Eravamo (quasi) come voi: un dialogo fra generazioni di donne
A Roma (Casa Internazionale delle Donne, 11 dicembre) un incontro tra generazioni per conoscersi e parlare del femminismo che è stato e di quello possibile ora e in futuro
Lunedi, 23/12/2013 - Si è tenuta lo scorso 11 dicembre a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara, un incontro organizzato dal giornale NOIDONNE dal titolo Eravamo (quasi) come voi - coordinato dalla direttora Tiziana Bartolini, e che ha visto la partecipazione dall'autrice e autobiografa Maria Giovanna Zanini, dalla giornalista e curatrice dell'autobiografia di Grazia Giurato, Carmen Greco, e dalle relatrici: Silvia Vaccaro e Marta Mariani.
L'incontro aveva lo scopo di approfondire il dialogo generazionale fra donne; ossia, fra le militanti e infaticabili più¹ agèes, e le più giovani, propositive, benchè inesperte, in qualità di protagoniste dello scenario storico contemporaneo.
Il dialogo, prendendo l'avvio dalla commemorazione dell'attivista Anna Marciano - da poco scomparsa - si è poi dilungato sulle autobiografie di Grazia Giurato (malauguratamente assente, per motivi di salute) e Vanna Zanini.
Le vite di queste due donne, comuni quanto straordinarie ed esemplari, intercettando il flusso più vasto e torrenziale della Storia, hanno offerto alle "donne di domani", spunti di pragmatismo e di idealità da tener fermi e da adoperare in un mondo che deve ancora divincolarsi definitivamente dai catenacci della soggezione, della sudditanza, della acquiescenza.
Grazia e Vanna, entrambe orfane di guerra, con le loro autobiografie [Maria Giovanna Zanini, Tra storia e memoria: il racconto di Vanna, ed Stampalternativa; Grazia Giurato, Ancora ci credo: Esperienze e storie di vita di una rompiscatole consapevole tra fede, impegno e dissenso, ed La Tecnica Della Scuola, 2012] serbano una retrospettiva delle loro esperienze di vita in cui sono state capaci di "trasformare il pianto in danza", e di "socializzare un Sé personale per incontrare la dimensione collettiva e fattiva della politica".
Durante la conferenza, animata da un ricco e sentito dibattito, il confronto trans-generazionale ha permesso l'estrinsecazione di alcuni punti fondamentali riguardanti le nuove battaglie da affrontare, le nuove sfide del futuro imminente.
Una dialettica proficua, quindi, oltre che consapevole delle difficolà di interpretazione delle esigenze urgenti per un presente enigmatico, ancora caldo, lavico, non cristallizzato.
E' vero, com'è stato detto, che la lotta femminista ha speso tutte le sue energie, da sempre, per contrastare un'espropriazione maschilistica del corpo della donna (un corpo "depotenziato" e "delegittimato"), a svantaggio non solo della donna stessa, ma dell'intero tessuto sociale di cui essa é trama.
D'altro canto, ora che il secondo genere ha perso progressivamente subalternità, cominciando a recuperare buona parte della sua dignità; ora che gli studi di genere desilenziano molte reticenze... ora si fa necessario attualizzare il prezioso messaggio femminista per adeguarlo ai nuovi contesti socioculturali emergenti.
Dalle donne di ieri, le donne di oggi prendono la fierezza schietta, sempre accudente e magnanima sul mondo; l'onesto ed imperioso "no" intimato ai corrotti, agli omertosi e ai vittimisti.
Domani, tuttavia, saranno impellenti nuovi bisogni: quello di ridefinire i due generi (maschile e femminile) entro uno spettro cromatico più largo e variegato, che integri tutte le minoranze e tutte le identità.
Domani sarà urgente promuovere una nuova autodeterminazione, grazie alla quale quel "noi", quella "prima persona plurale" si estenda (senza mai cessare di corroborarsi) ad una diversità in cui ciascun individuo venga visto nella sua unicità e irripetibilità.
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