Elena Cecchettin / Oltre il dolore: 'Fare rumore!'
Elena Cecchettin al Salone del libro di Torino sottolinea l'importanza per le donne di esserci e contare. Invita le giovani ad opporsi alla violenza, per rendere reale l'idea che "C'è ancora domani"
Mercoledi, 15/05/2024 - Il femminile di giornata / otto. Elena Cecchettin / Oltre il dolore: “Fare rumore!”
Resistere, partecipare, opporsi! E poi: “d’esempio alle generazioni future ed educhiamo su valori di rispetto, uguaglianza, consenso”. Parole e obiettivi credibili che raccontano lo spirito del discorso di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, vitima di femminicidio nel novembre del 2023. Una reazione la sua, peraltro, analoga a quella di suo papà che a Giulia ha dedicato un piccolo ma potente libro (Cara Giulia, ed Rizzoli)) e che esprimendosi esorta a non farsi cancellare dal dolore ma a reagire per non farsi sopraffare da negatività e violenza perché, per lui, “Questo significa restare umani”.
Tornando a Elena - che nel suo monologo a Torino ricorda come ”l’oppressione, lo stupro, il femminicidio non siano semplicemente dei delitti passionali ma atti di potere” - è interessante osservare come, nel corso dell’incontro con la filosofa Alessandra Chiricosta e argomentando sul tema del patriarcato, quando Chiricosta le chiede quale possa essere un'immagine di forza capace di affrontare, resistere e che non sia violenta, Elena risponde : “…per me la forza è l’acqua” esemplificando che per lei quando il fiume si riprende lo spazio tolto dall’uomo “non lo fa con cattiveria".
Con questa immagine dell’acqua, che definirei lenta ma inesorabile il dolore di Elena si va trasformando nel bisogno di capire, di esserci, di partecipare di dare un contributo contro la violenza e il sopruso che arrivano ad uccidere. Le considerazioni, il fortissimo bisogno di reagire che esprime motivando, analizzando, progettando, spiegando, esponendosi anche a critiche e attacchi - che non mancano e non sono venuti meno appunto neanche a Torino - sono stimolanti e coinvolgenti. Ed è riflettendo su tutto questo che con un volo pindarico, mi viene in mente il film di Paola Cortellesi “ C’è ancora domani”. Film che ha avuto, come è noto, un successo formidabile e non a caso soprattutto fra le donne.
Certo lì non c’è l’orrore della morte che ha coinvolto Elena, ma di certo c’è la violenza, c’è il disprezzo di un marito, il farla sentire oggetto da usare. Ma Delia, la protagonista, nel suo silenzio che sembra accettare, subire di fatto proprio come l’acqua del fiume, a cui si riferisce Elena, che cerca il suo letto costruisce, scava la sua strada silenziosamente in una muta solidarietà con altre donne, fino a far esplodere la sua forza e trovare il suo posto, a esprimere la sua dignità.
Paola Cortellesi, un tutt’uno con Delia, si reca a votare sorprendendo persino se stessa, in quel mitico 1946, in cui ha potuto esprimersi con l’orgoglio di contare, di partecipare, di opporsi a chi l’ha considerata un nulla da bistrattare, violentare.
E di più, Delia stordisce di stupore la figlia, alla quale consegna i suoi risparmi invitandola a studiare. Soldi, che sua figlia Marcellina immaginava fossero destinati al suo abito da sposa. Ed è quel il voto, per la prima volta per le donne che, come raccontano bene ed in modo emozionante le immagini del film, determina l’importanza, l’orgoglio di essere una persona, una cittadina che conta.
Votare, un atto che - venendo al presente - ci aspetta, a breve, per l’Europa.
Speriamo, allora, siano moltissime le giovani ragazze e i ragazzi ad esercitare il voto, quale diritto, dovere e privilegio di contare nella costruzione di proprio progetto di futuro. Un invito ad andare a votare e votare per un progetto d’Europa forte e solidale. Tornando ad Elena sarebbe interessante che anche lei unisse, l’invito a votare, alle sue parole che spingono le giovani ad esserci, a contare e a determinare il cambiamento della società. Da protagoniste.
Paola Ortensi
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