile all’interno dei diversi contesti socio-culturali ed economici. Qui le protagoniste sono quanto mai internazionali, per non dire mondiali: fotografe africane come Zanele Muholi, asiatiche come Cao Fei, iraniane come Shadi Gadhirian o Natasha Tavakolian, europee come l’italiana Silvia Camporesi, la ceca residente in Germania Jitka Hanzlova e la giovanissima russa Nanna Heitmann, un’europea che vive in Sudamerica come Cristina De Middel, proprio a rimarcare la specificità di questo momento storico, e come esso si rispecchi nella ricerca fotografica contemporanea.
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