Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su l’Endometriosi, una patologia che colpisce oltre 3 milioni di donne in Italia, 14 milioni in Europa e 150 milioni nel mondo e per sostenere la Raccolta Fondi a favore della Ricerca. Questi gli obiettivi della campagna nazionale lanciata dalla Fondazione Italiana Endometriosi.
Dal 5 all’11 aprile 2010 sarà possibile inviare un SMS al numero 45509 per donare 2 Euro da cellulare personale Tim, Wind, 3 e Vodafone e 2 Euro da telefono fisso Telecom Italia. I fondi raccolti attraverso la Campagna, promossa dalla Fondazione Italiana Endometriosi Onlus in collaborazione con il Segretariato Sociale Rai, saranno interamente destinati alla terza fase del Progetto di Ricerca sulla malattia.
Grazie ai fondi raccolti, la Ricerca sull’Endometriosi ha compiuto passi da gigante, con risultati scientifici di rilevanza internazionale. Lo scorso anno, la prima fase del Progetto guidato dal Presidente FIE Prof. Pietro Giulio Signorile ha infatti portato alla scoperta dell’origine embriogenetica dell’Endometriosi, individuata in alcuni feti femminili già alla 16.ma settimana di sviluppo. A questo significativo risultato è seguita la seconda fase del Progetto, grazie alla quale è stato individuato il meccanismo di azione che gli inquinanti ambientali esercitano sullo sviluppo della malattia. I dati di questa nuova scoperta, anch’essa tutta italiana, verranno illustrati il prossimo 8 aprile a Roma in occasione del Congresso Internazionale “Interferenti Endocrini, Endometriosi ed Infertilità”, organizzato dalla FIE con la partecipazione dei rappresentanti di alcune tra le più importanti Istituzioni pubbliche nazionali ed internazionali: tra queste, il CNR, l’Harvard Medical School di Boston e l’Institutes of Enviromental Health Sciences del North Carolina.
Endometriosi: sintomi e danni
L’Endometriosi provoca l’infertilità, forte dolore pelvico, cicli mestruali molto dolorosi, difficoltà nei rapporti di coppia e persistente stanchezza fisica. E’ di difficile diagnosi poiché si manifesta con quegli stessi sintomi che insorgono generalmente nel periodo mestruale. Disagi gravi che si traducono in un costo sociale di circa 6 miliardi di Euro all’anno in Italia e 30 miliardi in Europa, anche per congedi lavorativi legati alla patologia. Nel nostro Paese, in particolare, la degenza media di ricovero è pari a 4,6 giorni e il costo rimborsato alle Regioni dal Servizio Sanitario Nazionale è di soli 2.773,80 euro per paziente. Tra le conseguenze del ritardo diagnostico, che in Europa si attesta in media sui 9 anni, c’è l’infertilità e, negli ultimi stadi, l’asportazione di parte dell’intestino o danni all’apparato urinario. Una malattia che incide negativamente anche sulla nostra economia e che, con oltre 33 milioni di giornate lavorative perse e 128 milioni di Euro per l’acquisto di farmaci, costa al nostro Sistema Sanitario Nazionale 182 milioni di euro all’anno, 54 dei quali per il solo trattamento chirurgico (Fonti: Onu e Agenzia del Farmaco).
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Per consulti medici gratuiti, la Fondazione Italiana Endometriosi Onlus mette a disposizione il Numero Verde 800984450. Per maggiori informazioni: www.endometriosi.it
COS’E’ L’ENDOMETRIOSI
“L’endometriosi è una malattia che agisce nel silenzio” ha dichiarato il Prof. Pietro Giulio Signorile, Presidente della Fondazione Italiana Endometriosi “per questo motivo dobbiamo affrontare il problema su più fronti. Quello normativo innanzitutto, e mi auguro che la proposta di legge per il riconoscimento dell’endometriosi come malattia sociale veda la luce al più presto. In secondo luogo, quello dell’informazione sulla malattia e della conoscenza delle sue possibili cause, oggetto del Congresso Internazionale “Interferenti Endocrini, Endometriosi ed Infertilità”, che la nostra Fondazione istituisce il prossimo giovedì 8 aprile presso la Sala Conferenze di Piazza Montecitorio a Roma”.
“La prima ricerca condotta in Italia” - aggiunge il professore - “su un campione rappresentativo di donne malate, mette in luce alcuni dati allarmanti sulla malattia, evidenziando quanto siano determinanti gli effetti sull’attività professionale e sulle pari opportunità. Infatti, il 67% delle donne intervistate dichiara di sentirsi discriminata sul lavoro rispetto agli altri e di non avere la solidarietà né delle colleghe (53% dei casi) né dei colleghi (69%). Quasi la metà delle donne intervistate (45%) sente la necessità di dover nascondere il problema sul posto di lavoro, mentre solo il 9% di esse lo nasconde all’interno delle mura domestiche. Questo è dovuto soprattutto alla mancanza di collaborazione da parte dei propri capi: il 57% delle donne che lavorano non viene giustificata quando sta male e il 52% non può comunicare che si ammala”.
L’endometriosi, dunque, incide fortemente sulla vita sociale e relazionale delle donne: il 72% di loro conferma il dato. Alla domanda se la malattia le deprime sul lavoro, oltre la metà (57%) ha risposto di sì, mentre il 52% ritiene che il proprio rendimento al lavoro sia inferiore rispetto ai colleghi, con forti limitazioni alle proprie possibilità di carriera (45%). I giorni di assenza dal lavoro si attestano su una media ponderata di 1,8 giorni al mese (il 44% da tre a più di cinque giorni mensili), con una media annua di 21,6 giorni. Il campione analizzato è composto da donne da tempo affette da endometriosi, dalle diplomate nel 54% dei casi, fra i 25 e i 34 anni e coniugate (49%), intervistate in modo omogeneo sul territorio nazionale in relazione alla densità abitativa delle singole regioni.
“Tra le cause della malattia” - prosegue Signorile - “c’è anche l’inquinamento chimico, vale a dire l’inquinamento da diossina, policlorobifenili (PCB), polibromodifenileteri (PBDE) e pesticidi. La correlazione tra le diossine e l'endometriosi è stata dimostrata su modelli animali ed ha portato, prima l'OMS nel 1998 e poi la Scientific Commitee on Food dell'Unione Europea nel 2000, ad includere l'endometriosi tra gli obiettivi più sensibili a tali inquinanti. Nell'ambito del programma comunitario per l'identificazione delle sostanze che alterano il sistema endocrino ed immunitario, lo studio di questi contaminanti è stato indicato come prioritario: un primo passo per poter intraprendere le opportune azioni riduttive nell’ambiente”. In questi ultimi due anni, grazie ai fondi raccolti attraverso la Campagna sull’Endometriosi, abbiamo proseguito nel Progetto di Ricerca sulla malattia, arrivando a dimostrare scientificamente l’origine genetica dell’Endometriosi ed oggi diamo la prima dimostrazione scientifica degli effetti degli inquinanti ambientali nello sviluppo della malattia.
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