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Emilija Petreska-Kamenjarova

Emilija Petreska-Kamenjarova

La donna del mese - Dobbiamo essere consapevoli e tutelare i diritti che abbiamo

Ribet Elena Lunedi, 13/02/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2012

Emilija Petreska-Kamenjarova lavora presso il Consiglio radiotelevisivo della Repubblica di Macedonia. Ha lavorato per la televisione e la radio macedoni. È stata docente, fra l’altro, alla Scuola di Genere e Scienze Politiche del Centro di Ricerca in Studi di Genere “Euro-Balkan” di Skopje. Ha lavorato su diverse altre questioni quali l’incitamento all’odio e l’informazione sul web; è autrice o co-autrice di numerose pubblicazioni.

Qual è il suo punto di vista rispetto alla condizione della donna nel suo Paese? […]

La Macedonia vanta una popolazione ricca di differenze etniche e religiose. Oltre ai macedoni ci sono molte minoranze: albanesi, turche, rom, serbe, bosniache, valacche. Si tratta di quelle abbastanza numerose che sono riconosciute dalla nostra Costituzione. Condividiamo lo stesso paese e siamo parte della sua comune eredità, ma è naturale che l'etnia diversa porti sfumature diverse nella cultura; così come la religione diversa. E, talvolta, cultura e religione comportano diversi vincoli. […]

Non molto tempo fa il Governo e il Sindacato hanno firmato l’accordo per il salario minimo. Uno dei settori che dovrà raggiungere questo traguardo è l'industria tessile, e la maggior parte dei lavoratori in questo ramo sono donne. Ci sono rapporti sulle cattive condizioni di lavoro di queste donne - più turni di lavoro, ritardo nel pagamento degli stipendi, problemi nella fruizione delle pause, ecc.

Un altro problema è la partecipazione alla vita politica. Se da una parte abbiamo una quota indicata dalla legge elettorale che prevede un terzo di donne nei listini dei partiti, in alcune zone (soprattutto rurali) esiste ancora il “voto di famiglia”, dal momento che gli uomini influenzano pesantemente il diritto di voto delle donne, anche votando per loro. […] Inoltre nelle famiglie/comunità più conservatrici e patriarcali può ancora accadere che ci si aspetti dalle donne la rinuncia all'eredità.

Ci sono anche problemi legati alla salute delle donne - come ad esempio le gravidanze minorili. […]

È importante rimanere vigili soprattutto ora, quando tutte le istituzioni, le organizzazioni e le opinioni conservatrici sono emerse e, per così dire, ritengono che questo sia il loro momento. E cercano di convincere la gente che il loro punto di vista non solo è vero, ma l'unico; che le donne dovrebbero essere viste principalmente attraverso il loro ruolo riproduttivo; che l'aborto dovrebbe essere vietato; che la popolazione LGBT dovrebbe essere "normalizzata" o "curata". […] Dobbiamo essere consapevoli di questo e tutelare i diritti che abbiamo.

Come viene rappresentata la donna nei media?

Da un lato, la Macedonia è parte del villaggio globale, quindi guardiamo le stesse serie, gli stessi telegiornali, gli stessi eventi come nel resto del mondo. Dall'altro, abbiamo il nostro palinsesto radiotelevisivo. Abbiamo l'intero spettro di ruoli e stereotipi di genere: la casalinga, la super donna, quella che insegue l’insaziabile mito della bellezza, l’oggetto sessuale - pornografico e da tabloid. […] Come giornalista, mi piacerebbe davvero vedere la questione dell'uguaglianza di genere presa sul serio dai media. E mi piacerebbe vedere una sorta di attivismo giornalistico su questo tema.

Si può dire che la condizione delle donne in Macedonia sia eterogenea, in relazione all'appartenenza religiosa (cristiane/musulmane) e di origine (macedone/albanese). Esistono percorsi comuni contro le discriminazioni?

Ci sono sempre questioni universali che ci uniscono. Ad esempio il tema dei diritti umani delle donne. Sono a conoscenza di almeno una iniziativa non governativa (a cui ho collaborato) che riunisce le donne macedoni e albanesi nei loro sforzi per mantenere e migliorare i diritti che già abbiamo e per combattere le battaglie che la società contemporanea macedone ci pone davanti oggi.

Ma - a livello istituzionale - c'è anche il Club delle parlamentari, luogo dove le donne elette in Parlamento collaborano e cercano di concordare soluzioni su temi discussi nelle sessioni parlamentari.

La Yugoslavia firmò e ratificò la Cedaw rispettivamente il 17 luglio 1980 e il 26 febbraio 1982. Il 18 gennaio 1994 la Repubblica di Macedonia aderisce per successione alla Convenzione. Ci sono, o ci sono state, iniziative istituzionali per far conoscere la Convenzione o per applicarne i principi?

La Repubblica di Macedonia ha presentato il primo, il secondo e il terzo rapporto sulla CEDAW. Abbiamo la Legge sulle pari opportunità fra uomini e donne (un’altra è in fase di discussione), un Dipartimento per le Pari Opportunità in seno al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, commissioni di parità a livello locale il cui obiettivo è garantire che le questioni di genere siano tenute in considerazione nelle politiche locali. La nostra legge in materia di lavoro definisce e vieta la discriminazione diretta e indiretta, le molestie e le molestie sessuali. Abbiamo attività specifiche per l'empowerment delle donne in agricoltura. Ci stiamo impegnando per il bilancio di genere. E abbiamo anche un Piano nazionale sulla parità di genere. […]



Leggi l'intervista integrale (in italiano e in inglese)



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