Mercoledi, 17/08/2011 - Tratto dal romanzo autobiografico “Mes cheres etudes”, che già nel titolo allude agli alti costi morali oltre che materiali sostenuti dalla protagonista (una studentessa diciannovenne, Laura D., che racconta in modo autentico e crudo la sua discesa agli inferi, tra prostituzione e degrado) per pagarsi gli studi e per avere un tenore di vita più agiato, il film-scandalo “Student Services”, della regista francese Emmanuelle Bercot, vuole anche risvegliare l’attenzione dell’opinione pubblica su un fenomeno tanto diffuso, a livello nazionale e internazionale, quanto nascosto e pericoloso.
“È importante denunciare un fenomeno che - afferma Nicoletta Calizia dell’Associazione Telefono Azzurro - sembra crescere a dismisura: secondo un’indagine del 2006, in Francia sono circa 40mila gli studenti che vendono il proprio corpo per denaro. L’Italia non è da meno: infatti un’inchiesta dello stesso anno di “Studenti Magazine”, ha evidenziato che un annuncio di ‘incontri privati’ su quattro veniva inserito da uno studente mentre in Germania, quest’anno, un giovane tedesco su tre sarebbe pronto a vendersi per pagarsi le spese e il 4% di loro lo ha già fatto”.
La protagonista del film, Laura, interpretata dalla deliziosa attrice Deborah François, volto e corpo a metà strada fra innocenza e perdizione, decide di rispondere ad un annuncio su internet per risanare le sue disastrate finanze (bollette e tasse universitarie troppo care, amici sbagliati, ecc.): sceglie, per il suo primo incontro, un uomo sulla cinquantina di nome Joe, che richiede la compagnia di una studentessa per “momenti di tenerezza” offrendo 100 euro l’ora. È l’inizio di una spirale, dalla quale sarà, per Laura, sempre più difficile uscire, a causa dei legami di dipendenza, economica e fisica, che entreranno in gioco. Fino al momento in cui, toccato il fondo dell’umiliazione e della sofferenza, Laura comincerà a stare malissimo.
“Sembra siano migliaia in Francia le ragazze che ricorrono alla prostituzione - ha affermato la regista - Laura D. dedica il suo libro a tutte le sue “sorelle” che rimangono nell’ombra. Non spetta al mio film offrire una constatazione sociologica di un fenomeno che, certamente, merita di essere preso in considerazione, ma piuttosto l’obiettivo era di renderlo visibile, attraverso il ritratto di una di queste ragazze e della sua storia. In un’epoca in cui il corpo dovrebbe svegliarsi all’amore e in cui, invece, per necessità, viene venduto in cambio di denaro”.
La regista e sceneggiatrice, Emmanuelle Bercot, da sempre interessata a tematiche che toccano l’intimo e il femminile, riesce a renderci partecipi dell’intimità di Laura, delle sue sensazioni e della violenza che si auto infligge, creando un’atmosfera claustrofobica negli incontri a pagamento della protagonista, che contrasta fortemente con la vitalità delle scene universitarie e di vita “normale”, quasi a creare uno sdoppiamento di personalità.
Il libro, la cui uscita nel 2008 aveva suscitato in Francia grande scalpore, diventato un film Tv girato dalla Bercot e prodotto da Canal+, premiato dalla critica e dagli ascolti, si sta ora guadagnando la distribuzione al cinema in vari Paesi.
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