Giovedi, 11/11/2021 - “Elisabetta Sirani, pittrice e grafica professionista, caposcuola della propria bottega ad appena vent’anni, professore a pieno titolo dei pittori dell’Accademia di San Luca in Roma e prima artista donna a fondare un’accademia di disegno per sole donne”.
(A.Modesti, Elisabetta SIRANI.
Una virtuosa del Seicento bolognese,
Bologna 2004, p. 11)
“La Galleria. Collezione e Archivio Storico” di BPER Banca offre, fino al 14 novembre 2021, presso gli spazi espositivi di via Scudari, 9 a Modena, la mostra “Elisabetta Sirani. Donna virtuosa, pittrice eroina”, con la curatela di Lucia Peruzzi.
L’esposizione, concepita nell’àmbito della XXI edizione di festival filosofia, affronta il tema della ‘libertà’ attraverso le opere di Elisabetta Sirani (Bologna, 1638-1665), figlia d’arte, ed a sua volta artista celebrata dai contemporanei e ricercata dai più grandi collezionisti del Seicento di mezza Europa - dimenticata, ma poi ‘recuperata’ in tempi recenti, per fortuna - capace di affermare la propria libertà e la propria autonomia professionale, fondando la prima accademia d’arte per giovani donne in una società dove l’attività artistica era una prerogativa essenzialmente maschile e le donne erano relegate alla pratica delle cosiddette ‘Arti Minori’.
L’artista, protagonista del Barocco Emiliano, è stata un esempio di libertà nei confronti di stereotipi di genere e di convenzioni sociali e culturali, ed è oggi riconosciuta come personalità straordinaria ed innovatrice nel panorama artistico del Seicento.
Il percorso della mostra propone un ‘iter’ narrativo attraverso l’evoluzione artistica
delle opere di Elisabetta Sirani, partendo dal grande Guido Reni, suo massimo mèntore, a cui fu legata per molto tempo e del quale Giovanni Andrea Sirani, per l’appunto il padre di Elisabetta, fu il principale allievo.
La breve ma intensa carriera di Elisabetta è rappresentata da sette preziosi dipinti,
due appartenenti alla raccolta d’arte di BPER Banca e cinque provenienti da collezioni
private. Queste opere testimoniano l’evoluzione stilistica della pittrice e il suo distacco dai modelli imposti,liberandosi dagli schemi che l’avrebbero tenuta imprigionata, circoscrivendo e limitando la sua arte.
L’essenziale esposizione si chiude, ellitticamente, con un’opera di Ginevra Cantofoli, allieva della Sirani, che frequentò proprio quell’accademia da lei fondata con l’intento di iniziare e formare giovani donne alla professione di pittrici, un tramandarsi ‘al femminile’ con tutti i crismi, un senso delle pari opportunità ideato ‘ante litteram’, 360 anni fa, a pieno titolo.
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