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Elegia delle donne morte

Elegia delle donne morte

Una scrittrice siciliana che parla di donne

Mercoledi, 28/12/2011 - Negli ultimi anni si sono affermate alcune scrittrici siciliane, come Simonetta Agnello Hornby e Giuseppina Torregrossa, che hanno conquistato la critica e centinaia di lettori appassionati. E di donne che scrivono, con passione ed entusiasmo, ce ne sono molte. Io ho incontrato Beatrice Monroy dopo aver letto il suo “Elegia delle donne morte”, uscito quest’anno per la casa editrice Navarra Editore. Beatrice è palermitana, anche se ha vissuto a Napoli, Pisa, Roma, in Francia, negli Stati Uniti. Si occupa di letteratura, lavora come freelance, e conduce laboratori di scrittura e narrazione. Ha scritto varie pieces per il teatro tra cui "Omaggio ai corpi incorrotti delle beate", e "La Confessione-Una suora". Per NOIDONNE ha risposto ad alcune domande sul suo bel libro e sulla sua bella terra.



“Elegia delle donne morte” è un libro sulla difficoltà di essere donne e sulla costante pressione sociale e familiare che queste subiscono. E’ però anche un libro sulla passionalità e sulla forza delle donne. Rispetto a questo, cosa pensi delle donne italiane di oggi? dalle giovani alle meno giovani, cosa le accomuna alle donne di cui parli nel libro? Cosa le differenzia?



Ho scritto questo libro raccogliendo storie di donne che si sono fidate di me e del circolo d'ascolto che nasce spesso nei laboratori di scrittura. Si tratta dunque di storie che sono al novanta per cento vere. Quello che io volevo era, per l'appunto, rappresentare l'agonia delle donne che non ce la fanno, quelle che si ritraggono in silenzio, che non riescono a rompere con i modelli familiari che sono anche più che prigioni. Credo che oggi le donne giovani e meno giovani siano accomunate dalla stessa paura, quella di essere totalmente se stesse. Temiamo infatti che, se ci riveleremo per quello che siamo, saremo siamo costrette alla solitudine.



Credi che la Sicilia sia, ad oggi, terreno fertile per lo sviluppo dei movimenti delle donne, o c’è ancora troppa misoginia e troppo terrore del diverso?



Credo che la Sicilia sia un posto vivo, nonostante sia un territorio in cui le convenzioni sociali sono molto forti e fa sempre un po’ paura romperle. Le donne siciliane però sono molto attive, sveglie e disposte al cambiamento anche perché sanno che ne va della loro pelle, come sempre d'altronde accade per le donne di ogni latitudine.



A Palermo si avvicinano le elezioni del Sindaco e della Giunta. Rispetto al panorama di candidati e di forze in campo, fin a questo momento, scorgi un potenziale miglioramento nell’amministrazione della città rispetto all’operato della giunta precedente? E più in particolare, ci possiamo sperare che il/la futuro/a sindaco/a tenga maggiormente in conto le istanze delle donne palermitane e in generale di chi lavora sulle tematiche di genere?



Credo che qualsiasi governo sia meglio di quello attuale. Detto questo, mi auguro che venga eletto un sindaco donna, ma non sono per l’elezione di un candidato o di un altro solo sulla base del sesso di appartenenza. Mi pare che la destra usi spesso le sue candidate come bambole, come donne immagine e lo si può evincere persino dai certi manifesti appesi in giro per la città. Inoltre credo che non basta essere donne per essere vicine alle istanze delle donne, bisogna aver fatto un percorso di formazione e approfondimento su queste tematiche. Mi auguro dunque che ci siano al governo persone innanzitutto competenti.

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