Mancano dieci giorni al 70esimo anniversario della Liberazione dal fascismo. La storia di Noidonne è strettamente connessa con la Resistenza e con le imprese delle tante partigiane dei Gruppi di Difesa della Donna che parteciparono attivamente e in mille modi in varie parti d'Italia. Fino al 25 aprile vi riproporremo storie e foto direttamente dai primi numeri di Noidonne. Qui trovate la prima e la seconda puntata. A cura di Silvia Vaccaro.
Nel terzo numero di Noidonne, nell'agosto del 1944, la redazione riporta le gesta delle partigiane toscane, marchigiane e abruzzesi capaci di ispirare tutte le donne, anche quelle dell'Italia già liberata.
Eroiche nella lotta, tenaci nella ricostruzione.
Da Firenze, liberata dagli eserciti alleati e dai patrioti itliani giunge l’eco degli episodi di eroismo compiuti dalle donne durante i giorni più duri di combattimento. Non meno coraggiose delle loro sorelle fiorentine sono state le donne marchigiane ed abruzzesi, durante l’occupazione tedesche.
Giovanette semplici, modeste, ingenue e spensierate si sono trasformate in combattenti magnifiche che hanno compiuto innumerevoli atti eroici ognuno dei quali avrebbe potuto costare il sacrificio della giovane vita. La guerra contro gli invasori tedeschi e contro i fascisti ha rivelato, improvvisamente, il vero cuore della donna italiana, il dolore, le sofferenze, i pericoli, hanno ritemprato il suo carattere, le hanno dato una personalità, un’anima nuova. Sotto il nastrino nero, che decine di migliaia di donne italiane portano oggi in segno di lutto per i loro cari morti in guerra o fucilati dai tedeschi, batte un cuore nuovo, un cuore di un essere che ha imparato soffrendo, a pensare e ad agire.
La donna italiana vuole conoscere la verità. Essa cerca affannosamente chi la guidi per la giusta via, anche se questa sarà aspra e difficile. Essa anela a conquistare la libertà e dove già la possiede la difende con ardore conto chi gliela vorrebbe ritogliere. La donna italiana non ha più paura. A Firenze essa esce da sola, nelle strade buie, tra il crepito delle fucilate, per portare viveri ed ordini ai patrioti che combattono con le armi in pugno. Per contribuire a sconfiggere il nemico, le donne del popolo, le operai, le studentesse di Firenze, di Livorno, di Grosseto, di Piombino, degli Abbruzzi e delle Marche, che hanno disertato sempre le organizzazioni fasciste, hanno sentito il bisogno di unire le loro forze nella organizzazione popolare di tutte le donne, i “Comitati di Difesa della donna e per l’aiuto dei Combattenti”.
Unite si sentono invincibili, ed un sano sentimento di orgoglio per la loro forza le aiuta a procedere nel difficile cammino tracciato. Il loro esempio, che dilaga in tutta Italia, sveglia dal loro secolare torpore le donne di Bari, di Cerignola, di Taranto e di Cosenza, di Salerno e di Messina, di Girgenti e di Catania, le spinge ad unirsi tutte, ad organizzarsi, per difendersi e per lottare.
La guerra è finita in molte regioni di Italia, ma il nemico vinto e non domo, cerca di raggruppare le sue forze, ordisce nell’ombra il complotto per ritogliere al popolo le libertà conquistate, per cercare di tornare il padrone. I grandi proprietari terrieri, i finanzieri, gli industriali temono di dover restituire il denaro rubato, voglio impedire che il popolo italiano viva in pace con gli altri popoli in Europa liberata per sempre dal fascismo. Essi si dispongono a preparare a voi, donne e mamme d’Italia, un altro periodo di sofferenze e di lutti.
State in guardia, donne italiane, insieme ai vostri uomini perché non si tenti, prima di allora, di vincere la vostra volontà con la violenza. State in guardia e per essere forti e invincibili unitevi, dalle Alpi alla Sicilia, in ogni fabbrica e in ogni ufficio, nella scuola e nella casa, in un fronte popolare che sappia respingere ogni tentativo di assalto fascista, che sappia contribuire validamente a ricostruire un’Italia libera, dove la donna avrà conquistato tutti i diritti di cui le lotte di questi ultimi anni l’hanno resa degna.
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