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Economia etica, un sogno e non un’utopia

Economia etica, un sogno e non un’utopia

Crisi... di identità - 'Ho studiato economia e me ne pento' Florence Noiville

Piera Francesca Mastantuono Domenica, 12/12/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2010

Nelle librerie è da poco uscita la versione italiana del libro della giornalista francese Florence Noiville con il titolo Ho studiato economia e me ne pento, edito da Bollati Boringhieri. Il libro si snoda attraverso le varie esperienze professionali dell’autrice, sin dalla sua laurea in una delle più prestigiose scuole di economia francese. Partendo dal suo vissuto la Noiville riesce a tracciare una critica lucida e tagliente su quali siano, a suo giudizio, le ragioni che hanno portato all’attuale crisi economica mondiale. Una delle cause principali individuate risiede nel tipo di insegnamenti impartiti nelle scuole di economia elitarie. La sua denuncia investe queste strutture attaccandone proprio il monolitismo disciplinare che si concretizza nell’incapacità di cogliere quei segnali che preannunciavano la crisi economica e, di conseguenza, nel preparare gli studenti, i futuri top manager, ad affrontarla, o meglio, a fronteggiarla adeguatamente. La critica è quindi nei confronti di queste business schools le quali mirano a formare un’élite che ambisca esclusivamente al perseguimento del profitto individuale, o, tutt’al più, dell’azienda. Con l’assenza di un’etica, di un senso di responsabilità per la res publica mondiale, l’economia travalica i confini del profitto e diventa speculazione. Ma ci sono delle speranze, esempi di quell’economia “virtuosa”, una sorta di economia etica, necessaria frontiera per lo sviluppo mondiale, come la banca dei poveri (Grameen Bank) creata dal Premio Nobel per la Pace 2006 Muhammad Yunus e che si basa, tra l’altro, sul principio del microcredito secondo il quale si presta alle persone più povere una piccola somma di denaro, senza garanzia, per permettere loro di creare una piccola attività economica. Il premio Nobel afferma di aver iniziato a prestare denaro soprattutto alle donne più di trent’anni fa. Da allora il 95% dei prestiti è stato rimborsato. Ed è proprio da qui che è necessario ricominciare per aprire una nuova fase dell’economia e del capitalismo, stabilendo da subito che si tratta di un sogno e non di un’utopia e che quindi è concretizzabile. Puntare ad una nuova realtà con un’economia sostenibile diventa così la soluzione per allontanarsi dalla logica del profitto fine a se stesso che è la logica che ha dominato e domina la crisi, affinché non possa continuare a farlo in futuro.



(13 dicembre 2010)

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