Il femminile e le professioni alla prova del tempo: piano piano vince la grammatica...
Lunedi, 05/08/2019 - Da più o meno sempre (alle elementari la maestra me lo aveva insegnato) i nomi in -o al femminile fanno in -a. Non per femminismo: è un principio della morfologia del linguaggio. Non lo volle capire l'assessore Paolo Ferratini della P.I. del Comune di Bologna che era anche un amico e che per la solita questione che un "ministro" deve diventare "ministra", mi ricordò che, per inserirlo nei documenti ufficiali, siccome era una "questione diacronica", non si poteva accettare subito (era circa metà degli anni '80, del secolo scorso). Non lo volle capire Corrado Augias secondo cui la funzione di ministro doveva restare maschile anche per le signore, perché, oltre tutto, "sarebbe suonato male: faceva venire in mente la minestra"...(sic, ma i maschi sono fatti così).
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