Sabato, 12/05/2018 - “L'economia del dono e le politiche matriarcali come alternative al patriarcato capitalista” è il titolo del convegno che si è tenuto a Firenze il 5 maggio 2018 e che ha coinvolto otto studiose provenienti da tutto il mondo. Alla presenza di una numerosa platea, si sono incontrate per fare il punto sul tema dell' economia del dono e mandando un invito a diffondere il pensiero femminile in ogni luogo e tempo, senza scoraggiarci, consapevoli della forza ed energia che dalle donne può arrivare al mondo.
L' ultimo giorno è stato organizzato un incontro pubblico dalla Scuola elementale di Arte Ostetrica e la direttrice Anna Maria Rossetti, ha ricordato che il 5 maggio è la giornata internazionale delle ostetriche sottolineando la tendenza a superare il bisogno della madre con queste parole “prima della nascita, nell'utero c'è una stretta relazione tra madre e bambina/o, poi subentra la medicina con ecografie, medici, chirurgia, latte artificiale. Tutto questo ci dice che occorre promuovere una cultura diversa”. Genevieve Vaughan (USA) ha presentato il suo ultimo libro "Economia del dono materno. Una rivoluzione pacifica" in cui sostiene che il dono è un sistema economico orientato verso il bisogno dell' altra/o mentre lo scambio è egoorientato, cioè dà valore all'oggetto che si scambia e ha osservato “l’importanza data al rapporto del futuro adulto con la madre in generale ma non all'importanza del dare e del ricevere che la /il bambina/o conosce attraverso i neuroni a specchio che le/gli fanno capire e sentire ciò che sentono gli altri. La cura della madre viene integrata nel cervello della/del bambina/o. Come specie, noi siamo Homo donans, homo materno, il patriarcato e il mercato sono derivazioni antimaterne che ci hanno portato fuori strada. Per queste ragioni – ha concluso – bisogna ritornare all' economia del dono, che è economia di relazione”.
È arrivata dalla Finlandia Kaarina Kailo e ha illustrato gli argomenti del suo ultimo libro" Mitologia delle dee finlandesi ", basato su prove (scritti, leggende, miti,statuine, toponomastica etc) che confermano il matriarcato nel Nord Europa, dove Terra feminarum avrebbe occupato tutta la Scandinavia. Ha citato la leggendaria Woman Golden, Zolataja Baba, rivisitando lo sciamanesimo finnico senza i pregiudizi patriarcali. Elena Skoko, italiana che scrive su D&D, rivista delle ostetriche, come cantante di professione, ha fatto notare l'importanza del tono della voce nel lavoro ostetricio.
Da parte sua Peggy Sanday (Usa), che ha studiato il popolo Bundo Kanduang, vivendo per 20 anni a Sumatra, ha illustrato, anche attraverso molte foto, come questo popolo sia un esempio di società matrilineare e matrilocale. Vicki Noble (Usa) nel suo intervento ha osservato che è possibile ritrovare tracce matriarcali nelle feste e processioni in Italia. Nella Festa di S.Gemma di Goriano Sicoli (Abruzzo), per esempio, le donne fanno il pane nella casa di Gemma e poi lo distribuiscono. Oppure nella Festa dei serpenti in Abruzzo, che si tiene l’11 maggio, si tiene una processione delle vergini.
Giunta dall’Irlanda, Mary Condren, ha tenuto una conferenza sui simboli matriarcali del suo paese. “Basta con l'ideologia del sacrificio che giustifica la violenza - ha detto -. Al sacrificio sull' altare si è sostituito il sacrificio in guerra. Bisogna recuperare i simboli matriarcali della vecchia Europa. Cailleach, donna anziana irlandese, ha creato il mondo grazie al suo mantello, che nella saga irlandese è un simbolo ricorrente. Ci sono, infatti, molte località in Europa chiamate "mantello".
Un mantello,durante una festa, viene esposto perché assorba la rugiada che è considerata fluido uterino. Il giorno dopo il mantello è tagliato a strisce considerate terapeutiche. In altre feste la rugiada viene versata sulla gente. Cibo della dea è la rugiada, con il latte e il granoturco. Nell' antica Grecia c'è il rito chiamato "Mantello di Atena" nella Festa della rugiada. Platone critica il mantello che raccoglie sotto troppi diversi gruppi. L'altare invece divide: sopra, sotto, davanti, dietro. Il rito del mantello finì. Heide Goettner- Abendroth (Germania), Fondatrice dell' istituto di studi matriarcali, ha parlato di "Il cammino verso una società egualitaria. Principi di politica matriarcale" sottolineando che i due terzi di tutto il lavoro del mondo è femminile, mentre il 60% dei poveri sono donne. “Risultati che sono invariati dal 1980 a oggi”. Alla domanda Come superare ciò? La risposta sono “Microstrutture, macrostrutture, strutture globali: questi sono gli strumenti. Microstrutture: comunità fondate sull' affinità. economia di sussistenza (regionale e locale), sull’agricoltura, tecnologia, commercio. Il tutto organizzato in società egualitarie di consenso su base regionale”. A livello spirituale e culturale occorre rispettare il mondo “che è sacro” e occorre avere cura, a livello interregionale, di reti di tradizioni comuni.
Questo significa tessere “alleanze con altre regioni non sulla base del potere ma su consonanze spirituali. Regioni sorelle possono unirsi anche nella tecnologia, prevedendo strutture globali con un consiglio delle donne e un consiglio degli uomini, costituendo, inoltre, uno status esecutivo per i problemi ambientali”. Per rendere realtà tutto ciò c'è bisogno di redistribuire la ricchezza nazionale, ha concluso.
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