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Enas El Masry, la ragazza che sfida il maschilismo

Enas El Masry, la ragazza che sfida il maschilismo

La sua storia è quella di tante ragazze egiziane che si ritrovano a dover combattere contro consuetudini imposte dalla società. La sua storia è quella di chi con tenacia e volontà riesce a realizzare il suo sogno.

Lunedi, 12/10/2015 -
Il Cairo. Enas El Masry è una giovane giornalista. Le sue parole esprimono la caparbietà e la forza di chi vuole superare gli ostacoli che troppe volte le donne egiziane si trovano ad affrontare nella vita di tutti i giorni e nel lavoro. E lo fa attraverso un’intervista nella quale racconta la sua esperienza personale. “Fin da quando ero bambina, sono stata sempre attratta da tutto quello che era off limits per me. Per 24 anni, tutto quello che sapevo della vita era plasmato solo dalla società egiziana, non avendo mai vissuto all’estero. Da piccola sono cresciuta tra i ragazzi. Seguivo sempre mio fratello ed i miei cugini. Mi ricordo ancora come mi guardavano le bambine del mio quartiere. Non riuscivano a capire perché volessi stare con i bambini e non con loro a giocare”.



Cresciuta in una famiglia di larghe vedute, i genitori di Enas non hanno mai costretto la figlia ad essere una bambina tutta merletti e fiocchi rosa. il suo atteggiamento di sfida nei confronti di una società maschilista si concretizza pubblicamente all’età di 10, quando in quinta elementare convince i suoi insegnanti ad essere presente al saluto della bandiera, un compito riservato esclusivamente ai ragazzi della scuola.

“Non so in che modo ci sono riuscita, ma un giorno mi sono ritrovata in prima fila a gridare ad alta voce per tre volte -Viva la Repubblica araba d'Egitto-. Ancora ricordo l’orgoglio di esserci riuscita, meritandomi parole di elogio da parte dei miei professori e dei miei compagni”.



Dimostrare di essere in grado di fare quello che potevano fare i ragazzi non significava solo assumersi il ruolo di salutare la bandiera. Le cose sarebbero state ben diverse una volta cresciuta. “Finita la scuola superiore una domanda mi continuava a girare per la testa insistentemente. Nel mio piccolo ero riuscita ad impormi e a fare capire che anche io potevo fare quello che facevano i maschi. Ma ero anche sicura del fatto che non sarebbe stato altrettanto facile farlo nel mondo dei grandi”. Enas se ne rende conto un pomeriggio di ritorno dall’università, quando per un imprevisto perde l’autobus che attraversa la città per riportarla a casa.



“E’ stato letteralmente un salto nel buio. In quelle poche ore mi sono resa conto che la vita che avevo vissuto fino a quel momento era solo una piccola parte. All’improvviso è come se fosse scoppiata una bolla intorno a me. Sull’autobus e nella metro c’erano spazi riservati solo alle donne. Le une erano accanto alle altre come in un atteggiamento di difesa”. Già appassionata di scrittura, forse è in quel momento che Enas decide di intraprendere la strada del giornalismo e del fotogiornalismo per raccontare attraverso i suoi occhi la realtà che la circonda “piano piano dopo quel pomeriggio che mai scorderò, ho cominciato a fare mio il ritmo della strada e a trovare il mio equilibrio in quello che sarebbe diventato il mio lavoro. I miei studi e le mie prime esperienze di stages in redazioni giornalistiche mi hanno spinto ad andare oltre il semplice ruolo di spettatatrice. È così che ho iniziato a vedere le diverse forme della bellezza umana e della natura, ma anche a sentire le prime difficoltà in quanto donna che voleva affermarsi a livello professionale”.



Sono proprio i primi passi nel mondo lavoro a mettere Enas di fronte alla nuda e cruda realtà che si presenta a una donna che vuole fare giornalismo. “Nel 2011 arriva la mia grande opportunità di tirocinio nella redazione di Amay, Al Masry al Youm, quotidiano egiziano. Fin dal primo giorno mi resi conto che se volevo crescere e dimostrare il mio valore, dovevo lavorare il doppio in quanto donna. Ma la cosa non mi ha spaventata, anzi mi ha dato più forza nel perseguire il mio obiettivo. A poco a poco mi vennero date diverse opportunità per di dimostrare quello che sapevo fare. Ho iniziato a seguire le manifestazioni di protesta di quel momento. E senza che me accorgessi ho imparato a proteggermi dalla violenza. E lì ne ho vista molta nei confronti delle donne”.



Con naturalezza, Enas impara cosa vuole dire spingersi oltre i propri limiti e conquistare il proprio spazio nel mondo ed oggi dice “giro per il Cairo equipaggiata della mia forza di donna. Viaggio dentro e fuori il Paese senza la paura di essere considerata debole. Oggi sono consapevole che nessun codice sociale può dettare legge su quello che posso o non posso fare. Se voglio veramente qualcosa, posso ottenerla. Spero che la mia esperienza possa essere di aiuto a tutte quelle giovani donne impantanate in codici e tradizioni che le immobilizzano. Capisco che molte ragazze probabilmente affrontano condizioni di vita molto più difficili della mia, ma per quello che può contare, continuo a dire che vale la pena provare se si desidera fortemente qualcosa”.



Foto di Enas El Masry

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