Elisabetta Belloni: una carriera di successi e rinunce
Unica donna alla Direzione del Dis, vanta una carriera all'insegna dell'eccellenza. Ora le dimissioni da Consigliera diplomatica di Ursula von der Leyen FORSE in vista della salita al Colle più alto?
Martedi, 08/07/2025 - il femminile di giornata. sessantacinque / Elisabetta Belloni: una carriera di successi e rinunce
La notizia è ufficiale: Elisabetta Belloni lascia il suo posto di Consigliera diplomatica di Ursula von der Leyen, garantendo comunque il suo impegno fino a settembre per portare a termine l’organizzazione dei vertici dell’Unione Europea in Cina e Giappone. La causa di tali, nuove e ulteriori dimissioni, sembra dipendere da incompatibilità con il Capo gabinetto di von der Leyen, Bjoern Seibert.
Era la fine del 2024 quando Elisabetta Belloni annunciava alla Presidente Meloni che avrebbe lasciato la Direzione del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), a cui era stata chiamata da Mario Draghi e poi confermata dalla stessa Meloni.
L'irreversibile decisione delle dimissioni di Elisabetta Belloni era stata comunicata il 15 gennaio 2025, poco prima di traslocare a Bruxelles. I due incarichi da cui Belloni si è dimessa sono di estrema importanza e assegnati sulla base di una lunga esperienza e di successi, quindi con solide radici nel suo curriculum d’eccellenza.
Segretario generale del Ministero degli Esteri dal 2016 al 2021, venendo dall’esperienza di Capo dell’Unità di crisi della Farnesina dal 2004 al 2008, dal 2008 al 2012 è Direttrice generale per la Cooperazione allo sviluppo e dal 2013 al 2015 Direttrice generale per le Risorse e l’Innovazione. E ancora Ambasciatrice di grado nel 2014 e nel 2015, assumendo poi l’incarico di Capo di gabinetto del Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale da cui il già citato passo successivo di Segretario generale.
Una carriera di altissimo profilo a cui si sono affiancati riconoscimenti importanti come, fra gli altri, l’esser stata nominata Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e ancora la Legion d’onore ricevuta dalla Francia. Questa è solo una sintesi consapevolmente monca di altre notazioni significative, già sufficiente a supportare l'ipotesi di averla ritrovata tra i possibili candidati alle ultime elezioni per la Presidenza della Repubblica del 2022, quale proposta che affossava 'l'ipotesi Draghi' e che poi veniva cancellata dalla “scelta” risolutiva di chiedere a Mattarella di accettare un secondo mandato.
Con una similitudine irrituale, ma forse efficace, pensiamo che se Elisabetta Belloni fosse una piuma, sarebbe quella di un’indomita aquila reale, capace di volare alto in luoghi esclusivi e da cui la visuale sul mondo è privilegio di pochi. Infatti dalla sua esperienza, probabilmente, ha tratto la forza di dire basta e dei no determinati e spesso spiazzanti a ciò che non condivide o che non le piace, decidendo di passare ad altro o di fermarsi ed aspettare nuove opportunità, nuovi traguardi.
Un privilegio, una libertà insolita, per quel che ci mostra il mondo di chi conta che forse, anzi sicuramente si è guadagnata nel suo lavoro ma difficile da comprendere e apprezzare per il silenzio, e una certa estemporaneità, con cui a tutt’oggi accompagna le sue ultime decisioni.
Vista da lontano, come possiamo, è una donna sicuramente forte e determinata cresciuta a Roma, dove ha studiato in una delle scuole più prestigiose: il Massimo, un istituto tenuto dai gesuiti, dove fu tra le prime ragazze ad iscriversi quando fu deciso che non fosse più a sola presenza maschile.
Ed è in una rara occasione, proprio legato ad un incontro di ex alunni al Massimo, alcuni anni fa, che dichiarò di come lì le fosse stato ”insegnato l’impegno e il rigore che ci accompagnano per tutta la vita”.
Un impegno e un rigore a cui forse si deve proprio il suo silenzio ogni volta che, in questi anni di lavoro, lasciando un incarico portato avanti con successo, sia che fosse stata promossa ad altro o che fosse lei stessa ad aver scritto la parola fine non ha mai rilasciato dichiarazioni in prima persona.
Si è, forse consapevolmente, “affidata” ai commenti dell’informazione sia quando sono risultati encomi e valutazioni d’eccellenza (come anche nel caso della sua imprevista candidatura alla presidenza della Repubblica) oppure interpretazioni e ipotesi sui perché dei suoi NO (come in occasione dei suoi due ultimi incarichi ufficiali con la Presidente Meloni e oggi con la Presidente von der Leyen).
Nel cercare di “conoscere” la storia di Elisabetta Belloni per capire qualcosa in più di una donna di sicuro valore e interesse, si scopre come in Toscana, in provincia di Arezzo e per precisione a Monte San Savino, lei abbia un luogo dell’anima. Lì c’è una casa, dove da anni si rifugia tra un traguardo di lavoro e l’altro, forse, non solo per riposarsi e distrarsi ma anche per riflettere e trovare energie e motivazioni sia per gli incarichi di enorme responsabilità che ha avuto o che si ripresentano, sia per maturare la forza di dire basta, come abbiamo imparato che sa fare.
E oggi, dopo Bruxelles,si recherà forse a Monte San Savino per ritrovarsi a decidere se rifiutare definitivamente eventuali nuovi incarichi o predisporsi a prendersi solo una pausa.
Mi viene da dire, con leggerezza, ricordandomi di parlare di una donna colta e capace di trarre insegnamenti e indirizzi di vita dalla storia e dalla cultura, che Elisabetta Belloni potrebbe ambire di ritirarsi dalla mischia, in area rurale, quale novella Cincinnato, come accadde al Console romano, per essere poi richiamata per misurarsi nuovamente, con sempre più impegnative funzioni. Una ritirata 'strategica' magari lasciando aperto il futuro, come ipotizza qualcuno, ad una ricandidatura alla Presidenza della Repubblica.
Paola Ortensi
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