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Esperimenti tra corpi reali e virtuali

Esperimenti tra corpi reali e virtuali

Danza/ Lo spettacolo multimediale - La compagnia Altroteatro apre la rassegna di danza e teatro contemporaneo al Vascello di Roma

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005

"PYCTA" è una proposta di spettacolo multimediale tra la danza, l'architettura e le tecnologie della motion capture e della motion graphics, ed è stato presentato da “Altroequipe”. La produzione di queste complesse forme spettacolari richiede un accurato lavoro di équipe, che necessita di un approfondimento interattivo tra i diversi performer, artisti e ricercatori informatici, che operano sulla scena live. Per questo motivo ci si propone di realizzare la forma completa di "Pycta" in un tempo di ricerca che si estende tra le due stagioni teatrali 2005 e 2006.
Lo spettacolo viene proposto nella sua prima stesura, dal 20 maggio, prova generale aperta, al 26 maggio 2005, al Teatro Vascello di Roma. Il Teatro Vascello, oltre a costituire una delle scene più adatte a queste forme multimediali è anche il teatro romano maggiormente disposto ad accogliere le ricerche più avanzate dell'arte performativa. La disponibilità del Teatro Vascello ad organizzare, sulla scena di "Pycta", sia un workshop che alcuni incontri, predispone il pubblico alla visione ravvicinata delle nuove tecnologie che interagiscono nello spettacolo.
"Pycta" si origina nello specifico della coreografia, di Lucia Latour, per riversarsi in un sistema creativo più ampio, in cui interagiscono l'architettura, di Orazio Carpenzano, il suono di David Barittoni, gli interventi delle tecnologie della motion capture, di Marco Donati e Mounir Zok, ricercatori del Dipartimento di Scienze del Movimento Umano e dello Sport - IUSM, diretto da Aurelio Cappozzo, e della motion graphics, con la regia di Flaviano Pizzardi, art director di POOL FACTORY. Le videoproiezioni che caratterizzano lo spazio immersivo di "Pycta" sono a cura di Andrea Carfagna, MUSIC HOUSE. Si sottolinea il fatto che il sistema costituito dalla motion capture, VICON Real Time, e dalla motion graphics, POOL FACTORY, interviene sulla scena live di "Pycta" in tempo reale, e questa opportunità è rara e preziosa nell'ambito della ricerca internazionale, che opera tra le arti performative e l'immaginario digitale.

"Pycta" - Un micromondo stereoplastico
In "Pycta" (2005), ci si propone di catturare contemporaneamente più corpi danzanti, in un ambiente reattivo unico, costituito dalla coreografia, dall'architettura, dal suono, dall'immaginario digitale prodotto dalla motion capture e dalla motion graphics. Le nove telecamere a raggi infrarossi della stereometria optoelettronica (motion capture) si collocano nello spazio scenico e definiscono un volume di cattura ampio che coincide con l'intera scena performativa.
Il nuovo spettacolo si muove verso le proposte scientifiche attuali, e attraverso l'immaginario digitale offre inedite "modellazioni" tra la materia vivente e quella non vivente, nella direzione specifica della "teoria dell'emergenza", applicata ai processi della "nuova robotica" e nella "vita artificiale".
La danza è la materia vivente che convive con il suo passaggio in digitale (dematerializzato), e il sistema di "cattura" (motion capture) e di "trasfigurazione" (motion graphics) sono parte integrante del programma coreografico e del sistema spaziale, dove le parti vive interagiscono con quelle simulate.
I corpi inerti e le forze vive si situano nello spazio stereoplastico della scena, camera pycta, e predispongono gli autori e gli spettatori alla comune immersione multipercettiva, proposta dalle diverse cinetiche che i corpi vivi e quelli digitali mettono in campo.
Da tempo, si operano esercizi di fusioni tra le diverse discipline, in "Pycta" sono i performer del digitale, che in "tempo reale" catturano la danza fluida e la mutano in frammentazioni solide di coreografia digitale, oppure in spazi fluenti di architettura viva.
Un importante obiettivo di questa ricerca è quello di mettere in un feedback continuo l' "interno" (la scena), controllato e cablato dai sistemi tecnologici e l' "esterno" (il pubblico) come luogo dal quale quell'interno può essere percepito, vissuto a distanza, ascoltato, virtualmente attraversato.
(27 maggio 2005)

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