Editoriale settembre 2012 - Il futuro c’è, in potenza o materializzato, e si manifesta in esperienze per ora marginali, in conquiste isolate ma significative, in idee che faticano ad affermarsi....
Bartolini Tiziana Giovedi, 06/09/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2012
Un’estate infinita, in cui l’afa ha contribuito a opprimerci e deprimerci non meno dell’altalena dei mercati finanziari, diventati più invadenti di invadenti vicini di casa. La finanza è ormai regina dei nostri risparmi e arbitra dei nostri diritti. Di più: ci ha sequestrato anche il futuro perché a causa dei suoi capricci l’incertezza segna le nostre esistenze e l’assenza di punti di riferimento minimi è elemento inquinante dell’organizzazione sociale. La precarietà totale ha piegato le volontà, ha offuscato le menti. Sono pochi e isolati i segnali di reazione ad una situazione che si fa sempre più pesante per milioni di persone, colpite da provvedimenti pesantissimi sul piano dei diritti e dell’economia reale. Un destino ineluttabile? Non è detto, se riusciremo a trovare le energie e le risorse (che ci sono) e a rimetterle in pista. Pensiamo che l’aver provocato la paralisi delle volontà e delle vitalità sia un reato gravissimo, anche se non riconosciuto come tale, che produce più danni all’economia di quanto non faccia l’altalena dello spread. Da qui la nostra rivolta. Femminile. Alla quale abbiamo dato un nome: FUTURA, ovvero la ricerca del domani che è già tra noi. Il futuro c’è, in potenza o materializzato, e si manifesta in esperienze per ora marginali, in conquiste isolate ma significative, in idee che faticano ad affermarsi. Occorre dargli credito infondendo la forza necessaria a metterlo a (nuovo) sistema; ma prima di tutto occorre imparare a riconoscerlo, a saperlo vedere. Occorre allenamento. Dell’occhio e della mente. Pensiamo che sia superata la fase delle affermazioni retoriche e vuote, che evocano un nuovo non meglio identificato o quelle tipo bisognadarespazioaigiovani, pronunciate da signori e signore tanto rugosi/e quanto inamovibili e ben remunerati/e. La società del futuro sarà di totale meticciato: nelle idee, nelle provenienze, nelle età, negli stili, nelle culture. Sarà estremista solo nella indispensabile trasversalità, per tenere insieme ‘l’usato sicuro’ e la sperimentazione vera. Al punto in cui siamo non dobbiamo avere paura di nulla, soprattutto delle idee e del confronto. Per noi, per le donne, si aprono possibilità reali. Il fallimento del modello occidentale, maschilista e liberista, ancora non lascia spazio (nel senso che non si fa da parte), ma non riesce più a controllare le troppe crepe. È lì che si può impiantare ‘altro’: tutto ciò che le donne sanno fare e possono immaginare, nuovi paradigmi dell’esistenza e diversi ordini di priorità. Lì, in quell’interstizio, possiamo giocare le nostre opportunità. Coraggio, metodo, competenze… tutti gli strumenti sono nelle nostre disponibilità. FUTURA è il nostro viaggio tra le pioniere che già oggi aprono finestre e dissodano territori sconosciuti. Non hanno bisogno di essere valorizzate, ma di essere ri-conosciute insieme a ciò che fanno e sono. Sono donne che in quello che immaginano, elaborano e realizzano (esperienze, pensieri, tecniche) dimostrano di non avere timori di sperimentare e di essere ‘oltre’, nel domani che è già tra noi. FUTURA, appunto.
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