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Elezioni, libertà delle donne e tutela maritale

Elezioni, libertà delle donne e tutela maritale

A Chioggia una lista alle ultime elezioni ha aggiunto il cognome del marito accanto a quelle delle candidate coniugate. Un ritorno al passato inaccettabile

Venerdi, 15/10/2021 -

La subordinazione delle donne al potere maschile è stata sempre accompagnata dalla demolizione simbolica della figura femminile. In primo luogo la favola del sesso debole, fatuo e frivolo, incapace di autogestirsi, bisognoso della protezione di un uomo. Nel corso dei secoli in molte si sono ribellate a questa condizione di minorità, ma una rivolta di massa si è avuta negli anni Settanta del Novecento, quando le donne, non solo in Occidente, hanno lottato per affermare la loro autorità, il loro valore, la loro sapienza, la loro libertà dall’assoggettamento patriarcale.
Uno degli importanti traguardi conseguiti è stata proprio la legge del 1975 sul diritto di famiglia, con la quale veniva finalmente abolito l’obbligo per le sole donne di assumere il cognome del marito, una volta sposate. Una norma di grande significato simbolico, perché non è il nome di un uomo a darci dignità e identità, siamo noi ad affermare il nostro valore con il nostro pensiero e le nostre azioni. Siamo noi a scoprire e interpretare il mondo secondo le nostre misure, senza il filtro di un uomo che pensa e agisce anche per noi.
Per tutto questo stupisce che una lista presentatasi alle ultime elezioni amministrative nella nostra città abbia rimesso le donne sotto l’autorità maritale, aggiungendo il nome del marito a quello delle candidate coniugate. A significare ancora che, secondo i promotori, tra la donna e la società civile e politica occorre la garanzia di un uomo. Un salto indietro di quasi mezzo secolo, la negazione di tante lotte.
Durante la campagna elettorale abbiamo scelto di non esprimere le nostre considerazioni su una tale decisione, ma ora vogliamo riaffermare i nostri principi.

 

Insieme ArTe - Amare Chioggia
























àle donne di assumere il cognome del marito, una volta sposate. Una norma di grande significato simbolico, perché non è il nome di un uomo a darci dignità e identità, siamo noi ad affermare il nostro valore con il nostro pensiero e le nostre azioni. Siamo noi a scoprire e interpretare il mondo secondo le nostre misure, senza il filtro di un uomo che pensa e agisce anche per noi.
Per tutto questo stupisce che una lista presentatasi alle ultime elezioni amministrative nella nostra città abbia rimesso le donne sotto l’autorità maritale, aggiungendo il nome del marito a quello delle candidate coniugate. A significare ancora che, secondo i promotori, tra la donna e la società civile e politica occorre la garanzia di un uomo. Un salto indietro di quasi mezzo secolo, la negazione di tante lotte.
















Durante la campagna elettorale abbiamo scelto di non esprimere le nostre considerazioni su una tale decisione, ma ora vogliamo riaffermare i nostri principi.

 

 

Insieme ArTe -Amare Chioggia


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