Login Registrati
Emergenza violenza. Per un giorno…

Emergenza violenza. Per un giorno…

Stupri / Comune di Roma - Si è svolta la seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la "sicurezza" delle donne. Polemiche e opinioni.

Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009

L’Aula Giulio Cesare è piena solo a metà ma le donne vengono dirottate sull’Aula del Carroccio dove una televisione a circuito chiuso trasmette in diretta la Seduta. Poi, in seguito a proteste da parte delle consigliere comunali per PD e del Gruppo Misto, un nutrito gruppo comincia ad entrare.
E si consuma il solito teatrino dell’incomunicabilità. Comincia Lavinia Mennuni, consigliera e delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, che presenta la delibera di iniziativa consiliare che chiede la costituzione di parte civile del comune nei procedimenti giudiziari che riguardano le violenze sulle donne. Mennuni, in realtà non ha firmato la delibera contemporaneamente alle altre due consigliere ma solo dopo essersi consultata con il suo gruppo (PdL), dimostrando quanto c’è ancora da lavorare per unire le donne; ricorda poi quanto sta facendo il Governo nazionale in riferimento alla proposta di legge sullo stalking ma dimentica di riferire sui tagli che lo stesso governo ha operato sui centri antiviolenza. Monica Cirinnà del PD illustra gli ordini del giorno collegati alla delibera; chiede maggiore illuminazione, potenziamento dei centri antiviolenza, ripristino delle attività di servizio sociale nei confronti delle donne che esercitano la prostituzione ricordando che l’ordinanza che invisibilizza le prostitute le rende più vulnerabili, ripristino delle convenzioni con i taxi e possibilità di usufruire di fermate a richiesta sugli autobus notturni. Al Ministro della Giustizia Alfano invia un ringraziamento per aver inserito al decreto giustizia un emendamento sul gratuito patrocinio per le donne che hanno subito violenza ma reclama un inasprimento delle pene per gli stupratori, la piena certezza dell’espiazione e l’impossibilità di concedere la custodia cautelare domiciliare per questi reati.
Solo Gemma Azuni del Gruppo Misto chiede conto al Sindaco Alemanno del suo operato e, documenti alla mano, mette a confronto il programma elettorale con le linee guida del Sindaco e l’operato dell’amministrazione su questi temi fino ad ora.
C’è il tempo anche per ascoltare la Consigliera aggiunta per l’Europa dell’Est Tetyana Kuzyk che ricorda la vulnerabilità delle donne immigrate e chiede la costituzione di un osservatorio sulla violenza presentando una mozione per la creazione di un Tavolo permanente cittadino che coinvolga istituzioni e associazioni.
La replica di Alemanno, sinceramente, non soddisfa. Il Sindaco sembra non rendersi conto del suo ruolo che non è quello di un relatore ad un convegno sulla violenza ma quello di un amministratore che deve spiegare come intende, con provvedimenti precisi, fronteggiare un fenomeno. Parla di fenomeni, culture e sottoculture, consumismo e mercificazione, edonismo e cultura dello sballo; dice che bisogna lavorare con le nuove generazioni e a sostegno delle famiglie; accoglie le indicazioni contenute negli ordini del giorno ma lo fa senza convinzione e non indica un progetto forte.
Tra i sostenitori degli uni e degli altri, che applaudono gli interventi, restano le donne, sconcertate dalla violenza e dall’abbandono. Oggi si usano toni forti per parlare di un fenomeno che, chi nasce di genere femminile, conosce molto bene; sappiamo che domani ci sarà una nuova emergenza. Le donne chiedono ciclicamente di essere ascoltate, chiedono dignità, rappresentanza, lavoro, salute, armonia.
In qualche modo anche noi facciamo parte di questo teatro che ci vede di volta in volta vittime, combattenti, rappresentanti istituzionali e rappresentate, antagoniste. Poi la luce si spegne e ognuno torna alla propria vita.


Le Opinioni

Donatina Persichetti
Presidente delle Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio

Le donne sono sgomente per la mancanza di visione della parte culturale del problema della violenza. Violare una donna significa violare i diritti civili e umani di una persona; per questa violenza non c’è né colore, né tempo, né luogo. La violenza si annida dappertutto e soprattutto nelle pareti domestiche. In virtù di questo ci deve essere un patto tra istituzioni e società civile, politica e cittadini, donne e uomini per interrompere questa ferocia. I Comuni hanno la responsabilità di intervenire sulla cultura, sulla prevenzione, sui sistemi di sicurezza e aiutare le donne nelle propria autonomia. Poi ci deve essere una certezza delle pene. Il Sindaco ha recepito le proposte della Commissione delle elette ma bisogna fare di più: bisogna istituire un Osservatorio permanente nazionale per monitorare il fenomeno della violenza, intervenire in maniera massiccia e accompagni le politiche. Questo è lo spirito e la proposta che porterò lunedì all’assemblea aperta che avremo come Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio.

Victor Emeka Okeadu
Consigliere aggiunto per l’Africa

La violenza sulle donne è un crimine orribile e l’episodio di cui stiamo parlando è da condannare; ma bisogna fare molta attenzione a non farsi trascinare da derive razziste che non spiegano e non aiutano a comprendere il problema e ad affrontarlo correttamente. Penso che la violenza sulle donne sia un problema universale che riguarda i rapporti tra i generi che non dipende dalla diversità culturale e dalle tradizioni; nessuna cultura giustifica atti di questo genere. La soluzione può venire dall’impegno nell’educazione e con l’obbligo del rispetto della legge.


Marina D’Ortenzio
Movimento per la Sinistra

L’approvazione della delibera che è in discussione oggi è un atto dovuto che il Comune di Roma ingoierà come un boccone amaro perché è la dimostrazione che tutta la campagna stampa fatta prima delle elezioni gli si è rivoltata contro. La sicurezza non è stata garantita. D’altra parte bisogna dire che anche all’interno della stessa sinistra c’è una difficoltà culturale ad affrontare questi temi e le stesse donne che agiscono nelle istituzioni e che da sempre sono attive nell’elaborazione di un pensiero femminile si sono rinchiuse e sembrano avere perso il contatto con una realtà che invece è fatta anche di violenza e di atteggiamenti sessisti che bisogna impegnarsi a combattere. Continuo a pensare che il personale sia politico e quindi al di là dell’impegno pubblico che gli uomini politici prendono, e anche oggi in piazza con le donne ce ne sono parecchi, credo che sia necessaria una modifica degli atteggiamenti e delle parole.

(30 gennaio 2009)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®