Lunedi, 06/02/2017 - Il Cairo. Istituita nel 2000, da allora in tutti i Paesi dell’aera MENA, si organizzano durante la giornata del 1° febbraio eventi con cui festeggiare le donne arabe e ridefinire le azioni da intraprendere per migliorare la loro condizione di vita.
In Egitto a sponsorizzare l’evento è stata l’Organizzazione delle Donne Arabe (AWO) alla cui guida c’è Mervat El Tallawi, già presidentedel Women Council of Women.
La manifestazione che si è svolta lungo i grandi viali dell’Università de Il Cairo la settimana scorsa, ha coinvolto le attiviste delle organizzazioni della società civile e le donne del mondo dello spettacolo, ma anche le donne e le ragazze comuni, tutte unite nel lottare per i loro diritti.
Proprio per questo per El Tallawi si è trattata di una occasione che non poteva andare persa, tanto che più volte nel suo discorso ha ribadito l’importanza dell’empowerment femminile e di come il governo prima di tutto debba farsi carico di realizzare opportunità di crescita e di affermazione per le donne attraverso programmi di studio e di inserimento lavorativo che possano far emergere le loro capacità, anche alla luce del fatto che non può esserci uno sviluppo economico e sociale dell'area senza il loro pieno coinvolgimento.
Si è evidenziato anche il fatto che le donne arabe non necessitano solo di questo, hanno bisogno di essere riconosciute all’ interno delle società nelle quali vivono, ad essere incoraggiate nel battersi per i loro diritti anche laddove significa scontrarsi con un sistema che sembra far finta di considerarle.
In questo clima l’Organizzazione delle Donne Arabe in collaborazione con altre associazioni femminili dei Paesi coinvolti, tra cui il Sudan, la Tunisia e il Libano, ha stilato una memorandum che si speri faccia da guida per i prossimi anni.
Tra le prime richieste c’è soprattutto quella di creare strumenti giuridici adeguati con i quali realizzare e garantire la parità di genere nei Paesi arabi. Si richiede a gran voce anche l’organizzazione di corsi di formazione con i quali aumentare l’autostima e la consapevolezza femminile.
Poi senza dimenticare l’attualità, nel documento stilato c’è anche una riflessione profonda su come aiutare tutte quelle donne che, a causa delle guerre, sono costrette ad abbandonare le loro case e si ritrovano a vivere lontano, sottolineando ancora una volta quel ruolo che potrebbero ricoprire nella costruzione del processo di pace in Medio Oriente.
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