Trecce di fumo,
salmo di vento, il nome.
Era di Anna Frank
quel pettinino verde
che faceva ingelosire Peter?
Siamo nella soffitta, andiamo!
Ma per chi ti fai bella? le diceva
Peter, mentre, ridendo, le offriva
il cantico dei suoi seni…
E Anna era allora felice, già
Donna, sconfinata adolescenza
in fiore d’avvenire.
Brani d’allegria strappata,
ma a forza dimenticata, il corpo
rimosso, tornato alla deriva…
È cronaca d’un desiderio
vivo, oggi la Memoria.
Audace di gioia l’abbraccio.
Ora verso la notte, forte
ci resta immemore un caos
acre di giovinezza.
Splende di risa
la morte si fa
stella di girasoli.
Ad Auschwitz,
a Bergen Belsen,
ovunque nei campi,
nell’urna della storia,
la parola sa d’Amore
inchiostro d’eternità.
Trecce di fumo
salmo di vento il nome:
era così Anna Frank?
N.B.
Quest’idea dell’adolescenza in fiore d’avvenire, nella Anna Frank
già sentita come giovane donna, l’ho trovata anche nel romanzo lirico
di Alessandra Nina Maroccolo, Annelies Marie Frank, Empiria,
Roma, 2004 (premessa di Alda Merini)
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