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Elezioni regionali / Intervista a Nadia Urbinati - di Tiziana Bartolini

Elezioni regionali / Intervista a Nadia Urbinati - di Tiziana Bartolini

Il centrosinistra e il PD sono in crisi? Sì ma perchè sono burocrati che "hanno interesse a riprodursi e non a cambiarsi"

Mercoledi, 31/03/2010 -
Nadia Urbinati è titolare della cattedra di Scienze Politiche alla Columbia University di New York e di occupa del pensiero democratico e liberale contemporaneo e delle teorie della sovranitá e della rappresentanza politica. L'abbiamo intervistata dopo le elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010, chiedendole quale è la sua valutazione dei risultati...

Il dato è radicale e negativo: è stata una sconfitta per il PD e per il centrosinistra nonostante i tanti voti presi. Ma guardando ai risultati non si può dire che non è stata una sconfitta. Nel campo del centrodestra osserviamo chi ha vinto: la Lega e non il Pdl. Inoltre non ha vinto il Centro e ha aumentato Di Pietro; in sostanza, vincono i radicalismi. Ho fatto un lungo giro in questi giorni per l’Emilia Romagna e da Bologna a Piacenza, nelle periferie dove la Lega ha anche piú del 20%, ho capito che la mancanza di un partito è all’origine remota della sconfitta del Pd in questa tornata elettorale. La Lega ha sezioni, va in giro con roulotte, fa comizi volanti e passa casa per casa. Ci può piacere o no, ma ha idee che spiega alle persone in modo diretto, non si affida al messaggio televisivo. Dimostra che si puó aggirare il blocco mediatico: che i militanti sono ancora cruciali. Dunque la Lega ha idee e ha anche un leader. Se guardiamo a sinistra da questa prospettiva, vediamo che lo smantellamento del partito è all’origine della sua lenta erosione; noi abbiamo bisogno di una leadership che sia attraente, che abbia la capacità di costruire una narrativa di discorso, la capacità di far comprendere con idee e un linguaggio ragionato che ci puó essere una situazione migliore di quella attuale. Bisogna convincere che è possibile un’Italia diversa e migliore. Insomma occorrono argomenti, una narrativa quindi idee e persone che le rappresentino. Nella politica c’è poi bisogno di mettere gambe alle idee. Nel Pd la ghigliottina è arrivata con l’idea di fare un partito leggero, senza sezioni e ideologia, puramente democratico (espressione che non vuol dire nulla se non accompagnata da un’identità definita). È questo alla base della sconfitta e che bisogna recuperare. Come? Guardando a quello che fanno i nemici, osservando - senza scimmiottarli neppure nei contenuti - i loro metodi, contrastandoli sul terreno concreto degli argomenti che usano. Per esempio sugli immigrati: loro li accusano di rubarci il lavoro, noi dobbiamo spiegare che i nemici non sono loro, ma sono da ricercare altrove. Guardiamo al trasferimento delle industrie verso paesi ritenuti più convenienti: ci sono imprenditori che hanno preso incentivi economici e che ora portano via le fabbriche. Bisogna fare leggi che impediscano il trasferimento delle aziende, che obblighino a lasciare gli impianti e poi fare in modo che possano essere utilizzati con cooperative o altre modalità imprenditoriali, poiché i nostri lavoratori e lavoratrici hanno grande professionalitá e spirito imprenditoriale.



Ma sono le idee che mancano o è il centrosinistra che non riesce a rappresentale, a spiegarle?

Il punto è domandarsi chi sono questi politici. Sono tutti in Parlamento o nelle amministrazioni. Sono cinica, ma va detto chiaramente: la struttura burocratica deve riprodursi ma non può cambiarsi. Per questi dirigenti la politica è un lavoro e forse sarebbe rischioso mettere in moto un meccanismo di trasformazione che potrebbe penalizzarli.



Parliamo delle donne, così numerose candidate questa volta. Secondo lei si sono caratterizzate come donne, hanno fatto la differenza in questa campagna elettorale?

La Bonino mi pare di sì. Nella Bresso ha prevalso l’immagine di donna di apparato. È a dir poco imprudente fare un’azione contro la TAV a dieci giorni dalle elezioni. E infatti nel Piemonte la sconfitta non é opera della destra ma di quella sinistra che, dal tempo della fondazione del Pd, é rimasta orfana e non sente di essere rappresentata da questo Pd. La rappresentanza della sinistra é un problema grave e penalizzante.



Non le sembra che ci sia un popolo di sinistra che resiste, nonostante tutto...

Sì. L’Italia è un paese sano visto che ideali e attenzione per la democrazia resistono, nonostante la campagna martellante di Berlusconi e i mezzi profusi nelle tv e nella stampa a sua disposizione.



(31 marzo 2010)

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