Domenica, 07/01/2024 - «Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso»
In preparazione della grande ricorrenza del 2024 che celebra i cento anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, a Venezia, nell’Isola di San Giorgio Maggiore, l’Istituto per il Teatro ed il Melodramma di Fondazione Cini diretto da Ida Maria Biggi, propone fino al prossimo 8 marzo una mostra sulla celebre attrice italiana basata sui documenti conservati nel prezioso archivio personale dell’artista.
Questo nuovo progetto espositivo segue quello dedicato al profondo e delicato rapporto tra l’attrice e la città di Venezia ed intende ampliare lo sguardo al contesto nazionale in cui Eleonora Duse crebbe e si affermò, contribuendo a modificarlo in maniera significativa.
Questa mostra costituisce il secondo appuntamento di un ciclo di esposizioni promosse in Stanza Duse (https://www.cini.it/istituti-e-centri/teatro-e-melodramma/archivio-mostre-la-stanza-di-eleonora-duse) volte ad indagare un particolare aspetto della vicenda biografica ed artistica di Eleonora Duse: ‘in primis’ il rapporto dell’attrice con il territorio veneziano e veneto (2022) (https://www.noidonne.org/articoli/eleonora-duse-e-venezia-parte-i-19289.php), ora il successo in Italia, nel contesto teatrale nazionale (2023) ed infine la fama internazionale (2024).
Accanto alle stampe fotografiche che ritraggono l’attrice in momenti privati e pose scattate in abiti di scena, il visivo fruitore potrà ammirare una selezione di oggetti e documenti appartenuti all’attrice. L’insieme di questi materiali permette di ricostruire il legame di Eleonora Duse con la scena teatrale italiana dei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo.
Nata nel 1858 da una famiglia di attori italiani di modesta levatura, raggiunse ben presto il successo esibendosi nei più importanti teatri della penisola.
Definita, da sempre, come la più grande attrice di tutti i tempi, Eleonora Duse è stata un ‘mito’ del teatro italiano e col suo smisurato talento e con la sua grande naturalezza. Divenne la musa di vari drammaturghi e compagna e sodale dei più importanti attori italiani del tempo, rappresentando grandi autori come D'Annunzio, Verga e poi, a livello internazionale, Sardou, Ibsen ("Casa di bambola" e più avanti "La donna del mare", "Edda Gabler", "Rosmersholm"), Dumas, Shakespeare ("Antonio e Cleopatra").
Alcuni autori scrissero proprio per lei, la ‘Divina’, e tra loro si ricorda Giuseppe Giacosa, Marco Praga, il già citato Gabriele D’Annunzio con cui visse, per circa un decennio, una tormentata e duratura vicenda amorosa ( "La città morta", "La Gioconda", "Sogno di un mattino di primavera", "La gloria"), e poi Tommaso Gallarati Scotti e Giovanni Verga che, in occasione della prima della “Cavalleria Rusticana”, ebbe a dire di lei: “Che artista è quella Duse e come prese a cuore le mie parti!”.
In Italia, nei lunghi anni passati lontano dalle scene, Eleonora Duse, sempre e comunque donna di grande intelligenza, molto spesso all’avanguardia per i suoi tempi, si fece promotrice di una bella iniziativa sociale, “la Libreria delle Attrici” e girò il film “Cenere” del 1916, di Febo Mari, tratto dall’opera omonima di Grazia Deledda, futuro premio Nobel per la letteratura.
Si spense nel 1924 a causa di una polmonite, nel corso di una lunghissima ‘tournée’ negli Stati Uniti.
Di lei si può ben dire che la Donna non fu mai separata dall’Attrice.
Come lei stessa scrisse ad un critico teatrale:
"Quelle povere donne delle mie commedie mi son talmente entrate nel cuore e nella testa che mentre io m'ingegno di farle capire alla meglio a quelli che m'ascoltano - quasi volessi confortarle - son esse che, adagio adagio, han finito per confortare me".
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