Strumenti - Terza parte del percorso che offre gli strumenti essenziali di un progetto educativo
Edy Garagnani Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2006
Si sente spesso dire che nei ragazzi manca la motivazione, non hanno degli obiettivi e spesso non hanno neanche un sogno da realizzare. Serpeggia un certo senso di sfiducia sulla propria possibilità di farcela, al massimo “Io speriamo che me la cavo”.
Lo sviluppo di ogni individuo non è influenzato solo dalle proprie esperienze ma anche dall’humus sociale in cui è immerso e questo momento storico è contrassegnato da una percezione di futuro con il segno meno. Catastrofi naturali, guerre, penuria di risorse, malattie devastanti e planetarie ogni giorno ricordano che il presente è già orribile che il domani sarà ancora peggio, gli adulti sembrano avere sempre meno fiducia nel proprio futuro e in quello dei giovani.
Quando ci relazioniamo con un individuo più piccolo le nostre idee o le nostre emozioni influenzano la sua percezione del mondo e lo possono condizionare in maniera significativa.
Se gli adulti hanno paura del futuro tenderanno a smorzare sogni, velleità, progetti. Un futuro al negativo è un domani senza possibilità, è dominato dalle paure: disoccupazione, pensione, ambiente, inquinamento sono preoccupazioni degli adulti. Senza naturalmente voler negare il valore di questi temi è meglio riflettere su come comunicare con un individuo piccolo.
I sogni dei bambini e dei ragazzi vanno incoraggiati e sostenuti, non importa se poi concretamente sono irrealizzabili. Progetti e sogni sostengono il bambino e il ragazzo nella sua avventura di scoperta del mondo, alimentano la curiosità e l’interesse: molle vitali per imparare dal mondo.
Non si può dire ad un bambino: “Studia che ti servirà per il futuro” il futuro è troppo lontano dalla sua esperienza. Funzionano invece le fantasie, anche scherzose, ma legate alle circostanze: “Ecco qui il dottore!” quando per esempio ci facciamo aiutare a medicare una ferita; dopo aver studiato una pagina di scienze: ”Hai proprio la stoffa dello scienziato !”. Quando scrive una piccola poesia o fa un bel disegno lo esibiamo in soggiorno come se fosse un quadro d’autore.
Ogni nostro gesto teso ad incoraggiare, sostenere, crea fiducia in sé stessi e porta il bambino a sostenere sforzi sempre maggiori per imparare ciò che gli viene chiesto.
La fiducia in sé stessi e nella propria capacità di realizzazione dipende anche da figure che hanno sostenuto i nostri sforzi, che ci hanno incoraggiato e gratificato quando abbiamo ottenuto dei risultati.
Come si può aiutare un bambino a capire cosa è il futuro? Cosa vuol dire domani, tra un anno o tra dieci anni? E’ abbastanza facile: basta parlare del passato, non necessariamente della Storia quella dei libri ma della nostra storia personale. Come è nato, come era quando era piccolo, come eravamo noi da piccoli, cosa sognavamo e cosa si è realizzato.
La storia della famiglia, dei nonni, degli zii. E' sbalorditivo vedere come si trasforma una persona anziana quando gli si chiede di raccontare la sua gioventù. Questi racconti sono pieni di fascino, nutrono la mente di bambini e dei ragazzi che ne sono avidi se vengono abituati ad ascoltare fin da piccoli. Attraverso questi racconti capiscono che vengono da qualche parte e che se c’è un punto di partenza c’è anche un percorso e quindi una strada, una meta che si può raggiungere.
Sembra banale, ma educare al futuro vuol dire riscoprire insieme il nostro passato. Provarlo insieme può essere divertente !
* Insegnante ed esperta in metodologie di apprendimento Centro di Ascolto LiberaMente, Carpi (Mo) tel 338 7213030
(10 dicembre 2006)
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