Egitto - Le donne diventano la chiave con cui operare un vero e proprio cambiamento di coscienza. È l’obiettivo della prima edizione del simposio internazionale “Women gathering for change”
Zenab Ataalla Mercoledi, 01/06/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2016
Alla luce dei grandi cambiamenti che stanno attraversando il mondo, non ci si può dimenticare della presenza delle donne. Il loro potenziale non può e non deve essere negato, ma deve essere esaltato. Ed è partendo da questa premessa che a marzo si è tenuta la conferenza “Women gathering for change” presso la biblioteca di Alessandria d’Egitto, organizzata dal Centro per la Democrazia e la Pace sociale e dalla Fondazione Umana.
Alla presenza di donne provenienti da ogni parte del mondo, dai diversi contesti lavorativi e sociali, nei due giorni di dibattito si sono alternati interventi focalizzati sul tema dell’istruzione, dell’economia, della salute e della partecipazione politica.
Partendo da un’idea di fondo che prevede lo scardinamento di ogni tipo di restrizione mentale imposta alle donne in molte parti del mondo, le relatrici che si sono alternate sul palco hanno parlato delle loro esperienze personali in un’ottica femminile del fare gruppo e del condividere idee e modelli che coinvolgono ogni aspetto della vita per un mondo più giusto e salutare. Tutte sono state unite nel sostenere che nulla è impossibile perché l’unica chiave per cambiare le cose non è arrendersi agli ostacoli, ma provare a cambiare le cose. E farlo insieme è sicuramente meglio.
L’istruzione. Si è esaminato il ruolo giocato dall’educazione, e non solo dell’educazione rivolta all’apprendimento in generale, ma anche di quella rivolta più specificatamente al genere.
“Non trattare l’educazione di genere vuol dire prescrivere quello che le donne in realtà sono e rappresentano per le società nelle quali vivono - ha sostenuto Lovisa Fhager Havdelin, direttrice dell’organizzazione svedese Teskedsorden che lavora con i giovani per la tolleranza ed il rispetto -. “Immaginate quanto più felici saremmo se non avessimo il peso delle aspettative di genere imposte dall’esterno".
Si tratta di rimarcare quanto già stabilito dalle Nazioni Unite che hanno inserito l’inclusione scolastica delle bambine tra gli obiettivi principali da raggiungere nei prossimi anni.
Tuttavia non si tratta solo di questo. “C’è anche bisogno di dare alle donne la possibilità di accedere con uguali diritti degli uomini all’assistenza sanitaria ed al lavoro. È fondamentale che le donne siano consce del loro potenziale. E questo lo si può fare con la scuola e con tutte quelle strutture ad essa connesse perché solo così facendo si è in grado di “distruggere tutte quelle impalcature sociali che le donne sono costrette a subire e a portare avanti col passare degli anni” ha spiegato Havdelin.
Il business femminile. “Essere una donna istruita vuol dire avere più possibilità di diventare una protagonista nei diversi settori. Vuol dire diventare politiche, economiste ed imprenditrici.
“Nelle imprese nelle quali è incorporato fin dall’inizio l’elemento femminile, si sviluppa un flusso di consapevolezza maggiore di tutto il processo produttivo. Dove questo avviene c’è la chiara percezione di quale sarà l’impatto del processo di produzione all’interno della comunità della quale fanno parte anche le donne” dice Julie Esterly, guida del Sufi Ruhaniat International.
Si tratta di un diverso tipo di business non solo rivolto al profitto economico, ma interessato soprattutto all’impatto sociale che un prodotto o una idea può portare nella società di riferimento.
La salute di genere. Se tutto viene trattato in un’ottica di genere, va da sé che anche la salute ricopre un ruolo fondamentale. Secondo Paola Conti, sociologa e membro dell’Istituto europeo di medicina femminile “una crescente formazione di genere si sta inserendo nella medicina, trasformando nel profondo la ricerca medica. Si sta iniziando ad utilizzare il filtro del genere e non è una cosa da poco. La medicina di genere deve essere integrata con la medicina tradizionale. Soltanto così facendo avremo dei netti passi in avanti”. La medicina di genere può aiutare lo studio di come le malattie differiscono tra gli uomini e le donne in termini non solo di cura e trattamento terapeutico, ma anche di prevenzione, prognosi e aspetti psicologici.
La partecipazione politica. “Le donne devono essere presenti nel processo decisionale perché sono portatrici di nuove idee e di nuovi saperi - ha spiegato la sociologa Maryam Yaseen - attraverso i quali è possibile innescare quei meccanismi che di fatto costruiscono delle vere e proprie economie sostenibili a beneficio delle società e dell'umanità nel suo insieme”. Importante sottolineatura, visto che ancora oggi nel mondo le donne sono sottorappresentate nell’arena politica.
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