Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo era italiana
Le donne che hanno avuto il coraggio di osare: Rita Levi Montalcini, Maria Montessori, Margherita Hack, Oriana Fallaci. Non tutti conoscono la storia di Elena Lucrezia
Venerdi, 25/08/2017 - E’ il 5 giugno 1646, quando a Venezia nasce la prima donna laureata della storia.
Elena palesa sin da subito di essere un “enfant prodige”, ama la cultura in generale, conosce il greco, il latino, l’inglese, il francese, l’ebraico, suona, compone poesie, in sostanza si distingue dalle altre ragazze del suo tempo, per la sua erudizione. Il padre di Elena, Giovan Battista Cornaro, favorisce in tutti i modi la crescita culturale della figlia e le assicura i migliori insegnanti di quel tempo.
Dopo essersi iscritta presso l’Università di Padova, Elena decide di presentare la domanda di ammissione alla laurea in teologia.
Ed è qui che restiamo amareggiati.
Nel XVII secolo non è semplice per una donna raggiungere un traguardo simile, infatti Elena si trova a scontrarsi con chi le rema contro. Lei è l’eccezione.
Il Cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, ferma tutto.
Egli è convinto che una donna non può ricevere il titolo di dottore in teologia in quanto la “donna è inferiore rispetto all’uomo e non è capace di ragionamenti difficili”. Parole forti allora come oggi.
Dopo una lunga polemica che vede interessati sia l’Università di Padova ed il vescovo Barbarigo, Elena a 32 anni riesce finalmente a laurearsi in filosofia.
Lei è l’ esempio di grande volontà e di chi non si è arreso dinanzi alle forti opposizioni di quel tempo. La cerimonia di laurea è un evento, arrivano numerosi intellettuali da tutta l’Europa per conoscerla, per stringerle la mano.
Questa è la sua rivincita.
Elena Lucrezia Cornaro diviene una celebrità, persino Luigi XVI manda i suoi informatori a constatare le doti di questa donna.
Nel 1684, dopo una vita passata a studiare, a soli 38 anni muore.
Oggi il suo traguardo, ottenuto con tanta determinazione, sembra quasi essere dimenticato, come tutte le donne che hanno fatto la storia. Donne che non vengono considerate, perché l’unica storia che ci è stata insegnata, è quella maschile.
Pensiamo per un attimo cosa potrebbe significare insegnare nelle scuole la storia delle donne.
Sicuramente questo porterebbe alla valorizzazione del femminile, costruita anche attraverso la riscoperta di figure di donne del passato e del presente. Inoltre consentirebbe a bambine e ragazze di conoscere la parola, il pensiero, la vita di donne autorevoli ed ai bambini e ragazzi di acquisire consapevolezza della propria parzialità e di confrontarsi con un’altra misura umana, quella femminile.
L’Italia vanta la prima donna laureata al mondo e questo sarebbe un bel modo per esaltarla.
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