Giovedi, 11/07/2019 - In mostra al Santa Maria della Scale di Siena la maxi retrospettiva dedicata al Maestro Nobuyoshi Araki, curata da Filippo Moggia e inaugurata il 20 giugno scorso e visitabile fino al 30 settembre 2019.
Un percorso espositivo di 2200 opere che inizia dagli anni 60 e che, come un diario fotografico sottolinea i vari momenti di vita dell'artista e mezzo secolo di carriera. Come evidenzia Moggia, che da oltre venti anni è il braccio destro dell'artista in Italia, l'opera del Maestro coincide perfettamente con quella di uomo, marito, amante. Fra i vari momenti dell'itinerario espressivo, per la prima volta in Italia il lavoro intitolato Sentimental night in Kyoto oltre alla serie Anniversary of Hokusai's Death, del 2017 dedicata al pittore e incisore Katsushika Hokusai autore della celeberrima Grande onda di Kanagawa. Evoca una elaborazione di lutto il racconto del viaggio di nozze con la moglie Yoko prematuramente scomparsa in ricordo della quale realizza una delle più belle opere della sua collezione dove si auto-fotografa con indosso una mantella a lei appartenuta, tenendo fra le mani una foto in bianco e nero che la raffigura. E ancora la serie l'Amant d'Août, dedicata alla modella Komari e una ventina di dittici della serie Tokyo Nude, architetture urbanistiche simboliche della capitale nipponica accostati a nudi femminili che intrecciano e si fondono con le strutture dell'antico Palazzo Senese che fino a qualche decennio fa ospitava un Ospedale trasferitosi poi al Complesso Universitario de Le Scotte. Intrecci di un passato e di un futuro dove la sintesi delle forme unisce simboli e significati che vedono nella donna una sorgente di vita. Ecco allora che la città di Tokyo diviene tana, utero, rifugio. Tutto è esposto secondo una successione temporale dove emergono sensazioni e impressioni che ci permettono di cogliere le atmosfere di ogni momento storico e insieme l'interiorità dell'instancabile artista che sarebbe troppo riduttivo definire “fotografo del bondage”, pratica che in Giappone prende il nome di shibari; arte erotica basata su armonia estetica e piacere nella quale si uniscono ares ed eros. Nata come una pratica sessuale, l'arte erotica che simboleggiava il legame fra l'umano e il divino si è evoluta anche come marziale per immobilizzare i prigionieri di guerra. L'arte del Maestro Araki è una fusione di contrasti; eroe e thanatos, eros ed ares, rigore e vortici creativi, purezza e oscenità dalle quali emergono figure di donne sensuali, pure, materne, misteriose. Fra i vari volti fotografati si intravedono Silvana Mangano, Claudia Cardinale, Sofia Loren, Asia Argento. Dalla realtà al simbolismo per giungere alla malinconia che appare inevitabile in un mondo nel quale l'artista non trova più punti di riferimento e che è caratterizzato dalla repressione.
Accanto ai bianchi e neri sale con un tripudio di colori e cromatismi intensi fra fiori di ogni forma e colore che divengono carnalità pura ed evocano l'atto creativo, la fertilità, Demetra e Persefone, Vesta ed Era, Afrodite e Artemide che tornano a rifiorire in un ciclo vitale che diviene espressione e comunicazione.
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