Mercoledi, 28/04/2010 - Nel decidere cosa fare degli embrioni soprannumerari, si è certi al di là di ogni ragionevole dubbio di averli efficacemente conservati? "Il dibattito in merito al destino degli embrioni soprannumerari si scontra, prima di tutto, con l'efficacia controversa delle tecniche di crio-conservazione. Ogni altra valutazione è secondaria o puramente di facciata". Così il prof. Luca Marini, vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), commenta le notizie di stampa relative alle conclusioni della commissione ministeriale sulle problematiche degli embrioni conservati nei centri di procreazione medicalmente assistita. "Qualsiasi scelta in merito al destino degli embrioni soprannumerari sconta la valutazione, oggettiva e scientificamente fondata, della crio-conservazione: solo se quest'ultima è efficace, l'embrione soprannumerario potrà essere adottato per la nascita.
Questa considerazione apre ulteriori questioni, legate, ad esempio, al numero, alla tipologia, all'accreditamento ed alla certificazione dei siti di crio-conservazione". E ancora: "Se è vero che in condizioni di incertezza scientifica e tecnologica si deve fare ricorso al principio di precauzione, in questo caso l'applicazione del principio consiglierebbe di non interrompere la crio-conservazione, neanche a scopo di adozione per la nascita, al fine di non arrecare agli embrioni potenziali danni gravi o irreversibili. E qui si innesta un altro problema, eminentemente pragmatico: quello dei costi della crio-conservazione sine die". "È poi singolare" sottolinea Marini, "che talune forze politiche sostengano, da un lato, l'impossibilità di conservare efficacemente, per lunghi periodi, gli embrioni soprannumerari; dall'altro lato, la possibilità di conservare, per periodi equivalenti, cellule o tessuti. Altre forze politiche sostengono esattamente il contrario". "Insomma", conclude Marini, "si tratta di un circolo vizioso, che evidenzia peraltro la natura puramente velleitaria di questioni legate, ad esempio, all'accertamento dello stato di abbandono ed al consenso".
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