Intervista a Maura Cossutta - Contrastare gli eccessi di medicalizzazione, promuovere il parto naturale e prevedere l’anestesia epidurale. La consigliera della Ministra della Salute spiega le ragioni della proposta
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2007
Si è avviato il dibattito sull'epidurale tra la tentazione di evitare le sofferenze del parto e il rischio di essere espropriate del controllo del corpo e del parto. Quali le riflessioni alla base della scelta del ministero ?
Il ddl sui diritti delle partorienti e dei nati è stato il primo atto della ministra della Salute Livia Turco: una scelta simbolica, oltre che politica. Il percorso nascita come una grande priorità, insomma, che misura la qualità e l’equità del sistema sanitario e la sua capacità di promuovere empowerment delle persone, delle donne. Quindi: ridurre le differenze territoriali (prima fra tutte la mortalità neonatale, che nelle regioni del sud è ben superiore al 3.15% nazionale), le disuguaglianze sociali (le donne più povere e meno istruite, prime fra tutte le donne immigrate, sono quelle che accedono con più difficoltà ai servizi), migliorare l’assistenza (a partire dalla promozione dell’allattamento esclusivo al seno, dalla prevenzione pre e post concezionale, dall’informazione, dai consultori, dal puerperio), contrastare gli eccessi di medicalizzazione (che trasformano ogni gravidanza in un evento patologico e che comportano aumento dei rischi, aumento dei costi e diminuzione dell’empowerment delle donne), garantire l’uniformità dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale (il trasporto d’emergenza neonatale in alcune regioni non è nemmeno attivato). Ma anche riaprire un vero grande dibattito pubblico perché la nascita è esperienza privata, della donna e della coppia, ma anche evento sociale, pubblico, costitutivo dell’identità più profonda, antropologica, di una comunità, di una società; promuovere partecipazione, suscitare attenzione e riflessione, tra i decisori politici e gli operatori, ma soprattutto tra le donne. Perché della loro vita si parla, dei loro desideri, delle loro paure, dei loro vissuti emotivi più profondi, dei cambiamenti e delle trasformazioni del loro modo di sentire, di percepire. In questo senso e in questo contesto Livia Turco ha introdotto per la prima volta la possibilità di far ricorso all’epidurale. E su questo, e quindi sul dolore, sul suo significato profondo, sulle pratiche naturali del controllo del dolore, sui rischi e le potenzialità dell’epidurale, si è aperta una discussione accesa. Bene, e che a parlare siano innanzitutto le donne, da troppo tempo espropriate della loro competenza, della loro possibilità di scegliere. Contrastare gli eccessi di medicalizzazione e garantire la possibilità dell’epidurale, promuovere il parto naturale e prevedere anche l’anestesia epidurale, non devono essere in contraddizione. Non si tratta di incentivare una scelta, ma di assicurare una possibilità di scelta e sapendo che l’epidurale non è lo strumento per ridurre i tagli cesarei, che sono semmai l’indicatore della cattiva efficacia ed efficienza dei servizi.
Quali i tempi previsti?
L’epidurale è prevista nel testo di modifica dei Livelli Essenziali di Assistenza. Entro la seconda metà di settembre le Regioni presenteranno le loro osservazioni, individuando le modalità organizzative e i centri di riferimento dove sarà possibile effettuare l’epidurale.
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