Angelucci Nadia Venerdi, 17/09/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2010
Emma Bonino segue il dibattito che si è aperto e vede una sola possibilità: farne un caso nazionale.
“La proposta di legge di ‘Riforma e qualificazione dei consultori familiari nella Regione Lazio rischia, se venisse approvata così come è formulata, di creare un vulnus.
Altre regioni potrebbero imitarla. Il tema di fondo è la legge 194, che non si applica in molte regioni per la presenza degli obiettori di coscienza, e che si vuole scardinare nel Lazio grazie a questa formula di riforma dei consultori e alle mancate linee guida per la RU486.
Io credo che questa proposta di legge non sia emendabile e che quindi non si possa delegare la battaglia unicamente al lavoro parlamentare in Consiglio regionale attraverso la consueta presentazione di emendamenti, anche perché l’opposizione non ha i numeri sufficienti per pesare nel Consiglio. Ritengo quindi che ci si debba muovere su tre direttrici: per prima cosa la creazione di un comitato molto trasversale che coinvolga anche settori differenti della società civile; poi l’elaborazione e la redazione di un documento che esponga ‘nero su bianco’ cosa chiedono le donne su questo argomento, anche andando al di là della difesa delle conquiste e rilanciando sui temi che ci stanno a cuore. Il terzo punto è la necessità di mostrare i ‘corpi delle donne’ in piazza e quindi la convocazione, chiamando a raccolta tutte, di una manifestazione nazionale che partendo da un casus belli regionale abbia una portata molto più ampia; questa mobilitazione servirebbe a sostenere la battaglia delle consigliere e dei consiglieri dentro il Consiglio regionale ma potrebbe coinvolgere anche chi, magari non ha votato a sinistra, ma su questi temi ha una visione diversa dal centrodestra”.
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