Il Cairo. La sessualità non è mai stata una questione di interesse pubblico, se non quando affrontata in relazione al matrimonio e alla creazione di una famiglia in Egitto. Non ci sono programmi ministeriali rivolti all’educazione sessuale nelle scuole, e tanto meno è possibile parlarne apertamente in pubblico, trattandosi di un tema che richiede molta riservatezza, quando deve essere affrontato.
Diventa quindi interessante capire quale sia il rapporto dei giovani e delle giovani egiziani con la loro sessualità? Qual è il loro livello di consapevolezza? In quale modo ottengono questo tipo di informazioni, se vivono in una società conservatrice?
Sally Zohney cerca di dare una risposta a queste domande con una ricerca pubblicata per la Global Information Societynella quale parlando dei diritti sessuali in Egitto al tempo di Internet, non si dimentica di affrontare il tema anche da un punto di vista di genere del problema.
“Se i ragazzi dipendono molto da Internet per acquisire informazioni sui cambiamenti che subiscono con la pubertà, le ragazze si affidano alle loro madri che diventano anche la principale fonte di informazione sui diritti sessuali e riproduttivi” dice Sally. Ma per le ragazze non sempre è semplice parlare di questo tema con le madri e quando anche le amiche non sono di aiuto risulta chiaro che Internet diventa il mezzo attraverso cui acquisire informazioni. “Le ragazze vogliono informazioni che vanno al di là dei problemi riproduttivi. Vogliono conoscere i loro corpi e la loro sessualità, e per questo navigano on line” dice.
A questo punto si apre uno scenario che fa riflettere. L’autoeducazione sessuale passa attraverso la fruizione di materiale pornografico che invece di educare ad una relazione sessuale sana, enfatizza molto di più i ruoli di genere ed il raggiungimento del piacere maschile, aprendo la strada al problema delle molestie sessuali e della violenza domestica, ancora presenti nel Paese. “I materiali pornografici rispecchiano una visione incompleta dei rapporti ed allo stesso tempo forniscono una visione incompleta del piacere sessuale, mostrando relazioni sessuali che non sono sane. E di questo sono diretta conseguenza la violenza di genere e la violenza domestica che rientrano in una cornice sociale che vede la sessualità come un tabù anche per l’assenza di vere piattaforme di educazione per via di un patrimonio culturale e sociale rigido” continua la ricercatrice.
Le donne che sono ritratte come oggetti, diventano mezzo attraverso cui raggiungere il piacere maschile. La maggior parte dei contenuti pornografici ritrae le partners come soggetti inferiori. Ma il piacere femminile dove è? Si tratta di un argomento che pur non essendo nuovo all’interno del discorso femminista progressista egiziano, rimane ancora oggi un tabù nella società, dice la ricercatrice.
E se internet diventa il principale veicolo di informazione, allora bisogna fare una inversione di marcia e lavorare proprio su quei contenuti che la rete offre. “Se esistono contenuti pornografici, bisogna fornire anche altri tipi di contenuti. Bisogna offrire anche contenuti alternativi perché altrimenti non si può combattere la violenza di genere e tanto meno si può educare le future generazioni a rapporti di coppia sani”.
Senza demonizzare in assoluto la rete anche perché negli ultimi anni in Egitto ha permesso la nascita e l'azione di gruppi e progetti volte a combattere la violenza contro le donne, offrendo loro assistenza ed informazioni su come affrontare un caso di abuso, Sally Zohney ricorda tuttavia quanto sia fondamentale il ruolo che lo Stato deve assumere per il cambiamento della società egiziana. E' lo Stato che si deve fare carico di organizzare laboratori ed attivare progetti che siano rivolti all’educazione sessuale e sentimentale da fare girare per le scuole di tutto il Paese e che siano rivolti agli studenti ed alle studentesse.
"Le donne in Egitto hanno un disperato bisogno di capire i loro bisogni sessuali, separatamente da quelli che sono i bisogni sessuali degli uomini. Solo così facendo possono rivendicare i loro corpi e capire la differenza tra un atto sessuale consensuale ed un atto sessuale non voluto. Fino ad allora, continueranno ad esistere casi di violenze domestiche e casi di aggressioni sessuali che vanificheranno ogni diritto acquisito” conclude.
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