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Emilia Romagna, alluvione / Irene Priolo: 'fare bene, fare presto'

Emilia Romagna, alluvione / Irene Priolo: 'fare bene, fare presto'

I cambiamenti climatici e le ripetute alluvioni che oltraggiano persone ed economia si scontrano con le polemiche elettoralistiche della destra. La presidente ad interim Priolo diventa esempio di equilibrio e concretezza nella gestione dell'emergenza

Mercoledi, 25/09/2024 - Il femminile di giornata / ventisei. Emilia Romagna, alluvione / Irene Priolo: “fare bene, fare presto”.
Irene o Eirene il nome della dea greca protettrice della pace. Una pace che di sicuro non sta caratterizzando l’esperienza di Irene Priolo, Presidente ad interim della regione Emilia Romagna, dopo l’elezione di Bonaccini al Parlamento Europeo. Il suo impegno si svolge in attesa delle prossime elezioni, che si terranno alla metà del prossimo novembre e a cui è candidato per il centrosinistra alla carica di Presidente Michele De Pascale, attuale sindaco di Ravenna. Un periodo che per la già Vicepresidente regionale poteva essere considerato di normale (seppur sempre faticosa) amministrazione, ma che con l’alluvione del 19 e 20 settembre si è trasformato in una 'prima linea' con la necessità di una gestione che implica straordinaria responsabilità e difficoltà.
Neanche un anno e mezzo dopo l’alluvione del maggio 2023, come in un incubo, la tragedia si ripete in una Emilia Romagna senza pace. Il ciclone Boris dopo avere devastato il cuore d’Europa si abbatte sull’Italia colpendo in modo devastante territori dell’Emilia, con particolare gravità per comuni della Romagna e delle Marche. In Emilia diverse sono le devastazioni negli stessi luoghi travolti l’anno passato e diversi i fiumi (8 per la precisione) i cui argini sono crollati creando tracimazioni che hanno allagato, anzi hanno “affogato” il territorio . Il numero degli sfollati è stato nell’immediato di 2500 persone con case devastate e imprese in ginocchio, tra cui aziende agricole, in quella che è la zona d’Italia forse più importante per la frutta, proprio tipica di questa stagione come: mele, pere, kiwui, per non dimenticare uva e vendemmia.
Irene Priolo scende immediatamente in campo, fra la gente in mezzo al fango. Lunga è la sua esperienza di Sindaca e Assessora Regionale, e viene riconosciuta come un punto di riferimento importante abituata a confrontarsi con la gente e i loro problemi. Ed è lei che immediatamente risponde a Musumeci, e più in generale all’atteggiamento del Governo, che invece di pensare immediatamente al che fare, polemizza su ciò che la Regione non ha fatto, oppure avrebbe malfatto dall’alluvione del 2023.
Si assiste a un comportamento, attegiamento polemico che punta, come denuncia la stessa Priolo, più a fare campagna per le prossime elezioni, attaccando l’amministrazione della Regione Emilia, piuttosto che tener conto della tragedia umana che è in corso.
E a tal proposito non è casuale che la Presidente ad interim della Regione dichiari il suo Grazie al Presidente Mattarella per gli auguri ricevuti, sottolineando contemporaneamente di non avere avutao nessuna chiamata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Irene Priolo, ancora, seppur precisando che questo è il momento non delle polemiche ma di supportare la popolazione, senza guardare le differenze politiche, non rinuncia a rispondere alle provocazioni che accusano di non aver speso e utilizzato gli aiuti ricevuti, spiegando come tutto sia stato usato e rendicontato e che la lentezza della burocrazia non può essere imputata ad una inesistente lentezza o incapacità della Regione Emilia.
Nella polemica s’incrociano responsabilità e accuse che coinvolgono anche il generale Figliuolo, nel maggio 2023 nominato Commissario straordinario alla ricostruzione dopo l’alluvione; nonostante la motivata insistenza dell’allora Presidente Bonaccini di eleggere lui per l’agilità e maggior velocità di intervento assicurabile, data la conoscenza ravvicinata del territorio e delle sue amministrazioni da tutti punti di vista. Una richiesta che, se fu inascoltata nel maggio 2023, ha trovato una risposta in questo nuovo terribile nubifragio dato che proprio l’attuale Presidente ad interim, Irene Priolo, è stata nominata Commissaria per L’alluvione; nomina che ha riscosso la convinta soddisfazione dei sindaci dell’unione dei Comuni della Bassa Romagna.
Irene non ci sta a sentire definire la sua una Regione incapace e dopo aver “urlato”: “basta sciacallaggio”, caratterizza il suo impegno con una filosofia semplice e chiara : “far bene e far presto” e insiste a sottolineare nelle dichiarazioni ufficiali che ”questo è il momento che le istituzioni parlino una lingua unica in emergenza. E’ tempo di realizzare in tempi straordinariamente brevi opere straordinariamente complesse se non si vuole essere ancora una volta sopraffatti dagli eventi".
Ed è mentre tanta terra, tante case sono sott’acqua e tanta gente, ancora diverse centinaia, risultano sfollate, il dibattito che ruba le prime pagine è l’idea, che viene dal Governo, di rendere obbligatorie polizze assicurative per le case, come già legiferato per le imprese, contro i danni ambientali .Quel che più colpisce e che rende allibita, come dice la stessa Presidente Priolo, ed esterefatti tanti cittadini è come sia tangibile che l’ambizione elettorale sia ciò che guida affermazioni ed interessi del Governo, attaccando anche a costo di dire inesattezze, la Regione Emilia Romagna, piuttosto che privilegiare l’interesse e il benessere ora perduto, o sospeso, di migliaia di cittadini. Fortunatamente Irene sembra non avere nessuna intenzione di mollare ed è determinata - come Presidente e come Commissaria incaricata - a difendere gli interessi delle popolazioni qualunque siano le differenze, le scelte politiche delle diverse amministrazioni.
Ed è così che per la nostra Presidente Irene un'esperienza ad interim nata per essere breve e dedita, diciamo, all’ordinaria amministrazione, lasciandola nell’ombra, sta divenendo una sfida, in cui è interessante seguirla, per far uscire da un'emergenza drammatica tanti territori e tante cittadini e cittadine dell’Emilia Romagna, riportando se non la pace immediata almeno la speranza, sostenuta da atti e iniziative concrete, di potercela fare una volta in più, guardando oltre l’emergenza.
Paola Ortensi

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